“In vista della conferenza sul clima di
Parigi molti governi stanno definendo obiettivi ambiziosi, delineando
strategie innovative, dagli Usa alla Cina, dall’India alla Danimarca. Il
nostro Paese non può rimanere in seconda fila nell’inesorabile processo
di decarbonizzazione dell’economia. Occorre che il governo Renzi stimoli un salto di qualità alle
politiche energetiche, industriali, dell’edilizia, dell’agricoltura in
coerenza con la gravità della sfida ambientale ed economica. Diversi
risultati significativi sono stati già raggiunti, si pensi al 43% della produzione elettrica da rinnovabili.
Quello che serve è rafforzare i trend in atto e far decollare nuovi
comparti con misure anticicliche in grado di dare occupazione”.
Con queste parole oggi a Roma in Campidoglio il Coordinamento FREE, che raggruppa 30 associazioni delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, ha presentato le proprie proposte per dare sostanza al Green Act annunciato da Renzi (vedi allegato in basso). “L’auspicio è che questo provvedimento rappresenti un deciso cambio di marcia,
allineando le politiche del nostro Paese a quelle più avanzate emerse
in molti paesi", ha dichiarato Gianni Silvestrini, presidente del
Coordinamento.
Le proposte sono articolate in dieci punti,
che vanno dalla promozione dell'economia circolare al rafforzamento
dell'industria green, passando per la valorizzazione del patrimonio
forestale nazionale.
Più nel dettaglio il Coordinamento rilancia l'introduzione di una carbon tax:
"Poiché la delega fiscale prevede che si approvi la carbon tax, che
entrerebbe in vigore solo quando adottata a livello europeo, il Governo
italiano deve agire con fermezza perché quanto già previsto da una
comunicazione della Commissione europea venga rapidamente trasformato in
Direttiva".
Il tema della tassazione ritorna anche per la promozione della mobilità elettrica.
Secondo FREE "occorrerebbe aumentare marginalmente la fiscalità sulla
grande platea dei veicoli maggiormente inquinanti e destinare gli extra
introiti al sostegno dei veicoli a minimo impatto".
Grandi aspettative sono poste sulla riqualificazione spinta del parco edilizio.
In questo senso, "un'adeguata rimodulazione del conto termico e dei
titoli di efficienza energetica, accompagnata da fondi di garanzia,
potrebbe attivare ingenti risorse private in grado di rimettere in moto
il comparto delle costruzioni e di sfruttare il nostro 'shale gas' rappresentato dall'inefficienza del parco edilizio".
Ampie le misure riguardanti le rinnovabili come: la promozione di una "gestione aggregata di
impianti contenenti rinnovabili non programmabili", che sarà
enormemente facilitata "dall'utilizzo esteso di accumuli
elettrochimici"; la stipula "di contratti a lungo termine
che evitano l'offerta di energia a costo zero", sostenendo "la
costituzione di aggregatori della domanda"; il potenziamento del
meccanismo SEU, consentendo l'accesso ai benefici per
"aggregatori" di domanda e offerta connessi direttamente, "anche tramite
la rete con obbligo di connessione di terzi".
Da un punto di vista strettamente normativo, si chiede l'emanazione di un nuovo schema di sostegno
che riguardi gli impianti di taglia piccola e media a servizio di
famiglie e PMI. Oltre all'introdurre di misure quali "l'eliminazione dei
divieti imposti dallo spalma incentivi volontario".
Infine, FREE punta a semplificare
lo sviluppo della micro cogenerazione, attraverso una serie di
provvedimenti, tra i quali: prevedere un metodo standardizzato di
riconoscimento dei Titoli di efficienza energetica (TEE) che prescinda
dalla valutazione caso per caso dei valori di risparmio energetico
ottenuti dalla specifica installazione; applicare anche alla
installazione di micro cogeneratori il beneficio della detrazione
fiscale al 65%.
fonte: http://www.qualenergia.it