A cura di Andrea Cappello (Tecnico ESPER) ed Attilio Tornavacca (Direttore generale ESPER)
Lo scorso 14 marzo 2017 l’Europarlamento ha approvato il pacchetto
sull’economia circolare, inserendo importanti novità per il settore dei
rifiuti. Tra questi è stata innalzata la quota di riciclaggio per i
rifiuti urbani fino al 70% mentre per i rifiuti da imballaggio tale
quota è stata aumentata fino all’80%.
Altre interessanti novità riguardano il rafforzamento della
responsabilità estesa del produttore (EPR), la previsione di strumenti
economici-fiscali nella gestione delle politiche sui rifiuti e le nuove
strategie sulla classificazione dei rifiuti e delle sostanze pericolose.
All’allegato IV bis vengono introdotti ed elencati gli strumenti per
promuovere il passaggio verso un’economia circolare. Gli strumenti a
disposizione dei decisori politici vengono suddivisi in due categorie:
strumenti economici-fiscali e strumenti tecnico-amministrativi. Tra
quelli economici- fiscali abbiamo importanti misure come tasse sull’incenerimento
o tariffe al cancello per i conferimenti in discarica, che in passato
hanno notevolmente influenzato le politiche di gestione dei rifiuti
negli Stati membri o delle regioni. Oltre alle tariffe sullo smaltimento
sono previsti strumenti volti a incentivare le autorità locali per l’attuazione di programmi di riduzione e prevenzione o per il potenziamento dei sistemi di raccolta differenziata.
Tra quelli elencati la tariffazione puntuale viene identificata come uno degli strumenti più importanti.
L’efficacia della tariffazione puntuale sta nel disincentivo monetario
applicato in maniera diretta alle singole utenze in applicazione del
principio comunitario “chi inquina paga” sancito dall’art. 14
della Direttiva 2008/98CE, al fine di stimolare meccanismi virtuosi per
la riduzione della produzione di rifiuti e per il loro conferimento in
modo differenziato. L’introduzione di sistemi di tariffazione puntuale
genera effetti talmente positivi, innescando innescano percorsi
virtuosi, innovativi e partecipati per una gestione dei rifiuti più
sostenibile, che in campo europeo tutte le best practices sono accomunate dall’implementazione di tali sistemi.
La Comunità Europea però non dà indicazioni né regolamenta lo
strumento dal punto di vista delle norme tecniche, lasciando agli Stati
membri campo libero sulla legiferazione a proposito. Essi legiferano in
materia con atti generici lasciando ampio spazio alle amministrazioni
locali per la scelta delle metodologie e dei modelli per implementare
questa misurazione puntuale dei rifiuti.
In Italia per lungo tempo al concetto di tariffa puntuale, che in
maniera lungimirante era stato già introdotta nel 1997 dall’art. 49 del
cosiddetto “Decreto Ronchi”, non era stato normato da una
specifica disciplina tecnica di dettaglio. Di fatto tale mancanza ha
frenato la diffusione a larga scala dei sistemi a misurazione puntuale
in alcune regioni. Le amministrazioni pubbliche che hanno scelto di
applicare sistemi di misurazione puntuale hanno spesso guardato infatti
ai metodi utilizzati oltreconfine adattandoli alle norme interne. Questo vuoto normativo è stata colmato lo scorso 23 maggio 2017 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero dell’Ambiente recante “Criteri
per la realizzazione da parte dei Comuni di sistemi di misurazione
puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico o di
sistemi di gestione caratterizzati dall’utilizzo di correttivi ai
criteri di ripartizione del costo del servizio, finalizzati ad attuare
un effettivo modello di tariffa commisurata al servizio reso a copertura
integrale dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani
e dei rifiuti assimilati”[1].
Il Decreto è stato emanato ai sensi del comma 668 dell’art. 1 della
legge 147/2013, la legge di stabilità del 2014, che introduceva per i
Comuni che avevano realizzato sistemi di misurazione puntuale delle
quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico l’applicazione di una
tariffa avente natura corrispettiva in luogo della TA.RI. L’obiettivo
del Decreto è quello di uniformare tecniche e modalità per determinare una tariffa commisurata all’effettivo servizio reso.
Vengono quindi dettati i criteri per la realizzazione dei sistemi di
misurazione puntuale, che devono riguardare perlomeno il volume e/o il
peso del “rifiuto urbano residuale” (R.U.R.) della raccolta differenziata. L’art. 4 del Decreto riguarda infatti la previsione di tariffe a corrispettivo non soltanto per il RUR ma anche per le altre frazioni differenziate
conferite al circuito di raccolta o presso i centri di riciclaggio.
Questa scelta risulta oltremodo opportuna poiché tiene conto degli
ultimi sviluppi conseguiti nelle esperienze di tariffazione puntuale più
mature sia a livello europeo che nazionale in cui non viene misurato
solo il RUR ma anche altre frazioni differenziate.
Il Decreto definisce inoltre i requisiti minimi dei sistemi
di identificazione e le diverse modalità attraverso cui è possibile
determinare le quantità misurate. Vengono elencati i sistemi a
riconoscimento del contenitore, che può essere un contenitore rigido o
un sacco (nel testo del Decreto definiti “sistemi in modalità diretta e
univoca”) e i sistemi a riconoscimento dell’utenza previsti in punti di
conferimento (come ad esempio nei Centri di Raccolta Comunali).
All’art. 6 vengono dettagliate le modalità di misurazione delle quantità di rifiuto che possono essere conteggiate in maniera diretta, attraverso la pesatura dei singoli conferimenti, o in maniera indiretta, attraverso la rilevazione del volume dei rifiuti conferiti da ciascuna utenza. Nella maniera indiretta
il peso verrà ricavato dalla volumetria del contenitore utilizzato, e
in questo caso si lascia libera scelta tra contenitori rigidi o i
sacchi, o dalla volumetria della apertura di conferimento per i casi in
cui si conferisce in un contenitore dotato di calotta. Nei casi di
misurazione indiretta il peso può essere inoltre stimato
moltiplicando il volume della dotazione assegnata alla singola utenza
ponderata per i singoli svuotamenti e moltiplicata per il peso specifico
(denominato nel Decreto “Kpeso”). Questo viene calcolato dall’ente
competente a definire la tariffa in base alla densità media dello
specifico flusso di rifiuto che si vuole misurare e sulla base del
rapporto tra la quantità totale di rifiuti raccolti e la volumetria
totale contabilizzata.
Un’ultima considerazione riguarda gli art. 7 e 8 dove viene
affrontato il caso in cui occorre misurare i singoli svuotamenti in
utenze domestiche e non domestiche aggregate come ad esempio i condomini
nel caso delle utenze domestiche oppure piccoli centri di consumo o di
commercio nel caso di utenze non domestiche. Nel primo caso, quando non
sia tecnicamente fattibile o conveniente una suddivisione del punto di
conferimento tra le diverse utenze, le quantità o i volumi di rifiuto
attribuiti ad una utenza aggregata possono essere ripartiti tra le
singole utenze in funzione del numero di componenti del nucleo familiare
riferito all’utenza. E’ inoltre previsto che il riparto tra le singole
utenze possa venire determinato utilizzando i coefficienti indicati
nella tabella 2 di cui all’Allegato 1 del Decreto del Presidente della
Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
Nel caso invece di utenze non domestiche, per determinare la
ripartizione dei volumi tra tutte le utenze aggregate possono essere
utilizzati i coefficienti di produttività (i cosiddetti kc e kd) per
ciascuna tipologia di utenza non domestica indicati nelle tabelle 4a e
4b di cui all’Allegato 1 del citato DPR 158.
In definitiva si può evidenziare che il Decreto colma un
vuoto normativo che ha inciso in maniera determinate sulla estensione
dei sistemi di tariffazione puntuale nel contesto nazionale ed
ora la diffusione di tale sistemi subirà certamente una decisa
accelerazione. Con la pubblicazione di tale regolamentazione
ministeriale le autorità locali vengono spinte ad implementare sistemi
di tariffazione puntuale per raggiungere performance sempre più elevata
in termini ambientali ma anche economici e sociali come dimostrato nel
recente studio “10 percorsi europei virtuosi verso la tariffazione
incentivante” redatto dai tecnici di ESPER e pubblicato per il download
gratuito nel sito http://esper.it/10-percorsi-europei-virtuosi-verso-la-tariffazione-incentivante/.
fonte: esper.it