L’esperienza di Parma merita di essere
approfondita: così la pensa il Comune di Barcellona, che ha mandato per
tre giorni a Parma una decina fra dirigenti comunali e dell’azienda di
gestione per conoscere da vicino pregi e difetti del porta a porta nella
città ducale.
La delegazione, accompagnata dai
tecnici di Iren, sta studiando la nostra esperienza sul campo. E lo fa
con un obiettivo molto preciso: fare una salto di qualità nella raccolta
differenziata, inchiodata da troppo tempo al 38% nel capoluogo
catalano.
In questo quadro, i dirigenti della
città spagnola hanno avuto un lungo incontro in Municipio con
l’assessore all’ambiente Gabriele Folli, che ha illustrato quello che si
è fatto a Parma, i risultati più che lusinghieri, ma anche egli
ostacoli e le difficoltà incontrate lungo il faticoso percorso di
estensione del sistema porta a porta su tutto il territorio comunale:
l’obiettivo, ormai vicino, di arrivare all’80% di raccolta differenziata
nel 2016, le modalità del porta a porta, la drastica riduzione del
rifiuto residuo da avviare ad incenerimento, gli effetti positivi
sull’occupazione, i prezzi più bassi della media regionale,
l’introduzione di alcuni strumenti di flessibilità come eco-station ed
eco-wagon, ma anche le difficoltà derivate dalla rigidità inevitabile
del sistema, le resistenze al cambiamento, una quota, seppure piccola ma
molto visibile (circa un kg per abitante l’anno) di abbandoni o
conferimento errato di rifiuti. “E’ molto importante – ha puntualizzato
Folli – avere una volontà ferma e aprire tante occasioni di dialogo con i
cittadini, per raggiungere obiettivi molto elevati e abituare la città
ad un modello notevolmente diverso”.
L’esperienza di Barcellona – hanno
detto gli spagnoli stessi – dimostra che il sistema dei cassonetti non
consente di fare il salto di qualità in materia di raccolta
differenziata. Anche i cassonetti interrati, che pure sono stati
introdotti in alcune zone della città, non danno risultati positivi,
sono costosi e poco efficaci, quindi non verranno riproposti. Inoltre in
Spagna non è diffusa la raccolta differenziata della frazione umida,
che rappresenta una quota importante. per questo si sta pensando di
introdurre un modello simile a quello adottato a Parma, anche se sarà
necessario valutare attentamente gli effetti che potrebbe produrre nella
grande città catalana.
Gabriele Folli ha quindi risposto
a tutte la domande degli ospiti, sia sulle implicazioni politiche
dell’operazione, sia sui dettagli tecnici, quali tariffe, costi,
modalità di gestione dei rifiuti ingombranti, grado di soddisfazione dei
cittadini.
Comunque sia, gli ospiti hanno trovato
‘esperienza parmigiana molto interessante e meritevole di
approfondimento, cosa del resto non strana, se si pensa che sulla
tematica dei rifiuti Parma ha già avuto modo di raccontare la sua
esperienza a Bari, Ragusa, Brescia, Roma, Genova, Ferrara, Rimini e
Reggio Emilia in Italia, ma anche a Johannesburg, e che ha ricevuto
visite di delegazioni da Mantova, Cremona, Trento, Vic (Spagna), Odense,
e persino una delegazione cinese di Changchun. E in aprile Folli è
stato invitato in Germania per spiegare come funziona la raccolta
differenziata di Parma, diventata ormai un case history di interesse
fuori dai confini nazionali.
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