VUOTO A RENDERE? SI, GRAZIE

I più giovani forse non ne hanno nemmeno mai sentito parlare, ma negli anni Settanta vino, acqua e bibite erano vendute in bottiglie di vetro che, quando le riportavi al negozio, ti venivano pagate. Erano i “vuoti a rendere” e i soldi che ti davano erano in effetti la restituzione della cauzione che tu avevi versato al momento dell’acquisto. La bottiglia, in breve, aveva ancora un valore e quando tornava alla fabbrica, debitamente disinfettata, veniva riutilizzata.
Il governo italiano ha tentato più volte di reintrodurre il vuoto a rendere in Italia, ma senza mai riuscirci, mentre alcuni operatori del settore, in particolare Consorzi e Comuni, hanno espresso la loro forte contrarietà, vedendo nella norma una minaccia a un sistema funzionante.
Ma quali potrebbero essere i vantaggi del vuoto a rendere?
• Bottiglie a rendere in vetro possono essere riportate dal consumatore e poi riempite
nuovamente da 30 a 40 volte circa. Dopo non sono più utilizzabili (perchè danneggiate
o consumate) e possono essere riciclate come vetro. Bottiglie in vetro nuove contengono
dal 60 al 80 percento di vetro riciclato.
• Per la produzione di bottiglie di vetro nuove, ma anche di bottiglie PET o altre confezioni
per bibite, è necessaria una grande quantità di energia. Il processo di produzione provoca
inoltre danni all’ambiente, in particolare ad aria ed acqua.
• Il sistema di vuoto a rendere contribuisce alla riduzione dei rifiuti. Quando le bottiglie
di vetro non sono più adatte all’uso possono essere riciclate e riportate nel ciclo di
produzione di bottiglie nuove. Il consumo di energia è di gran lunga inferiore rispetto
alla produzione di bottiglie usate solo una volta.
Una curiosità sul vuoto a rendere. A Berlino, racconta Maurizio Pallante, «si è da tempo diffusa la moda di abbandonare queste bottiglie in posti in cui persone più bisognose possano raccoglierle e ricavarci una sorta di “guadagno”. Quando si vedono bottiglie vuote di birra nelle strade delle città tedesche, dunque, la cosa può essere stata fatta di proposito».


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