Addiopizzo (www.pagochinonpaga.org) nasce dieci anni fa per iniziativa di alcuni amici universitari che avevano tentato di aprire un pub equo e solidale a Palermo. Sdegnati per il clima di diffusa acquiescenza nei confronti delle estorsioni mafiose, una sera affissero sui muri della città degli adesivi anonimi con su scritto: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. L’azione di “guerriglia comunicativa a bassa intensità” (la definizione è di uno di loro, Ugo Forello, allora studente di legge) ebbe un inaspettato successo. Ne parlarono i giornali, nacque il comitato, poi l’associazione che organizza una festa annuale del Consumo critico, infine fu lanciato il Manifesto sottoscritto da 10.000 persone che si impegnavano a fare i propri acquisti in negozi liberi dai ricatti della mafia.
Oggi sono oltre 900 i commercianti e gli imprenditori che espongono l’adesivo “Addiopizzo” (Per saperne di più vedi: Francesca Forno, La spesa a pizzo zero, Altreconomia). Un modo inedito per fare terra bruciata attorno alla mafia attraverso un boicottaggio alla rovescia che crea una rete alternativa di economia solidale tra commercianti e consumatori, un efficace deterrente antiracket apprezzato dall’allora procuratore generale Piero Grasso e ora anche dall’Alto Commissariato del ministero dell’Interno che ha generosamente finanziato un nuovo progetto: Addiopizzocard. Una vera e propria Card utilizzabile in una rete di esercizi commerciali e di servizi convenzionati indicati in una guida denominata “Spendi per bene”. Ci si trova di tutto: dall’informatica, all’abbigliamento, dalla salute alla ristorazione. I negozianti, le imprese, i professionisti che vi aderiscono (per ora sono 150, ma le adesioni crescono ogni settimana – dicono Valentina e Alessandra, giovani attiviste di Addiopizzo) si impegnano a versare una quota dei loro utili (dal 3 al 20 per cento a seconda delle tipologie commerciali) in un fondo per investimenti collettivi denominato Beni comuni vs Cosa nostra. Il compratore possessore della Card non ottiene alcun vantaggio personale diretto. Nessuno sconto sugli acquisti, ma la soddisfazione di partecipare al progetto e il diritto di sceglierlo con un voto. Quest’anno si può scegliere tra la riqualificazione di Piazza Maggiore o il parco urbano della Favorita. A giugno si conteranno i denari raccolti e le preferenze dei palermitani.
fonte: comune-info.net