Il referendum che spaventa l’Eni

I frutti del petrolio sembrano avere lo stesso maledetto sapore in Italia come in Perù, in Texas come in Nigeria: territori distrutti, polmoni anneriti, speranze spezzate. Gela, Falconara, Augusta, Priolo, Ravenna, Viggiano, Marghera, Sarroch, tutte a modo loro distrutte dalle trivellazioni e dalle raffinerie, anche se giganti come Eni e il loro sistema di potere cercano di negarlo in ogni modo. Vogliamo ripetere la stessa cosa nel resto d’Italia? Le ragioni del Sì al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni sembrano piuttosto solide per almeno due ragioni. La prima. L’indipendenza energetica si raggiunge non con nuovi buchi in mare e sulla terra ma con il risparmio energetico, con pannelli solari su ogni condominio e su ogni impianto industriale, con la mafia fuori dall’eolico. La seconda. L’Eni e il governo hanno paura, hanno paura di perdere e di dover metter in discussione l’industria del petrolio, hanno paura soprattutto perché adesso siamo tanti e tante. 

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Potenza, dicembre 2014: manifestazione contro trivellazione e Sblocca Italia (foto tratta dal gruppo fb No Triv Potenza)


La rivista Formiche manda una “analisi” sulla questione trivelle e referendum da parte di tale Alberto Clò**. Una analisi che potevano benissimo risparmiarsi, tanto è piena di assurdità e di inganni, e visto che più che una analisi mi pare propaganda.
Iniziamo con il notare che questo Alberto Clò è descritto come “docente di Economia applicata presso l’Università di Bologna” nonché direttore della rivista “Energia”. Così almeno dicono loro, quelli di Formiche. E uno allora dice: perfetto, abbiamo un economista, esperto di energia, vediamo che ha da dire. Interessante però che nella lista di qualifiche del professor Clò quelli di Formiche dimenticano di dire che è anche stato anche consigliere “indipendente” di Eni e dal 2013 consigliere “indipendente” di Snam. Una non trascurabile dimenticanza. Quindi già dal primo rigo sai che stai leggendo una “analisi” dalla parte dei petrolieri, e che la rivista Formiche non è proprio indipendente e bilanciata, perché omette una informazione fondamentale che il loro economista è o e’ stato al soldo dei petrolieri. Mi pare un dettaglio fondamentale.
Ma cosa ha da dire il nostro eroe? Parla del referendum come di una “occasione sprecata” una “morte annunciata” perché, secondo lui, “gli elettori sono chiamati a esprimersi senza che sia fornita loro una ben che minima e corretta informazione sui quesiti referendari, senza la minima parvenza di dibattito, senza dar conto delle conseguenze che ne potrebbero derivare”.
Che ridere. E quindi chi dovrebbe darcela una informazione corretta sulle trivelle? Uno dell’Eni e della Snam? E dove erano l’Eni e la Snam e il professor Clò a fare informazione dieci anni fa, quando di petrolio non parlava nessuno? Crede che gli italiani siano scemi e l’informazione che circola da dieci anni a questa parte senza che nessuno sia riuscito veramente a smontare le tesi del “trivellare l’Italia è ridicolo” sia incorretta perché va contro gli interessi dell’Eni e della Snam? Non mi sono inventata niente in questi anni ed è stata la forza delle idee e dei fatti a vincere....segue

Maria Rita D’Orsogna

Fisica e docente all’Università statale della California, cura diversi blog (come questo, poco amato dalla compagnie petrolifere). Maria Rita ha autorizzato con piacere Comune a pubblicare i suoi articoli.
fonte: http://comune-info.net