L'università di Firenze è in cerca della sua anima "green". Riduzione degli sprechi energetici, gestione intelligente dei rifiuti e piccoli accorgimenti quotidiani sono diventati un mantra per il gruppo di lavoro che da alcuni mesi sta mettendo a punto una serie di proposte e strategie per rendere l'ateneo fiorentino sempre più a mico dell'ambiente. Tanto che il rettore, Luigi Dei, ha deciso di nominare un "delegato alla sostenibilità". Si tratta di Ugo Bardi, professore di Chimica fisica, da sempre impegnato sul tema. Bardi è ora coordinatore di un esercito di 60 menti tra docenti, ricercatori, studenti e personale tecnico amministrativo, nonché fondatore del "Portale della sostenibilità". Il portale, che si traduce in una sezione dedicata sul sito web dell'università e in una pagina Facebook (Unifi: Ateneo Sostenibile), è nato con un duplice obiettivo: da una parte comunicare l'importanza di comportamenti virtuosi, dall'altra lanciare delle vere e proprie proposte d'azione.
Quasi ogni giorno su Facebook vengono pubblicate le "Pillole di sostenibilità", dei brevi video nei quali i prof si cimentano in un consiglio o in una "mini-lezione" per gli studenti. È così che Benedetta Treves, ricercatrice del Cnr, invita a evitare l'acquisto di bottiglie d'acqua di plastica, mentre Antonio Lauria, professore di Tecnologia dell'architettura, invoca la creazione di un piano per l'accessibilità degli edifici universitari fiorentini. E ancora Gianfranco Cellai, direttore del laboratorio di Fisica ambientale per la qualità edilizia, analizza gli strumenti per gestire nel migliore dei modi, senza sprecarla, l'energia usata per riscaldare gli edifici. "La sostenibilità non si raggiunge con grandi miracoli tecnici, ma è un lavoro quotidiano di viti e bulloni da costruire passo passo - spiega il professor Bardi - il nostro scopo è mettere in contatto le varie componenti del mondo accademico e incoraggiarle a migliorare".
Le prime idee sono già arrivate: "Abbiamo aumentato la raccolta differenziata nelle mense e stiamo pensando a creare gli orti universitari. Il 23 gennaio in aula Magna ci sarà Daniele Gerundino, direttore dell'Iso (International organization for standardization) che ci darà dei preziosi consigli sulle regole e la standardizzazione dei processi di qualità in ambienti produttivi". In ponte anche la realizzazione di un decalogo e l'istituzione del premio Salomone Verde: "Abbiamo immaginato tre riconoscimenti - anticipa Bardi - premieremo la persona, l'organizzazione no profit e l'azienda che hanno dato un contributo alla sostenibilità".
Piatti di plastica addio: torniamo alle stoviglie
No alla plastica, sì alla ceramica. La
guerra alle posate, ai bicchieri e ai piatti usa e getta nelle mense
universitarie fiorentine non è ancora vinta, ma le proposte non mancano.
"Comprendiamo che i moderni impianti di lavaggio hanno un costo
eccessivo e che non ci sono le risorse economiche per installarli in
tutte le sedi - spiega Sandra Ristori, ricercatrice del gruppo di lavoro
"Ateneo sostenibile" - ma se parte dei pasti vengono trasportati dalla
mensa Calamandrei a quella di Sesto Fiorentino, perché non fare lo
stesso con piatti e posate? Queste viaggerebbero pulite all'andata e
sporche al ritorno e così si innescherebbe un ciclo virtuoso". Per ora
il Dsu (l'azienda regionale per il diritto allo studio) dalla quale
dipendono le mense non ha dato il via libera, ma è disponibile a
individuare soluzioni. A cominciare dal "take away".
Cestini differenziati e isole ecologiche
Carta, organico, plastica e indifferenziato. Ogni mensa universitaria fiorentina ha ora i propri contenitori per la raccolta differenziata. Parte da qui una delle prime azioni del gruppo di lavoro "Ateneo sostenibile". Tra le promotrici Sandra Ristori, ricercatrice del dipartimento di Chimica: "Grazie a Quadrifoglio siamo riusciti a mettere cestini in tutti i punti ristorazione. Il prossimo passo, già avviato, sarà creare un'isola ecologica al Polo scientifico di Sesto Fiorentino. Una volta individuata la zona, saranno installate delle postazioni fisse che permetteranno di smaltire anche i rifiuti elettronici". Ma la collaborazione non finisce qui: "Alcuni operatori di Quadrifoglio verranno a farci lezione - aggiunge Ristori - intanto ci hanno insegnato che i bicchierini della macchinetta del caffè non vanno nell'indifferenziata, ma nella plastica".
Dagli orti degli studenti pomodori a chilometro zero
Le proposte per l'università sostenibile non arrivano solo dai docenti. Nel gruppo "Ateneo sostenibile" ci sono anche gli studenti che proprio dalla Scuola di Agraria hanno lanciato un'idea che è subito piaciuta al professor Ugo Bardi, delegato del rettore alla sostenibilità. "Perché non creare gli orti universitari?". A rimboccarsi le maniche e a coltivare la terra sarebbero proprio gli studenti, che non solo avrebbero l'opportunità di mettere in pratica le proprie competenze concentrandosi su nuove ricerche, ma contribuirebbero anche alla realizzazione di prodotti immediatamente utilizzabili. "Le stesse mense universitarie potrebbero valorizzare il loro lavoro - specifica Bardi - pensiamo a frutta e verdura davvero a chilometro zero coltivate dai ragazzi per i ragazzi.
Se l'aula resta vuota il sensore spegne tutto
Informarsi, osservare e magari "copiare". Non appena ricevuta la delega dal rettore, il professor Ugo Bardi è partito alla volta dell'Inghilterra. La meta era l'università di Lancaster (nella foto), insignita del titolo di ateneo più ecosostenibile del Regno Unito. "Sono andato lì per vedere le buone pratiche adottate - spiega Bardi - Sono rimasto colpito dall'organizzazione e dalla capacità di far lavorare nella stessa direzione studenti, ricercatori e professori. È come se tutto l'ateneo contribuisse a far girare l'ingranaggio". Tra le idee da importare potrebbe esserci quella legata al risparmio energetico: "Hanno installato un sistema evoluto che fa sì che gli spazi che non sono occupati, non vengono riscaldati. Un sensore rileva se in un'aula c'è lezione oppure no e isola quello spazio".
Cestini differenziati e isole ecologiche
Carta, organico, plastica e indifferenziato. Ogni mensa universitaria fiorentina ha ora i propri contenitori per la raccolta differenziata. Parte da qui una delle prime azioni del gruppo di lavoro "Ateneo sostenibile". Tra le promotrici Sandra Ristori, ricercatrice del dipartimento di Chimica: "Grazie a Quadrifoglio siamo riusciti a mettere cestini in tutti i punti ristorazione. Il prossimo passo, già avviato, sarà creare un'isola ecologica al Polo scientifico di Sesto Fiorentino. Una volta individuata la zona, saranno installate delle postazioni fisse che permetteranno di smaltire anche i rifiuti elettronici". Ma la collaborazione non finisce qui: "Alcuni operatori di Quadrifoglio verranno a farci lezione - aggiunge Ristori - intanto ci hanno insegnato che i bicchierini della macchinetta del caffè non vanno nell'indifferenziata, ma nella plastica".
Dagli orti degli studenti pomodori a chilometro zero
Le proposte per l'università sostenibile non arrivano solo dai docenti. Nel gruppo "Ateneo sostenibile" ci sono anche gli studenti che proprio dalla Scuola di Agraria hanno lanciato un'idea che è subito piaciuta al professor Ugo Bardi, delegato del rettore alla sostenibilità. "Perché non creare gli orti universitari?". A rimboccarsi le maniche e a coltivare la terra sarebbero proprio gli studenti, che non solo avrebbero l'opportunità di mettere in pratica le proprie competenze concentrandosi su nuove ricerche, ma contribuirebbero anche alla realizzazione di prodotti immediatamente utilizzabili. "Le stesse mense universitarie potrebbero valorizzare il loro lavoro - specifica Bardi - pensiamo a frutta e verdura davvero a chilometro zero coltivate dai ragazzi per i ragazzi.
Se l'aula resta vuota il sensore spegne tutto
Informarsi, osservare e magari "copiare". Non appena ricevuta la delega dal rettore, il professor Ugo Bardi è partito alla volta dell'Inghilterra. La meta era l'università di Lancaster (nella foto), insignita del titolo di ateneo più ecosostenibile del Regno Unito. "Sono andato lì per vedere le buone pratiche adottate - spiega Bardi - Sono rimasto colpito dall'organizzazione e dalla capacità di far lavorare nella stessa direzione studenti, ricercatori e professori. È come se tutto l'ateneo contribuisse a far girare l'ingranaggio". Tra le idee da importare potrebbe esserci quella legata al risparmio energetico: "Hanno installato un sistema evoluto che fa sì che gli spazi che non sono occupati, non vengono riscaldati. Un sensore rileva se in un'aula c'è lezione oppure no e isola quello spazio".
fonte: http://firenze.repubblica.it