Il divieto dei sacchetti di plastica è a rischio

Non mi convince il giochino dello scaricabarile dell'Unione europea che, con una lettera di richiamo, accusa il governo e il parlamento italiani di essere troppo radicali nella battaglia contro i sacchetti di plastica nei supermercati. E' una presa di posizione ambigua, che puzza di lobbysmo di Bruxelles e rischia di fare saltare un traguardo faticosamente raggiunto in Italia. Ricordiamolo: dal prossimo mese di gennaio, chi commercializza sacchetti di plastica fuori norma dovrà pagare una multa da 2.500 a 100mila euro. In un primo momento questa norma entrava in vigore dal 2014, mentre il governo Monti ha deciso di anticiparla, inserendo la nuova scadenza del 2013 all'interno dell'ultimo decreto sviluppo. Molte aziende del settore della plastica stanno facendo pressione per guadagnare tempo e rinviare l'introduzione delle multe, invece di fare la scelta più utile anche per i loro interessi: riconvertire la produzione. Puntare, per esempio, sulle bioplastiche e sulle plastiche non inquinanti in un mercato che ha ottime prospettive in termini di domanda. Gli italiani, infatti, sono abituati a consumare circa 300 sacchetti di plastica all'anno a testa. Possiamo, ragionevolmente, evitare questo scempio e proporre qualche alternativa, magari con l'aiuto della legge?