Al via una collaborazione tra il Comune di
Saint-Marcel (Aosta) e ricercatori del Politecnico di Torino per
installare delle eco-tendine nella scuola dell’infanzia
Una scuola dell’infanzia costruita con i criteri della
bioedilizia è già una notizia in Italia, dove (
dati Legambiente) “il 39% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgente e il 29,3% è in aree a
rischio sismico”.
Ma che nello stesso istituto abbiano talmente a cuore il benessere dei
bambini da installare dei foto-bio-schermi, in pratica delle
“eco-tendine” al cui interno sono presenti microalghe è davvero uno
scoop.
Ma partiamo dall’inizio e cioè dalla volontà dell’amministrazione comunale di
Saint-Marcel,
distante una dozzina di chilometri da Aosta, di progettare e realizzare
(a settembre 2015) la scuola con tecniche e materiali di bioedilizia e
di collaborare con Arpa Valle d’Aosta per monitorare la qualità
dell’aria negli ambienti e l’
efficienza energetica dell’edificio.
Un’attenzione forte, quindi, per il benessere dei bambini che ha come
conseguenza ulteriore l’avvio, lo scorso giugno, di una collaborazione
con “
SOS_Tebe”, gruppo di ricerca del
Politecnico di Torino
per la installazione di foto-bio-schermi ad alcune finestre
dell’edificio. “Man mano che le microalghe crescono, il colore verde
aumenta di intensità, promuovendo un’illuminazione confortevole dello
spazio interno”, si legge in una nota, che specifica anche come le
microalghe, totalmente
atossiche, offrano svariati vantaggi.
Il
progetto delle microalghe della scuola di Saint Marcel ha dimostrato
come le alghe garantiscano una maggior quantità di luce naturale diffusa
in ambiente e una riduzione dell’utilizzo delle luci artificiali
ALGHE-SCHERMO – Le alghe appartengono al ceppo
Scenedesmus obliquus.
È stata scelta questa particolare alga in quanto non patogena e capace
di crescere in un ampio range di temperature, quali quelle che si
possono registrare all’interno di spazi confinati sottoposti a
radiazione solare diretta: le alghe hanno una funzione di elemento di
schermatura fisso. «L’applicazione di sistemi alghe in edifici è già stata messa in pratica in un certo numero di casi-studio», specifica
Simonetta Pagliolico,
coordinatrice del team di ricerca e docente di Scienza e tecnologia dei
materiali e di Sostenibilità di processi e prodotti nei materiali per
l’architettura presso il Politecnico di Torino. L’attività di ricerca si
svolge sotto la responsabilità scientifica di
Francesca Bosco,
ricercatrice e docente di Prodotti e processi biotecnologici. «La
novità del nostro studio è nell’utilizzare le alghe come elemento di
schermatura fisso della radiazione solare diretta – spiegano le due
scienziate – Nel corso delle analisi preliminari, la capacità schermante
delle alghe è stata comparata con quella di uno schermo tradizionale,
quale una tenda veneziana». I primi risultati, basati su una serie di
simulazioni condotte in ambienti del Politecnico, hanno mostrato come le
alghe garantiscano, a parità di effetto schermante della radiazione
solare diretta, una maggior quantità di
luce naturale diffusa in ambiente, con una conseguente riduzione dell’
utilizzo delle luci artificiali
e un minor costo in bolletta legato all’uso di energia elettrica. Sono
le prime considerazioni generali, in attesa dei risultati che verranno
diffusi al termine della fase di analisi (autunno 2016), ma i benefici
delle alghe accertati in generale sono duplici: da un lato si hanno
vantaggi oggettivi in termini di qualità dell’aria, in quanto le alghe
sequestrano
CO2 dall’ambiente interno, causa di discomfort per gli occupanti, rilasciando ossigeno per
fotosintesi clorofilliana;
inoltre grazie alla colorazione verde le alghe assorbono parte della
radiazione infrarossa, che causa discomfort termico per gli occupanti.
«Dall’altro lato, si hanno dei vantaggi di tipo psicologico soggettivo
per gli utenti, legati alla presenza di un elemento naturale in ambiente
(comparabile all’effetto prodotto dalla presenze di piante). I vantaggi
oggettivi sono misurabili sperimentalmente (e verrà fatto nel corso di
una delle campagne sperimentali future), mentre i vantaggi soggettivi
sono da valutarsi mediante interviste agli utenti. Questo aspetto è
stato preliminarmente analizzato in laboratorio e verrà indagato nel
corso di
campagne di monitoraggio future».
Questi foto-bio-schermi sono stati denominati anche “orti verticali
antistress”. La motivazione è presto detta: «Si parla di ‘orti
verticali’ per la capacità delle alghe di rilasciare ossigeno, al pari
degli elementi vegetali degli orti. L’accezione ‘verticali’ fa
riferimento al fatto che i sistemi sono montati sugli elementi vetrati
di facciata – è la risposta delle due docenti – In relazione alla
durata, sulla base dei primi risultati sperimentali ottenuti si può
affermare che sino a 21 giorni le
alghe sono in grado
di crescere. Anche in questo caso, dati più consolidati saranno resi
noti al termine delle analisi del primo periodo di monitoraggio».
Un momento dela posa delle microalghe alle finestre della scuola materna di Saint Marcel
La sperimentazione presso la scuola dell’infanzia di Saint Marcel è
la prima effettuata presso un edificio reale dopo che una prima fase di
sperimentazione è stata effettuata in laboratorio e in un ufficio reale
presso il Politecnico di Torino.
LA REAZIONE DEI PICCOLI – I bambini della scuola non hanno accesso
diretto ai dispositivi, ma si sono incuriositi molto dei “sacchetti di
caramelle” appesi alle finestre. Le stesse maestre hanno invitato i
ricercatori del Politecnico di Torino alla scuola per spiegare ai bimbi
che le microalghe sono organismi viventi, che hanno bisogno di cure e
attenzione e che potrebbero aiutare molto l’uomo e l’ambiente.
fonte: http://wisesociety.it