Metano e Biomasse a confronto. Chi inquina di meno?


L'articolo è stato accettato su Bio-resource Technology e merita di essere citato, in quanto conferma e quantifica quanto già affermato su questo Blog: sostituire il metano con biomasse, non fa per niente bene alla salute di chi abita intorno alla centrale alimentata con questo combustibile rinnovabile.

Lo studio è a firma di Ann Pa, del Centro di Ricerca per le Energie Pulite dell'università della British Columbia, Canada, e il suo titolo  è : "A Life Cycle Evaluation of wood pellet gasification for district heating in British Columbia". (Analisi del ciclo di vita della gasificazione di pellet di legno per il teleriscaldamento nella British Columbia).

Lo studio stima i diversi impatti ambientali che si potrebbero verificare se si decidesse di sostituire l'attuale sistema di teleriscaldamento di Vancouver, basato sull'uso di metano, con gas di sintesi (singas) prodotto dalla gasificazione di  pellet di legno.

Intanto, diciamo subito che gasificare il pellet e poi bruciare il gas prodotto, è meno inquinante che bruciare direttamente i pellet.
E' il caso anche di aggiungere che a Vancouver gli impianti di teleriscaldamento sono finalizzati solo a produrre calore distribuito agli edifici nel solo perido invernale e non mi risulta che il governo canadese stia sovvenzionare la produzione d' elettricità dalla combustione di biomasse.

L'analisi ha considerato tutti gli impatti degli interi cicli di vita dei combustibili scelti per il confronto: dall'estrazione del metano e il  taglio della legna, al loro trasformo alle centrali, allo smaltimento delle ceneri del pellet.

Le conclusioni dello studio LCA sono che gassificare la legna produce molto meno gas serra che estrarre e bruciare metano, ma per quanto riguarda la salute umana (esposta a polveri sottili, ossidi di azoto, composti organici prodotti dalla combustione del singas e durante la lavorazione del legno)  la scelta delle biomasse, nella fase della raccolta del legno e della sua gassificazione,  è deleteria, in quanto aumenta l'impatto sanitario di ben 6 volte rispetto alla estrazione e combustione del metano.

Le cose migliorano, ma è sempre meglio il gas naturale (metano), se le emissioni dell'impianto di gasificazione sono trattate per abbattere ossidi di azoto e polveri sottili. Ma, anche in questo caso, l'impatto sanitario delle biomasse legnose è maggiore del 12%.

Questi risultati avrebbero dovuto far meditare gli amministratori di Parma se fosse negli interessi dei parmigiani realizzare il teleriscaldamento delle case bruciando i loro rifiuti, al posto del metano, combustibile  già oggi usato nelle caldaie  condominiali di questa città.

Per quanto riguarda l'emissione di gas serra da parte del metano, l'articolo non ne parla, ma sarebbe interessante valutare quale sarebbe il risultato di una analoga analisi,  se per il teleriscaldamento si utilizzasse biometano da fermentazione anaerobica, ma ancor più se si investisse, prima di qualunque scelta, nell' isolamento termico degli edifici, nell'alta efficenza delle caldaie ed in usi passivi dell'energia solare, fruttando con verande orientate a sud, anche il pallido sole invernale della Padania.

fonte: federico-valerio.blogspot.it/