Expo a Milano. O a Lampedusa?

121 Sud della Libia. Waw Kabir. Orti del deserto
I – La fame nel mondo…
Ci sono nel mondo più di un miliardo di persone che soffrono la fame tutti i giorni. Nessuno di loro sa dove stia Milano nella carta geográfica. Ci sono nel mondo più o meno 50 transnazionali che controllano il commercio mondiale di cereali, latticini, alimenti in generale, oltre a controllare veleni, fertilizzanti chimici e supermercati. Loro saranno a Milano. Negli anni 50, l’allora direttore generale della Fao, il brasiliano  Josué de Castro sosteneva, nel libro “Geografia della Fame”,  che questo problema non derivava da cause naturali, ma era risultato del modo in cui imprese e governi controllavano i prezzi, la produzione e la distribuzione degli alimenti nel mondo.

II – Le cause della fame…
Le grandi imprese dell’agrobusiness, intrecciandosi con il capitale finanziario, controllano l’accesso ai beni della natura, terra, acqua, biodiversità. Controllano il commercio dei prodotti agricoli. Impongono i loro prezzi e i loro tassi di profitto. Indipendentemente dal costo di produzione e dal paese. Hanno imposto la proprietà privata di esseri viventi come le sementi, attraverso la registrazione dei semi transgenici, per ottenere maggiori profitti attraverso la vendita combinata dei semi e dei veleni. Siccome nessuno sa quali siano realmente i loro  effetti sulla salute umana dovrebbe almeno essere rispettato il diritto alla precauzione!
Loro non producono alimenti, producono solo merci in cambio di profitto. Vogliono trasformare il mondo in un grande  porcaio, dove ogni essere umano possa comprare, se ha i soldi, lo stesso cibo, a  Honk-kong, Città del Messico. Los Angeles, Londra, Città del Capo, Mumbay…. Le imprese transnazionali impongono la monocultura, su larga scala, alla ricerca del massimo profitto. Uccidono la biodiversità con i loro veleni, alterano il clima e causano molte malattie a tutti gli esseri umani con i loro prodotti tossici.
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E poi guadagnano ancora più denaro vendendo le medicine per curare quelle malattie che loro stesse hanno provocato. Le stesse imprese che oggi uccidono la natura con i loro veleni hanno aiutato a uccidere milioni di esseri umani nei campi di concentramento nella seconda guerra mondiale con i loro gas. Più tardi hanno ucciso migliaia di vietnamiti con il loro agente arancio. E ora distribuiscono glifosato come se fosse necessario.
III – Quel che vogliamo…
Gli alimenti non possono essere merci. Gli alimenti sono un diritto che ogni essere umano possiede per riprodurre la sua vita su questo pianeta insieme a tutti gli altri esseri viventi. Le persone hanno bisogno di alimenti, che sono l’energia riproduttiva della vita sul pianeta. L’essere umano può e deve produrre i suoi alimenti in ogni habitat in cui vive. Così è stato lungo la storia dell’umanità. Il ruolo dei governi e degli stati è sviluppare politiche pubbliche di appoggio all’organizzazione della produzione di alimenti in ogni regione. Ma la maggioranza dei politici e dei governi sono stati sequestrati dagli interessi delle grandi imprese, che finanziano le loro campagne e i loro interessi.
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Noi movimenti di agricoltori sosteniamo l’adozione delle tecniche dell’agroecologia, come forma per produrre più alimenti sani e in equilibrio con gli altri esseri viventi della natura. Chi  soffre la fame, non ha lavoro, terra, acqua e reddito lì dove vive non è colpevole! Certamente non si risolverà il problema della fame, realizzando esposizioni per migliorare l’immagine delle imprese che causano la fame.
Se vogliarmo realmente combattere la fame sarebbe meglio organizzare un’esposizione di alimenti e pratiche produttive a Lampedusa.

Joao Pedro Stedile
brasiliano, storico militante di La Via campesina internazionale e della causa della sovranità alimentare.

fonte: http://comune-info.net

‘World fair trade week’: all’anti-Expo con ‘AltraQualità’ Ferrara è nel mondo del commercio etico

‘World fair trade week’: all’anti-Expo con ‘AltraQualità’ Ferrara è nel mondo del commercio etico
Tra due settimane inizia la World fair trade week, il ‘contraltare’ di Expo 2015 Milano. Dal 23 al 31 maggio infatti Milano diventerà capitale mondiale del commercio equo con 300 delegati da tutto il mondo, 240 espositori, oltre 100 ricercatori. A promuovere l’evento mondiale sono Wfto – World fair trade organization (Organizzazione mondiale del commercio equo), il suo corrispondente italiano Agices – Equo Garantito (Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale), in collaborazione con il Comune di Milano. Ma tra gli effettivi ideatori, promotori e organizzatori anche una delle maggiori cooperative di commercio equo italiane, AltraQualità di Ferrara. Il presidente David Cambioli ci racconta come è nato e come si svolgerà questo evento di portata internazionale che ha una forte matrice ferrarese.
E’ un caso che la Settimana del commercio equo mondiale sia stata organizzata proprio in concomitanza con Expo o è stata una scelta?

Non è un caso, all’ultima edizione della World fair trade week, nel 2013 a Rio de Janeiro, noi come Agices abbiamo proposto di organizzare l’edizione del 2015 in Italia, affiancandola ad Expo che per i temi affrontati, il diritto al cibo e alla sovranità alimentare, si sposava particolarmente bene con il commercio equo e solidale, noi da sempre ci occupiamo di queste tematiche, anche se da una prospettiva piuttosto diversa. La nostra proposta è stata accettata e anche il periodo era perfetto perché la World fair trade week si svolge abitualmente tra maggio e luglio. Abbiamo quindi coinvolto il Comune di Milano che ha mandato un suo funzionario già a Rio de Janeiro, siglando di fatto il passaggio ufficiale delle consegne. Da allora è partita la nostra macchina organizzativa e la World fair trade week 2015 [vedi] rischia di diventare l’evento più importante che ci sia mai stato al mondo sul commercio equo.
In cosa consiste l’evento e cosa potremo trovare alla World fair trade week?
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Calendario eventi della Settimana mondiale del commercio equo e solidale
Oltre alla consueta Conferenza biennale del Wfto (24/27 maggio) [vedi] a cui parteciperanno oltre 300 delegati delle organizzazioni di commercio equo provenienti da ogni parte del mondo, abbiamo organizzato altri eventi collaterali di grande interesse: il “Fair & ethical fashion show” (spazio ex Ansaldo di zona Tortona, 22/24 Maggio) [vedi], tre giorni di esposizione dove il mondo della moda coniugherà tessuti, stili, tendenze con la responsabilità della filiera produttiva; la “Fair cuisine” (evento diffuso, 16/31 maggio) [vedi], settimana in cui una settantina dei migliori ristoranti della città e non solo proporranno menù con prodotti equosolidali; poi la “Milano fair city” (Fabbrica del vapore, zona Garibaldi, 28/31 maggio) [vedi], che è l’evento centrale della manifestazione, prima fiera mondiale del commercio equo, con circa 240 espositori di cui 70 produttori provenienti da tutto il mondo, Africa, Asia, America latina (mai tanti produttori sono stati raggruppati insieme), organizzazioni di commercio equo e associazioni di economia sociale e solidale italiane e un nutrito programma culturale. Infine, un Simposio al Politecnico di Milano Bovisa (29/31 maggio) in cui interverranno professori e ricercatori da tutto il mondo che si confronteranno su tematiche relative al commercio equo [vedi].
In che termini ha contribuito AltraQualità nell’organizzazione dell’evento?
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Locandina dell’evento
Per quanto riguarda l’aspetto organizzativo siamo completamente coinvolti, perché siamo tra gli organizzatori della World Fair Trade Week 2015. Inoltre abbiamo proposto l’evento sulla moda etica, personalmente sono anche il responsabile dell’organizzazione del “Fair & ethical fashion show”. Per quanto riguarda iniziative particolari, assieme ai nostri partner di Scambi Sostenibili (centrale equosolidale di Palermo) e a ChocoFair (organizzazione che costruisce progetti di filiera equosolidale sul cacao), abbiamo organizzato un incontro per presentare un nuovo prodotto, la crema spalmabile “Sabrosita” realizzata in Italia da Nco Nuova cooperazione organizzata con il cacao prodotto dalla Cooperativa colombiana Asoprolan. Nco lavora su terreni confiscati alla criminalità organizzata nelle aree del casertano, mentre Asoprolan si occupa di convincere gli agricoltori ad abbandonare la coltivazione della coca, sostituendola con il cacao di elevata qualità.
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Nando Dalla Chiesa
All’incontro, oltre ai rappresentanti delle nostre cooperative, abbiamo invitato il presidente di Asoprolan, una delle responsabili colombiane di Unodoc, l’agenzia delle Nazioni unite che lotta contro il traffico di stupefacenti e che sostiene i produttori in questione, e Nando Dalla Chiesa, professore associato di Sociologia della criminalità organizzata e presidente onorario di Libera.
Quindi non solo commercio equo in senso stretto, ma etica, rispetto per l’ambiente, cooperazione e legalità…
Sì, abbiamo cercato di dare un taglio ampio per mostrare tutti gli aspetti cha possono contribuire a creare un’economia alternativa. Il focus della settimana consisterà nel rendere evidente l’impegno di cooperative, imprese ed organizzazioni che a vario titolo vincolano la propria attività produttiva e commerciale al perseguimento di una giustizia economica che rispetta persone e ambiente, contribuendo alla riduzione di povertà, esclusione sociale e dissesto ambientale.
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Il logo della Fiera mondiale della moda etica
Per quanto riguarda il “Fair & ethical fashion show” l’idea è stata quella di mettere insieme a Milano, capitale della moda in Italia e non solo, diverse esperienze di moda gestite con criteri etici, secondo diverse declinazioni. Questo per capire e mostrare qual è lo stato dell’arte, quali sono gli attori che ci lavorano e quelli che se ne stanno interessando, e stimolare la creazione di una rete di rapporti tra di essi. Come AltraQualità ci siamo sentiti di lavorare all’organizzazione di questa fiera perché promuovere un discorso di moda etica è uno dei nostri interessi principali: insieme ad Altromercato, siamo le sole cooperative in Italia a sviluppare collezioni di abbigliamento e accessori equosolidali. Come AltraQualità abbiamo creato un marchio di abbigliamento etico che si chiamaTrame di storie”[vedi] creato dalla nostra stilista Maria Cristina Bergamini [vedi]. In questo senso, Milano sarà una grande vetrina per noi operatori di moda etica dato che non abbiamo molte occasioni per farci conoscere e nemmeno grosse risorse da investire in piani di comunicazione e marketing del prodotto.
Il 24 aprile scorso si è svolto il Fashion Revolution Day [vedi], organizzato a livello mondiale in occasione dell’anniversario della strage di Rana Plaza. Il tema della moda etica è di estrema attualità.
E’ così, la nostra idea è sempre stata quella di far uscire la moda etica dall’ambito ristretto del commercio equo e coinvolgere tutti gli operatori della moda e dell’abbigliamento per mostrare loro che un abito può essere bello ed etico allo stesso tempo: sono ormai passati i tempi in cui l’abbigliamento etico era considerato un prodotto per cooperative e associazioni del settore; ora ci sono invece marchi che si sono specializzati e fanno prodotti di alta qualità sia dal punto di vista del design che dei tessuti.
In un certo senso quindi ogni azienda potrebbe fare moda etica, giusto?

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Modello di Yoj di Laura Strambi, marchio italiano che utilizza tessuti di produttori di commercio equo
Assolutamente sì, tutte le aziende di abbigliamento possono fare moda etica, anche le grandi firme se lo fanno con determinati criteri, come garantire una giusta retribuzione e ambienti di lavoro decenti, evitare il lavoro infantile, porre un’attenzione particolare al fattore ambientale perché, in pochi lo sanno, ma l’abbigliamento ad oggi è purtroppo il settore che genera il maggiore impatto negativo sull’ambiente, sia a livello di produzione (colori e tinte), sia a livello di coltivazione delle fibre (utilizzo enorme di acqua), sia a livello di rifiuti: negli ultimi quindici anni la quantità di rifiuti tessili è cresciuta in maniera esponenziale, milioni di tonnellate gli scarti prodotti ogni anno. Questo perché l’abbigliamento da una trentina d’anni funziona con l’idea dell’‘usa e getta’, con collezioni che cambiano molto spesso, inducendo la gente ad acquistare e buttare, comprando e indossando capi a buon mercato, che durano poco perché di qualità pessima, prodotti senza nessun rispetto per i lavoratori e per l’ambiente. E’ chiaro che seguendo criteri etici forse alcuni dovranno rinunciare a profitti enormi così come non si potranno più vendere magliette a pochi euro. Fare moda etica è ormai un’esigenza imprescindibile per tutti coloro che lavorano nel settore, perché la sensibilità sta crescendo a livello internazionale e ci sono sempre più persone che chiedono una particolare attenzione alle modalità di produzione.
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Maglie di Yoj di Laura Strambi, stilita di grandi marche
Per concludere, penso che moda etica non sia un settore o una nicchia, si tratta di moda tout court. Forse più che di moda etica dovremmo parlare di etica nella moda. Un abito di un grande stilista può essere etico se segue i criteri di cui sopra. Ad esempio, all’interno del “Fair & ethical fashion show” saranno esposti abiti disegnati e confezionati appositamente con i tessuti di produttori di commercio equo da una casa di moda che da anni lavora nell’ottica della sostenibilità, Yoj di Laura Strambi, una nota stilista milanese che ha lavorato per grandi firme. Questo è il futuro della moda che vogliamo indicare attraverso il Fair & ethical fashion show”.

fonte: http://www.ferraraitalia.it

Piu occupazione e minor costi con il Porta A Porta.


La prossima volta che sentirete il vostro Sindaco affermare che la raccolta differenziata Porta a Porta non si può fare perché costa troppo, intervenite per ricordargli che è passibile di denuncia per diffusione di notizie false e tendenziose e, in ogni caso, sottolineate il fatto che non è informato e questo, per chi amministra il bene pubblico, è una grave colpa.
La verità è che la raccolta differenziata Porta a Porta, a conti fatti, costa molto meno della raccolta tradizionale e crea nuova e stabile occupazione.

Ed è anche una leggenda metropolita l'altra litania che il porta a porta si può fare solo nei piccoli comuni, se l'assessore all'Ambiente del Comune di Milano,  Pier Francesco  Maran ci ha tenuto ad informare il suo collega di Parigi che, con l'introduzione della raccolta della frazione umida su tutta Milano, le casse comunali avevano risparmiato ben 300.000 euro, reinvestiti in nuovi servizi a favore della città.

Conti più precisi vengono dai bilanci di Contarina SpA , una società inetramente pubblica che gestisce la raccolta dei materiali post consumo di Treviso ( 85.000 abitanti) e di altri 49 comuni della provincia trevigiana, per un totale di 554.000 abitanti.

Da alcuni anni tutti questi comuni sono serviti con il Porta a Porta e cittadini e aziende pagano in proporzione alla quantità di materiali non differenziati (tariffazione puntuale).

Nel 2014,  i comuni serviti dal Consorzio hanno differenziato l'85% dei loro scarti e, udite udite, le famiglie hanno pagato questo servizio meno degli altri utenti, sia a livello nazionale che a confronto del nord Italia:  in media solo 179 € all'anno, ,  contro 226 € del nord Italia e i 245 € della media nazionale.
Fig. 1. Tariffe rifiuti 2013 a confronto

 E i costi a carico del Consorzio?
Fig. 2. Costi annuali per abitante del servizio di raccolta e trattamento rifiuti



La Figura 2 mostra come, nel 2011, a fronte di un costo medio nazionale di 195 € ad abitante servito, il costo del Consorzio Contarina è stato  di 102 €,  novantatre euro in meno, decisamente un bel risparmio.

Questo risparmio è stato prodotto dai costi evitati per lo smaltimento e i ricavi ottenuti con la vendita delle frazioni dei materiali raccolti in modo differenziato

E l'occupazione?
Fig. 3 Andamento percentuale dell'occupazione in Italia e dei dipendenti assunti dal Consorzio Contarina (2002-2014)

La Figura 3 mostra come, nel corso degli ultimi 12 anni,  grazie ai risparmi ottenuti con il passaggio alla raccolta porta a porta, il Consorzio abbia progressivamente aumentato i propri addetti (un aumento di oltre il 150%) per poter offrire un servizio adeguato ai propri utenti, a fronte di un drammatico calo dell'occupazione nazionale a partire dal 2008 quando è iniziata la pesante crisi economica che ancora non ci molla.

Sono notizie che i lavoratori delle nostre aziende di Igiene Urbana e i loro sindacati dovrebbero conoscere e meditare.

fonte: http://federico-valerio.blogspot.it/

Xylella: blitz della Forestale al CNR, Codacons chiede risarcimento per gli agricoltori

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Xylella fastidiosa, gli ulivi del Salento sono in pericolo a causa del "batterio killer" o delle eradicazioni ordinate dall'Unione Europea? Ci sono dei colpevoli per la diffusione della Xylella nel Salento? Siamo ancora alla ricerca di risposte.
Le ultime novità riguardano un blitz delle Fiamme Gialle e del Corpo Forestale dello Stato che hanno sequestrato computer e documentazione sulla Xylella presso il CNR di Bari, presso la Facoltà di Agraria e in due centri di ricerca pugliesi.

Si è trattato di una perquisizione a sorpresa ordinata dalla procura di Lecce. Si vogliono accelerare le indagini dopo le direttive europee sulle eradicazioni degli ulivi sia malati che sani, ma a rischio di contagio.
Nelle scorse settimane si era parlato della diffusione della Xylella a partire da piante ornamentali infette dal batterio provenienti dalla Costa Rica. Ma gli investigatori non sarebbero convinti di questa ipotesi.
Al momento l'ipotesi di reato è quella di diffusione colposa di una malattia delle piante. Ecco il sospetto maggiore: le decisioni dell'UE per l'eradicazione degli ulivi non avrebbero basi scientifiche.
Il vero pericolo per gli ulivi del Salento dunque sarebbero le stesse eradicazioni. Tra cittadini e agricoltori circolano diverse ipotesi sull'argomento: dai piani per la distruzione dell'economia pugliese per favorire la produzione olivicola in altri luoghi alla necessità di eliminare gli ulivi del Salento per fare spazio alla costruzione di un gasdotto.
Visti gli ultimi sviluppi, il Codacons ha deciso di dare il via ad un'azione legale a favore dei soggetti danneggiati, con particolare riferimento agli olivicoltori del Salento, dei cittadini e dei proprietari terrieri.
"Abbiamo deciso di lanciare oggi una costituzione di parte offesa di massa nell'indagine della Procura, in favore di cittadini, coltivatori e proprietari terrieri del Salento, pesantemente danneggiati dalle conseguenze del batterio Xylella"spiega l'associazione "Attraverso tale costituzione, infatti, i soggetti lesi dalla distruzione degli ulivi potranno avviare l'iter per ottenere il giusto risarcimento dei danni materiali e morali subiti, nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili della diffusione della malattia o di eventuali omissioni o negligenze sul fronte della prevenzione".
Il Codacons propone una costituzione di parte offesa di massa nell'indagine della Procura. I soggetti lesi dalla distruzione degli ulivi potranno avviare l'iter per ottenere il giusto risarcimento dei danni materiali e morali subiti. A risarcire i danni dovranno essere cloro che saranno ritenuti responsabili della diffusione della malattia o di eventuali omissioni o negligenze sul fronte della prevenzione.
Dunque il Codacons invita tutti i residenti della zona e coloro che possiedono ulivi nelle aree colpite dal batterio ad aderire all'azione risarcitoria, inviando una mail all'indirizzo info@codacons.it, per ricevere tutte le istruzioni sulla costituzione di parte offesa.

fonte: www.greenme.it



TANTI PROBLEMI, UNA SOLUZIONE: EM-TECHNOLOGY



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Nel 1982 l'agronomo giapponese Teruo Higa, docente di Orticoltura presso la facoltà di Agraria dell'Università di Ryukuyus a Okinawa (Giappone), ha pubblicato ufficialmente i risultati della sua sensazionale scoperta, mirata alla sostituzione, in agricoltura, dell'utilizzo dei concimi e fertilizzanti chimici, nonché dei diserbanti e dei pesticidi.
Egli ha sviluppato una particolare miscela di microrganismi, capace di influenzare positivamente ogni ambiente microbico, rigenerandolo.
La miscela è  formata da tre gruppi fondamentali di microrganismi benefici: lieviti, batteri lattici e batteri fotosintetici, sia aerobici che anaerobici, non modificati geneticamente, esenti da qualsiasi effetto collaterale, così com'è stato ampiamente dimostrato nel corso di tutti questi anni dalla scoperta ad oggi, nelle infinite applicazioni effettuate in tutto il mondo.
Essi convivono in una coltura fluida e si integrano nella loro attività, vivendo in simbiosi tra loro, traendo nutrimento l'uno degli scarti dell'altro.
Il controllo della degenerazione e della rigenerazione è tutto nelle mani di queste minuscole creature, che riescono ad irrobustire e indirizzare positivamente l'ambiente microbico esistente, in modo tale da poter sviluppare i vari processi in azioni positive.
Riescono quindi a creare una perfetta sintropia, invertendo i processi degenerativi: in altre parole gli EM rallentano i processi di invecchiamento, portando le funzioni dell'energia vitale ad un nuovo livello.
Gli EM, al contrario degli antibiotici, non uccidono i germi patogeni, ma ne rallentano l'attività inibendone la riproduzione, grazie all'ambiente pro-biotico che determinano.
I risultati ottenuti con l'utilizzo della EM TECHNOLOGY sono stati presentati dal Prof. Higa al congresso internazionale dell'I.F.O.A.M. (International Foundation for Organic Agricolture) nel 1986 negli Stati Uniti d'America. Oggi in più di 120 paesi viene utilizzata questa tecnologia in diversi settori; in 61 nazioni si produce la miscela EM-1 direttamente su licenza rilasciata dal Prof. Higa e sono 15 gli stati che hanno adottato ufficialmente la EM Technology sia per l’agricoltura che per il risanamento ambientale.
In Italia il suo utilizzo è appena iniziato e nel corso del 2014 sono uscite le prime ricerche universitarie che ne attestano l'efficacia.
È fondamentale rendersi conto come tutta l'esistenza sul nostro pianeta sia determinata dai microrganismi che si trovano ovunque sul nostro pianeta.
Le applicazioni degli EM sono molteplici e varie, spaziando dall'agricoltura alla zootecnia, dall'ittica all'ambiente, dalla bioedilizia al trattamento dei rifiuti e delle acque reflue, dalla salute al benessere. Il loro impiego è globale.
AGRICOLTURA: oggi siamo costretti, per poter soddisfare la domanda alimentare, a coltivare qualsiasi tipo di terreno anche quelli soggetti a diverse forme di inquinamento (metalli pesanti, diossina, radioattività ecc.)con l'evidente risultato di avvelenare i consumatori, compromettendone la salute.
La EM Technology riesce a risolvere tutti i problemi dell'agricoltura permettendo di ottenere i seguenti risultati:
bonifica ambientale ( sia per l'assenza di pesticidi e di concimi chimici nella coltivazione, sia per l'effetto di bonifica della contaminazione di diossina, metalli pesanti, finanche della radioattività), aumento delle rese con minori necessità di lavorazioni del terreno, miglioramento significativo della qualità dei prodotti e l'aumento della durata della loro conservazione, dovuto al potente effetto antiossidante della miscela EM, che si traduce in un minore utilizzo di tutti i sistemi chimici e fisici di conservazione dei prodotti agricoli.
In sostanza l'utilizzo degli EM garantisce, insieme alla facilità d'uso, una diminuzione significativa dei costi di produzione, nonché una ritrovata tutela della salute degli operatori e una garanzia economica attraverso un reddito certo generato da un prodotto superiore sia in quantità che in  qualità e, soprattutto,  realmente biologico.
ZOOTECNIA: anche in questo settore la EM Technology si è dimostrata altamente efficace. Nella gestione di un allevamento zootecnico (bovini, ovini, suini, ecc.) i fattori imprescindibili da tenere presenti sono: ambiente , salute, alimentazione, riciclo dei rifiuti, metodologie di applicazione. Irrorando periodicamente tutta la stalla con una soluzione diluita di EM, si previene l'insorgere dei processi putrefattivi e conseguentemente si impedisce la proliferazione di larve di mosca, generalmente presenti nel manto degli animali e in tutto il loro spazio vitale.
Gli EM, con la loro forte carica antiossidante, sanano l'ambiente migliorando la vivibilità della stalla producendo i seguenti risultati: igienizzazione degli ambienti, abbattimento dei cattivi odori, miglior assorbimento dei liquami e dei letami da parte del terreno e delle piante. L'aggiunta di EM al mangime stabilizza e migliora la microflora intestinale degli animali aumentandone la vitalità e le difese immunitarie, con conseguente aumento della resistenza ai patogeni e alle situazioni di stress. Questi i miglioramenti prodotti: riduzione significativa dell'uso di medicinali con conseguente abbattimento delle spese veterinarie, aumento della produzione e della qualità della carne o del latte, nonché del numero delle nascite.
ITTICOLTURA: l'uso degli EM nel campo dell'acquacoltura ha dato ottimi risultati sia per quanto riguarda la produzione che per la conservazione. La somministrazione di mangimi altamente nutrienti e di antibiotici sono la diretta conseguenza dell'impoverimento delle condizioni dell'acqua, del cattivo odore che da queste si sprigiona e della formazione di fanghi sui fondali. L'introduzione degli EM nel mangime rende il pesce molto più attivo e annulla i focolai di malattie. L'agevolazione dell'attecchimento degli EM nell' habitat del pesce favorisce la prevalenza dei batteri utili che combattano in modo efficace l'inquinamento idrico preesistente agevolando la decomposizione del fango presente sul fondale. In Thailandia per esempio, dove questa tecnologia è molto diffusa, alcune banche chiedono agli itticoltori, come garanzia per il finanziamento, l'utilizzo degli EM. Per riassumere, i benefici apportati dalla Tecnologia EM in itticoltura sono: significativo miglioramento della qualità dell'acqua e conseguente riduzione dell'acqua utilizzata (necessaria per un frequente ricambio), minori costi di gestione sia in vasca che in mare aperto, riduzione dei cattivi odori, eliminazione dell'uso degli antibiotici, aumento della quantità e qualità di pesci, mitili e crostacei prodotti.
IGIENE E PULIZIE DELLA CASA: usare la Tecnologia EM per le pulizie delle nostre case consente di conseguire risultati straordinari dal punto di vista igienico e salutare. Si possono usare per tutte le operazioni di pulizia della casa ( pavimenti, piastrelle, cucina, mobili, tappeti, tende, divani, bagno, sanitari, piatti, pentole, bicchieri, stoviglie, panni e indumenti di qualsiasi tipo). Il loro utilizzo permette l’eliminazione, pressoché totale, di tutti i detersivi e prodotti chimici che sono fonte di forte inquinamento del pianeta. Senza alcuna contro indicazione ci permettono di ridurre di oltre il 50% il tempo impiegato normalmente per le pulizie di casa perché rallentano la formazione dello sporco e della polvere e determinano, negli ambienti trattati, l’insediamento di una microflora pro-biotica che produce effetti rigenerativi nelle nostre abitazioni con effetti positivi sulla salute di chi ci abita.
In pratica questi sono i benefici più importanti: eliminazione di tutti i prodotti chimici per le pulizie e l’igiene, risanamento degli ambienti domestici, considerevole risparmio di tempo e di denaro ( più di 1.000 € all’anno per famiglia), immissione nel circolo degli scarichi urbani di una massa enorme di microrganismi che riproducendosi producono importanti effetti di disinquinamento delle acque reflue e dell’ambiente in generale.
ACQUE REFLUE: l'inquinamento idrico e il trattamento delle acque reflue hanno un forte impatto ambientale con conseguenti ricadute sulla nostra salute, sulla flora e sulla fauna. L'impiego degli EM in tutti i settori favorisce le fermentazioni biologiche a scapito delle putrefazioni con grande ed evidente beneficio per l'ambiente. La EM Technology è già stata applicata con successo in più di 120 Paesi per il risanamento di laghi, fiumi, depuratori, acque reflue di alberghi, condomini, scuole ecc. Questi sono i risultati ottenuti: purificazione effettiva dell'acqua, eliminazione dei cattivi odori, scomparsa degli insetti solitamente presenti in acque sporche, notevole riduzione dei fanghi e delle alghe, minori spese di gestione, maggiore tutela della salute degli addetti ai lavori e degli abitanti, riciclo delle acque. Per quanto riguarda i depuratori si ha la possibilità di riutilizzare i fanghi ( comunque presenti in misura minore) come compost di qualità.
SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE: la gestione della varietà e del massiccio incremento del volume di rifiuti prodotti dalle società evolute diventa un problema ogni giorno più critico da gestire per l'umanità intera, per le conseguenze che si hanno sull'ambiente. Attualmente, fatta eccezione per la EM Technology, non si conoscono formule in grado di risolvere, anche parzialmente, questo problema.  Anche in questo settore la sperimentazione fatta in tutto il mondo ha dato risultati ottimi ovunque, anche per la bonifica di terreni altamente inquinati da diossina, da prodotti di sintesi chimica (detersivi, pesticidi ecc.), da metalli pesanti finanche da radiazioni nucleari (test positivi sono stati fatti a Chernobyl e attualmente sono in corso a Fukushima). Ne deriva un sensibile miglioramento della qualità degli ambienti di lavoro, una notevole riduzione dei costi nell'utilizzo di deodoranti, disinfettanti e pesticidi abbinata ad una drastica riduzione dei tempi necessari alla produzione del compost.
EDILIZIA,COSTRUZIONI: contrastano le sostanze tossiche
Il problema “della sindrome della casa malata”, recentemente emerso, ha portato ad una sempre maggiore consapevolezza nella scelta dei materiali utilizzati nelle costruzioni abitative. Le esalazioni delle pitture, dei nuovi materiali da costruzione e degli adesivi, possono essere causa di malesseri e di malattie che  si manifestano molto lentamente nel tempo e che determinano uno stato di prostrazione generale. Nell'industria delle costruzioni è possibile migliorare la funzionalità dei prodotti e dei materiali aggiungendo EM-1 o EM-X, con il risultato di aumentarne notevolmente la durata a causa del forte potere antiossidante.
SALUTE E BENESSERE: la buona salute di ogni individuo dovrebbe dipendere più dalla prevenzione che dalla cura. L'uso degli EM, come abbiamo visto, opera sui cibi, sull'acqua, sull'atmosfera, in pratica su tutto, perché, come inizialmente evidenziato, la vita sul nostro pianeta è interamente determinata dai microrganismi.
La EM Technology  rappresenta il modo più semplice, efficace e al tempo stesso economico, per assicurare detto benessere.
Nel nostro apparato digerente ci sono batteri in quantità 10 volte superiore a quella delle cellule che compongono il nostro corpo.
La stessa cosa si verifica sulla superficie della nostra pelle che, insieme all'apparato gastro-intestinale, rappresenta la prima barriera contro le sostanze nocive e patogene provenienti dall'esterno. Oltre 800 specie di microrganismi costituiscono la cosiddetta microflora che aiuta a digerire, a metabolizzare e a sintetizzare gli alimenti che ingeriamo. Non tutti questi microrganismi sono però in grado di difendere il nostro corpo da sostanze tossiche e da germi patogeni.
Gli EM con la potente azione antiossidante che svolgono, proteggono l'organismo dalla colonizzazione di germi patogeni e favoriscono il mantenimento dello stato di benessere del corpo. In particolare la potente azione antiossidante è in grado di rompere le reazioni causate dall'ossigeno attivo e la conseguente ossidazione che comporta l'insorgenza di radicali liberi.
Lo staff del Prof. Higa sta studiando da anni l'attività anti colesterolo degli EM. Da questi studi sembra che, degradando gli acidi biliari (derivanti dal colesterolo), si induca il fegato a sintetizzare la metà del colesterolo che di norma viene prodotto giornalmente dall'organismo, mentre il colesterolo che deriva dalla nostra alimentazione viene assorbito per intero dai microrganismi stessi. Questi batteri producono anche sostanze antimicrobiche come gli acidi organici ( acido acetico, lattico e formico), creando un ambiente acido e povero di ossigeno che limita lo sviluppo di specie batteriche patogene come l'escherichia coli e la salmonella. Da queste ricerche è anche emerso che favoriscono la peristalsi intestinale e aderiscono alle pareti intestinali, producendo la mucina, sostanza che impedisce ai germi di attecchire.
Come risulta evidente da questo breve escursus,  gli utilizzi della EM Technology sono pressoché infiniti e l'unica limitazione potrà venire unicamente dalla nostra fantasia ma, soprattutto, dalla nostra volontà di approfondire e di voler imparare a conoscerli.
Entrare in un giusto rapporto con questa tecnologia ci porterà dei benefici inimmaginabili e soprattutto ci farà vedere la vita da una prospettiva completamente diversa, ribaltata.
Potremo definitivamente trasformare il nostro attuale stile di vita da vizioso a virtuoso, potremo dire a testa alta che non siamo più inconsapevoli inquinatori della nostra terra, ma che invece contribuiamo attivamente a risanarla.  Imparando ad usarli quotidianamente capiremo, ogni giorno di più, quanto sono importanti per la nostra esistenza e questo ci aiuterà a prendere realmente coscienza del nostro ruolo nel ciclo vitale. 

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Borgogiglione, Magione: Consiglio Comunale prende atto delle irregolarità in discarica


Logo Osservatorio BorgogiglioneAnche il Consiglio Comunale di Magione, nella seduta di Lunedì 5 Maggio 2015, ha preso atto della diffida della Provincia di Perugia (pubblicata dall’Osservatorio) per le molteplici inadempienze della TSA s.p.a. nella gestione della discarica di Borgogiglione.
I consiglieri di opposizione si sono fatti portavoce delle preoccupazioni dei cittadini e hanno lamentato la “mancata trasparenza” finora dimostrata dall’Amministrazione.
Purtroppo, non è disponibile la registrazione della seduta “in streaming“: la strumentazione tecnologica predisposta dal Comune per meglio coinvolgere la cittadinanza proprio quel giorno non funzionava.

Rimangono ancora in silenzio-stampa gli amministratori di Perugia (il Sindaco è anche Presidente dell’Ambito Territoriale).

Certo, per loro è dura dire qualcosa che può dar fastidio ai vertici della GESENU s.p.a., la principale società partecipata del Comune!

fonte: osservatorioborgogiglione.it

Comieco: 240 mila euro a Messinambiente per potenziare la raccolta differenziata



PalaComieco a Messina. Dal 7 al 10 maggio la seconda tappa del tour 2015 vi dà appuntamento in Piazza Duomo. Approdano nel cuore della città i nuovi padiglioni della grande struttura itinerante  di Comieco che da oltre 10 anni porta  il magico spettacolo del riciclo di carta e cartone nelle piazze italiane.

Nell’ambito del Programma di sviluppo raccolta al Sud, Comieco stanzia oltre 200mila euro e firma un accordo con Comune di Messina e Messinambiente Spa con l’obbiettivo di raccogliere 4mila tonnellate in più di carta e cartone in 1 anno.
Messina, 7 Maggio 2015 – Inaugurato oggi a Messina il PalaComieco, la storica struttura itinerante che da 10 anni sensibilizza adulti e bambini di tutta Italia sul tema del riciclo e della raccolta differenziata di carta e cartone. Fino al 10 maggio, le nuove “scatole” in cartone del PalaComieco, promosso da Comieco – Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica – in collaborazione con il Comune di Messina e Messinambiente Spa, resteranno in Piazza Duomo con ingresso libero dalle ore 9.00 alle 19.00.
Quest’anno, per celebrare i 30 anni di attività del Consorzio e i 10 anni del PalaComieco, la struttura è stata completamente rinnovata, trasformando il cartone nel protagonista indiscusso. Sono di cartone, infatti, le pareti esterne dei padiglioni, grazie a speciali pannelli che danno la sensazione di trovarsi di fronte a tre grandi “scatoloni” tutti da esplorare. Sono di cartone anche le installazioni interne, che sposano le più moderne tecnologie e trasformano un materiale di uso comune in un supporto interattivo che nulla ha da invidiare a tablet o computer touchscreen.
Palacomieco è una grande campagna di comunicazione che ha lo scopo di coinvolgere attivamente e in modo divertente i cittadini, ed in particolare i bambini, su quanto sia importante fare bene la raccolta differenziata, spiegando loro cosa succede davvero a giornali, scatole e sacchetti di carta che buttiamo nel cassonetto.” ha dichiarato il Presidente di Comieco, Ignazio Capuano. “Parallelamente a questa iniziativa di comunicazione e nell’ambito del Programma di sviluppo raccolta al Sud, questa mattina è stato siglato un accordo tra Comieco, Comune di Messina e Messinambiente Spa per il potenziamento della raccolta domestica e commerciale: Comieco mette infatti a disposizione della città un finanziamento straordinario di oltre 200mila euro per l’implementazione di attrezzature e mezzi, con l’obiettivo di raccogliere circa 4mila tonnellate aggiuntive di carta e cartone nell’arco di un anno.”
In Sicilia sono state raccolte 82.000 tonnellate di carta e cartone, con una crescita incoraggiante rispetto all’anno precedente (+3,9%). Nonostante ciò, l’Isola ha ampi margini di miglioramento nella raccolta di carta e cartone, con poco più di 16 kg per abitante, contro una media nazionale di 48 kg. Iniziative come questa hanno lo scopo di incoraggiare la diffusione di buone abitudini all’interno del territorio, fino a raggiungere, e perfino superare, le performance delle altre Regioni.
Il Sindaco Renato Accorinti e l’Assessore all’Ambiente del Comune di Messina, Daniele Ialacqua, sottolineano “Il percorso verso una città più virtuosa in tema di gestione dei rifiuti continua e la presenza di Comieco in città ne è l’ulteriore conferma. L’attenzione che il consorzio presta a Messina per farne tappa nazionale della loro campagna nazionale ed il sostegno che lo stesso consorzio darà a Messinambiente per l’ampliamento della campagna di raccolta differenziata, ci inorgoglisce e si unisce all’avvio del porta a porta in alcuni villaggi cittadini ed alle tante iniziative già intraprese o in attesa di essere avviate che consentiranno finalmente a Messina di attuare pienamente la normativa in tema di gestione dei rifiuti e di raccolta differenziata“.
Finalmente la Città di Messina riesce ad attrarre per la prima volta iniziative e finanziamenti nazionali sui temi della sostenibilità ambientale e del riciclo dei materiali. L’avvio della raccolta differenziata, il miglioramento della qualità dei materiali, l’estensione del porta a porta sono i primi ed importanti risultati della nuova Messinambiente. Un’azienda pubblica che da oltre un anno considera questi temi le priorità aziendali e propri obiettivi strategici.” dichiara Alessio Ciacci, Commissario Messinambiente “Grazie a Comieco, al suo Presidente e a tutta la struttura, per questo importante sostegno ed il percorso di preziosa collaborazione avviato da alcuni mesi, che ci porta oggi a consolidare ulteriori ed importanti sinergie. Grazie anche a tutti i cittadini messinesi per la risposta molto positiva alle nuove iniziative volte a costruire un futuro ed una città più sostenibili.”
Da 10 anni il PalaComieco viaggia per tutto il Paese, portando il “ciclo del riciclo” di carta e cartone nel cuore delle città italiane: nel corso di questi anni il tour ha già toccato 100 piazze e coinvolto oltre 170 mila visitatori.
Il rinnovato PalaComieco farà tappa anche a Ragusa (14-17 Maggio), proseguendo poi con un nuovo tour ad autunno.
Comieco (www.comieco.org) è il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, nato nel 1985 dalla volontà di un gruppo di aziende del settore cartario interessate a promuovere il concetto di “imballaggio ecologico”, costituitosi in Consorzio Nazionale nell’ambito del sistema consortile Conai per la gestione degli imballaggi con l’entrata in vigore del D.Lgs. 22/97. La finalità principale del Consorzio è il raggiungimento, attraverso una incisiva politica di prevenzione e di sviluppo della raccolta differenziata di carta e cartone, dell’obiettivo di riciclaggio dei rifiuti di imballaggi cellulosici previsto dalla normativa europea (direttiva 2004/12/CE che ha integrato e modificato la direttiva 94/62/CE). Comieco è tra i fondatori del neo-costituito Consiglio nazionale della green economy, formato da 53 organizzazioni di imprese, nato a febbraio 2013 per dare impulso allo sviluppo dell’economia verde in Italia.
Per ulteriori informazioni
Ufficio stampa Comieco – Close to Media
Giulia Ferrario, Stefania Canzano, Irene Lambusta
giulia.ferrario@closetomedia.it; stefania.canzano@closetomedia.it; irene.lambusta@closetomedia.it
Tel. 02 70006237 – Mob. 334 6267334; 348 0990515
SCHEDA DESCRITTIVA DEL PALACOMIECO
Al Palacomieco si impara giocando: all’interno delle grandi “scatole di cartone”, le guide condurranno piccoli e grandi visitatori in un viaggio nel mondo del riciclo di carta e cartone attraverso tre tappe, una per ognuno dei padiglioni che compongono la struttura.
1.    Si parte dalla scoperta dei diversi tipi di carta ed imballaggi, da toccare con mano in una galleria di “ritratti” che ne raccoglie le varie tipologie. Un totem interattivo, inoltre, consente di familiarizzare con le numerose forme in cui possono trasformarsi la carta, il cartone e il cartoncino quando entrano nelle nostre vite quotidiane sottoforma di imballaggi o altri oggetti di uso comune.
2.    All’interno del secondo padiglione, si passa poi al funzionamento delle diverse fasi del ciclo del riciclo di carta e cartone, sperimentandole direttamente attraverso speciali postazioni interattive: dalla raccolta differenziata dei materiali negli appositi bidoncini, alla simulazione di una piattaforma di selezione tramite un tavolo touchscreen per passare ad un pulper e ad una macchina continua in miniatura, che trasformano il macero in nuova carta. Il ciclo  si chiude con uno speciale plotter: agendo direttamente su “pulsanti”  – stampati sul cartone con lo speciale inchiostro bare conductive – si può scegliere una tipologia di imballaggio (porta occhiali, porta matite, porta merenda) e veder uscire la fustella nel giro di pochi secondi, pronta per essere montata e decorata.
3.    Infine, giunti al terzo padiglione, ci si sofferma sui benefici del riciclo di carta e cartone. Il quiz conclude la visita e mette alla prova i visitatori su quanto appreso. Per tutti ci saranno gadget e materiale informativo in carta riciclata.
In ogni padiglione, le attività sono accompagnate da un video di animazione esplicativo.

fonte: www.ciaccimagazine.org

Consumo di suolo: divorato dal cemento il 20% delle coste. A rischio le aree agricole

consumo suolo

Il 20% delle coste italiane è divorato dal cemento. A rivelarlo è stata oggi una nuova analisi dell'Ispra, il Rapporto sul Consumo di Suolo 2015. L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha reso nota anche la prima “mappa italiana” sul consumo di suolo nazionale.
Presentato a Milano, nel corso del convegno collaterale all’EXPO2015 “Recuperiamo Terreno” - il dossier ha fotografato la situazione italiana, fornendo nuovi dati, aggiornando i precedenti e completando il quadro nazionale con quelli di regioni, province e comuni. E i dati sono tutt'altro che incoraggianti.

I numeri. Oltre 500 Kmq di fascia costiera sono ormai perduti. Una superficie pari a quella dell'intera costa della Sardegna. Risulta ormai impermeabilizzato il 19,4% di suolo compreso tra 0-300 metri di distanza dalla costa e quasi e il 16% compreso di quello tra i 300-1000 metri.
Anche alle aree protette non sono immuni dal cemento che avanza. Ricoperte insieme ad esse, anche zone a pericolosità idraulica e rive di fiumi e laghi. In particolare, sono stati spazzati via anche 34.000 ettari di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica e il 5% delle rive di fiumi e laghi.
Secondo le cifre, è pari al 7% la percentuale di suolo direttamente impermeabilizzato (il 158% in più rispetto agli anni ’50) e oltre il 50% il territorio che, anche se non direttamente coinvolto, ne sta subendo le conseguenze più gravi. Tra il 2008 e il 2013 è rallentata però la velocità di consumo, con una media di 6 - 7 m2 al secondo.
Aree agricole. A farne le spese sono soprattutto le aree agricole coltivate, che costituiscono il 60% del totale del suolo consumato, seguite dalle aree urbane ( 22%) e dalle terre naturali vegetali e non (19%).
Stiamo cementificando anche alcuni tra i terreni più produttivi al mondo, come la Pianura Padana, dove il consumo è salito al 12%. Ancora, in un solo anno, oltre 100.000 persone hanno perso la possibilità di alimentarsi con prodotti di qualità italiani. Sono le periferie e le aree a bassa densità le zone in cui il consumo è cresciuto più velocemente. Le città continuano ad espandersi disordinatamente (sprawl urbano) esponendole sempre di più al rischio idrogeologico. Esistono province, come Catanzaro, dove oltre il 90% del tessuto urbano è a bassa densitàdenuncia l'Ispra.
Oltre i limiti del possibile. Il cemento ha invaso anche il 2% delle zone considerate non consumabili (montagne, aree a pendenza elevata, zone umide). Una copertura artificiale ben visibile grazie alla cartografia ad altissima risoluzione.
Le regioni e i Comuni. Tra quelle più “consumate”, al primo posto ci sono sempre la Lombardia e il Veneto (intorno al 10%), mentre alla Liguria è la peggiore per copertura di territorio entro i 300 metri dalla costa (40%), percentuale di suolo consumato entro i 150 metri dai corpi idrici e aree a pericolosità idraulica ormai impermeabilizzate (il 30%).
suolomappa
Tra le zone a rischio idraulico è invece l’Emilia Romagna a primeggiare in termini di superfici, con oltre 100.000 ettari. Monza e Brianza, ai vertici delle province più cementificate, raggiunge il 35%, mentre i comuni delle province di Napoli, Caserta, Milano e Torino superano tutti il 50%, raggiungendo anche il 60%. Il record assoluto, con l’85% di suolo sigillato, va al comune di Casavatore nel napoletano.
tabellasuolo2015
Dello studio Ispra fa parte anche una prima stima della variazione dello stock di carbonio, dovuta al consumo di suolo. Nei 5 anni oggetto di indagine, dal 2008 al 2013, sono state emesse 5 milioni di tonnellate di carbonio, un rilascio pari allo 0,22% dell’intero stock immagazzinato nel suolo e nella biomassa vegetale nel 2008.

fonte: http://www.greenbiz.it



La mattanza del Tevere, migliaia di pesci trovati morti: condannata distilleria De Lorenzo







L'Arpa Umbria e il Nucleo Ecologico dei Carabinieri a seguito delle loro indagini individuarono le cause e il colpevole: uno scarico incontrollato proveniente dalla Distilleria De Lorenzo, da sempre al centro di vertenze e segnalazioni da parte delle associazioni
Una mattanza. Un incubo che rimarrà impresso negli occhi di molti per anni. Era l'estate del luglio del 2008 quando alle prime luci dell'alba le sponde del tratto del Tevere all’altezza di Ponte San Giovanni si presentavano disseminate di pesci morti di ogni specie ittica e di tutte le dimensioni e classi di età. Una perdita biologica immensa per un fiume già in situazione critica. Interessato dall'ecatombe di pesci fu il tratto di fiume che va dallo sbarramento della centralina per la produzione di energia elettrica a risalire sino a circa 500 metri a monte del ponte della ferrovia, per un totale di circa un chilometro di asta fluviale.
La sentenza - A distanza di 7 anni, la proprietà della Distilleria De Lorenzo è stata condannata a quattro mesi di reclusione, oltre le spese processuali e al risarcimento del danno alla parte civile. La pena è sospesa a condizione che risarcisca Legambiente, che si è costituita parte civile, entro 120 giorni dal passaggio in giudicato.
Le indagini - L'Arpa Umbria e il Nucleo Ecologico dei Carabinieri a seguito delle loro indagini individuarono le cause e il colpevole: uno scarico incontrollato proveniente dalla Distilleria De Lorenzo, da sempre al centro di vertenze e segnalazioni da parte delle associazioni ambientaliste e dei comitati, che ha causato un abbassamento repentino dell’ossigeno disciolto nell’acqua al di sotto della soglia minima di sopravvivenza in una situazione molto fragile di carenza idrica, dovuta sia a fattori stagionali, sia agli attingimenti.
La mattanza del Tevere, migliaia di pesci trovati morti: condannata distilleria De Lorenzo
Ad intervenire in merito l'avvocato Emma Contarini del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Umbria, che ha seguito la costituzione di parte civile dell'associazione ambientalista: “E' una sentenza storica per il Tevere l'auspicio è che serva da monito per chi inquina senza nessuna remora e pensa di poterla fare sempre franca. Speriamo che serva anche per tenere alta l’attenzione sulla salvaguardia delle acque e per rafforzare la difesa degli ecosistemi del fiume Tevere sempre più vulnerabile a causa di aggressioni scriteriate. Questa sentenza restituisce anche speranza a chi, cittadini e associazioni ambientaliste, da anni si battono per migliorare la qualità del territorio e del Tevere”.“
fonte: www.perugiatoday.it