Il
dibattito scientifico ferve intorno a questo nuovo studio che accorcia
drammaticamente i tempi del riscaldamento globale irreversibile
Limitare il riscaldamento globale
a 2 °C entro fine secolo potrebbe servire a poco o a nulla. Secondo un
gruppo di scienziati del clima, consentire un tale aumento della
temperatura terrestre potrebbe rivelarsi altamente pericoloso. In uno studio pubblicato ieri su Atmospheric Chemistry and Physics,
il team internazionale guidato da James Hansen (Columbia University
Earth Institute) sta generando scompiglio. Le anticipazioni di questa
ricerca, presentate lo scorso anno, avevano aperto un dibattito nella
comunità scientifica che ora tornerà ad accendersi.
Prima della fine del secolo, secondo la
ricerca, vedremo una crescita spaventosa di intensità delle tempeste, la
disintegrazione di gran parte delle calotte polari e un aumento del
livello dei mari tale da sommergere le città costiere di tutto il mondo.
«Corriamo il rischio di consegnare ai giovani una situazione che è fuori del loro controllo», ha detto James Hansen.
Troppo rapido per trovare un rimedio
In sostanza, il documento sostiene che
attraverso l’uso di combustibili fossili e le relative emissioni,
l’umanità sta per provocare un cambiamento climatico improvviso,
al quale non è preparata e che non potrà gestire. In particolare, gli
autori ritengono che il travaso di acqua dolce negli oceani, provocato
dalla fusione dei ghiacci, innescherà un ciclo di feedback che porterà
le grandi lastre di ghiaccio in Groenlandia e in Antartide a
disintegrarsi rapidamente.
Molti scienziati si sono interessati a queste conclusioni, concordando che l’accordo sul clima di Parigi non è nemmeno lontanamente sufficiente a ridurre le emissioni in tempi ragionevoli.
Il
documento, scritto da Hansen e altri 18 esperti, analizza l’ultimo
riscaldamento globale di origine naturale. È successo circa 120 mila
anni fa, quando la temperatura ha raggiunto un livello leggermente
superiore all’attuale. Grandi blocchi di ghiaccio ai poli si sono
disintegrati, e il livello del mare è salito di una quota tra i 7 e i 10 metri.
Sebbene
gli scienziati del clima concordino sul fatto che l’umanità sta per
causare un aumento del livello del mare molto simile o anche superiore,
tendono a ritenere che perché si realizzi dovranno trascorrere dei
secoli. Il nuovo documento sostiene invece che potrebbe accadere molto più rapidamente,
nel peggiore dei casi entro i prossimi 50 anni. Una crescita così
rapida potrebbe costringere l’umanità a battere in ritirata dalle coste
di tutti i continenti.
fonte: www.rinnovabili.it