La città ducale ha cambiato modello passando dal cassonetto stradale
alla raccolta porta a porta e alla tariffazione puntuale. Risultato? Più
qualità, con corrispettivi Conai per il materiale raccolto più che
triplicati, e meno costi di smaltimento
La città di Parma ha cambiato modello di raccolta rifiuti passando dal cassonetto stradale al porta a porta e alla tariffazione puntuale.
Il cosiddetto “multimateriale pesante” (vetro, plastica, metalli) è
stato sostituito da quello “leggero” (solo plastica e barattolame),
mentre per il vetro sono state scelte le campane stradali (migliori per
la purezza del materiale). Risultato? Più qualità, con corrispettivi
Conai per il materiale raccolto più che triplicati, e meno costi di
smaltimento: due elementi che hanno permesso di compensare i maggiori costi di raccolta e di investimento. Abbiamo intervistato l'assessore all'Ambiente della città ducale.
Assessore
Folli, guardando i dati Parma ha fatto grandi passi in avanti in
termini di raccolta differenziata. Quali sono state le innovazioni che
hanno permesso di ottenere questi risultati?
La grande
innovazione è stata l’introduzione del sistema porta a porta e della
tariffazione puntuale. Il cassonetto stradale avrebbe impedito di
superare certe percentuali ponendo anche problemi a livello di qualità
del materiale raccolto. Inoltre, introducendo il sistema porta a porta
integrale su tutta la città, abbiamo ridotto drasticamente i
conferimenti di rifiuto residuo da parte dei cittadini.
A che punto è l’introduzione della tariffazione puntuale?
Quando
siamo partiti nel 2012 con le prime trasformazioni al sistema porta a
porta sapevamo che il traguardo sarebbe stato l’adozione della tariffa
puntuale. Per questo motivo abbiamo distribuito fin da allora l’elemento
di verifica della misurazione puntuale: il bidoncino del residuo dotato
di un microchip che permette la lettura dei conferimenti del singolo
utente.
Abbiamo iniziato a leggere i dati nel gennaio 2015 per
un primo periodo di test. L’avvio vero e proprio è avvenuto nel luglio
2015. A fine anno avremo i primi risultati sui comportamenti dei
cittadini che avranno una parte della tariffa che sarà commisurata sul
numero degli svuotamenti: se un cittadino riuscirà a rimanere al di
sotto degli svuotamenti minimi avrà il massimo sconto possibile.
Per quanto riguarda i costi del servizio, ci sono state delle variazioni?
Cambiando
modello, abbiamo anche separato i due flussi che prima erano raccolti
con lo stesso bidoncino: si trattava del cosiddetto “multimateriale
pesante”, che includeva metalli, plastica e vetro. Quel tipo di raccolta
aveva poca resa in termini qualitativi. Abbiamo quindi separato i due
flussi: plastica e barattolame (multimateriale leggero) oggi vengono
raccolti insieme. Il vetro, invece, è raccolto separatamente con le
campane stradali (ad eccezione del centro storico dove ci sono piccoli
bidoncini con il foro calibrato). Tutto ciò ci ha permesso di triplicare
i corrispettivi Conai. L’aumento di questi ultimi, con la riduzione dei
costi di smaltimento, ha permesso di compensare i maggiori costi di
raccolta e di investimento, con un saldo tra il 2013 e 2014 che ha
addirittura visto diminuire il costo del servizio di circa 500 mila euro
rispetto all’anno precedente.
A proposito dei corrispettivi
per i materiali da raccolta differenziata, l’attuale ddl Concorrenza in
discussione in Parlamento potrebbe introdurre la nascita di nuovi
consorzi per la gestione di rifiuti di imballaggio. Lei cosa ne pensa?
Ritengo
che la possibilità di avere concorrenza e più soggetti che gestiscono i
materiali da imballaggio dia la possibilità di distribuire più risorse
ai Comuni. Questo è stato anche uno dei temi affrontati in sede di
accordo quadro tra Anci e Conai. Ci sono dei margini di miglioramento
rispetto a quelli che sono gli introiti derivanti dal trattamento di
questi materiali. Credo che il sistema di concorrenza possa dare dei
benefici. È ovvio che va gestita la fase di transizione. Oggi c’è un
sistema che garantisce gli introiti, non elevati rispetto alle nostre
aspettative, ma che comunque dà una garanzia sulle risorse sia in fase
di pianificazione sia a livello di sistema complessivo.
I
difensori dell’attuale modello sottolineano proprio la garanzia che il
sistema consortile unico fornisce rispetto alle fluttuazioni che si
possono avere sul libero mercato...
L’apertura alla concorrenza
è auspicabile. Da un punto di vista tecnico bisognerebbe studiare i
passaggi per non trovarsi sorprese negative rispetto alle intenzioni
iniziali. Occorre quindi governare questa transizione cercando di
prevedere quelle che possono essere le situazioni critiche che possono
venirsi a creare.
fonte: www.ecodallecitta.it
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