Un’indagine in 56 pagine degli impatti dei pesticidi usati in agricoltura industriale sulla salute delle persone. Si presenta così il nuovo rapporto di Greenpeace, che arriva sulla scia di un dibattito sempre più caldo. Le preoccupazioni crescono nell’opinione pubblica, specialmente europea, dopo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), diretta emanazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità (WHO), ha definito il glifosato venduto da Monsanto come probabilmente cancerogeno per gli esseri umani.
Si è aperta nuovamente una questione politica, seppur mascherata da dibattito scientifico, che vede da una parte le lobby dell’agroalimentare
decise a ottenere profitti ad ogni costo, dall’altra movimenti rurali e
ambientalisti protesi nel tentativo di sovvertire lo status quo. In
questo dibattito, Greenpeace si affida ancora una volta alla letteratura
scientifica nel suo report “Pesticides and our Health: A Growing Concern”, indagando le pubblicazioni in tema di impatti sulla salute dei pesticidi comunemente utilizzati dall’agricoltura industriale.
«I pesticidi sintetici sono stati
ampiamente utilizzati in tutto il mondo dal 1950 – spiega l’introduzione
al dossier – Nel corso del tempo, molti di questi prodotti chimici sono
diventati estremamente diffusi nel nostro ambiente a causa del loro
utilizzo ampio e ripetuto. Alcuni necessitano di un tempo estremamente
lungo per degradare, tale che anche quelli vietati ormai decenni fa –
compreso il DDT – oggi si trovano comunemente nell’ambiente».
Le crescenti preoccupazioni per gli
effetti di queste sostanze chimiche ha prodotto molte ricerche negli
ultimi 30 anni, con studi che rivelano le associazioni statistiche tra
esposizione ai pesticidi e rischio di menomazioni dello sviluppo, disturbi neurologici e immunitari e alcuni tipi di cancro.
I più esposti alle malattie sono proprio
i lavoratori agricoli e le loro famiglie, avvolti dalle sostanze
tossiche durante tutto il ciclo della loro vita lavorativa. Per gli
adulti, gli studi hanno collegato l’esposizione dei pesticidi ad un’aumentata incidenza di diversi tumori – tra cui quello alla prostata e ai polmoni – e malattie neurodegenerative
come il Parkinson e il morbo di Alzheimer. Alcuni pesticidi possono
interrompere il normale funzionamento del sistema immunitario e
ormonale. Ci sono persone che, a causa del loro corredo genetico, hanno
maggiori probabilità di essere colpite dagli effetti tossici dei
pesticidi, ed è possibile che alcuni di questi impatti sul corpo possano
manifestarsi nelle generazioni future. Ciò significa che, anche se in
futuro le persone non dovessero essere esposte a queste sostanze
chimiche, potrebbero sviluppare ugualmente tumori e patologie.
Pesticidi e cancro: dov’è la pistola fumante?
Tuttavia, dimostrare che una sostanza
provoca indubbiamente una malattia è difficile. La retorica delle
multinazionali fa perno sul fatto che la maggior parte delle malattie
hanno molteplici cause e lunghe incubazioni. Per fare un esempio: non si
può discriminare chi vende pesticidi da chi vende automobili, che
provocano inquinamento atmosferico e contribuiscono a rovinare la salute
delle persone.
Probabilmente chi sceglierà una
soluzione radicale, abbandonando l’uso di pesticidi, erbicidi, ogm e
uscendo dal sistema agroalimentare dominato dai grandi gruppi
industriali, verrà tacciato di antiscientismo e sovversione. L’importante e non prestarvi orecchio: quel che consiglia Greenpeace è un ritorno all’agricoltura ecologica come unica soluzione per coltivare cibo sano e proteggere i nostri agricoltori, le loro famiglie e i nostri figli.
fonte. www.rinnovabili.it