Uno studio del Research Centre della Commissione europea approfondisce questa correlazione
L’articolo, apparso a giugno 2017 su Energy Policy a cura del Joint Research Centre (JRC), può essere letto come una sorta di guida per i governi che vogliano incentivare l'elettromibilità per dare un contributo agli obiettivi fissati nell'accordo di Parigi sul clima.
Attualmente, uno dei maggiori ostacoli all’allargamento del mercato dei veicoli elettrici (VE) è che questi non sono competitivi in termini economici rispetto ai veicoli a motore a combustione interna, per questo, in alcuni paesi sono stati introdotti diversi tipi di incentivi fiscali, che vanno dalle esenzioni totali o parziali, alle sovvenzioni dirette, per stimolarne le vendite.
Ma qual è lo strumento migliore fra l’esenzione fiscale e la sovvenzione? Per rispondere a questa domanda gli studiosi del JRC hanno effettuato un confronto paritario del costo totale di proprietà e delle vendite di automobili elettriche in otto paesi europei - Francia, Germania, Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia e Regno Unito – basandosi sui dati del 2014, per valutare come i diversi incentivi finanziari potrebbero stimolare la penetrazione dei veicoli elettrici nel mercato.
Per lo studio sono state valutate coppie di veicoli elettrici e convenzionali comparabili che hanno permesso il confronto, per gli otto paesi, nei diversi segmenti di mercato dimostrando che, rispetto al loro equivalente tradizionale, i grandi veicoli elettrici hanno un costo complessivo di proprietà inferiore e vendite più elevate.
Dai risultati sono stati individuati tre gruppi di paesi in base al livello di impatto degli incentivi fiscali sul costo totale di proprietà e sulle vendite di veicoli elettrici.
In Norvegia, che da sola rappresenta il primo gruppo, gli incentivi sono compresi tra il 39-67% del prezzo netto dei veicoli elettrici a batteria e il 17-23% del prezzo netto dei veicoli elettrici ibridi facendo sì che il costo totale per il possesso sia il più basso fra tutti i paesi.
Nei Paesi Bassi, Francia e Regno Unito, facenti parte del secondo gruppo, i costi di possesso di veicoli elettrici o auto convenzionali sono simili e gli incentivi calcolati variano tra il 10% e il 40% del prezzo netto del veicolo; inoltre i regimi di incentivazione francese e britannica sono vantaggiosi per le sovvenzioni dirette all'atto dell'acquisto.
Il terzo gruppo è costituito da Germania, Italia e Ungheria, dove gli incentivi sono minori e non raggiungono il 10% del prezzo netto, e dalla Polonia dove non esiste alcun tipo di sgravio/sovvenzione da parte dello Stato. In questi paesi è più costoso possedere un veicolo elettrico che una vettura tradizionale nonostante l’esenzione dall'imposta annuale di circolazione. Per quanto riguarda gli incentivi non monetari, i governi tedesco e italiano hanno sovvenzionato l'installazione di punti di ricarica.
Recentemente però la Germania ha introdotto una sovvenzione per l’acquisto delle auto elettriche simile a quella francese e britannica che quasi ha raddoppiato le vendite, mentre i Paesi Bassi hanno ridotto gli incentivi per le auto elettriche ibride, affossandone le vendite; al contrario la Norvegia ha aumentato gli incentivi per le medesime, allargandone il mercato.
Il settore dei trasporti è uno dei principali contributori al cambiamento climatico causato dall'uomo, rappresentando il 23% delle emissioni globali di gas a effetto serra (GHG) ed è l'unico settore importante dell'UE in cui le emissioni stanno ancora aumentando, con il trasporto su strada che rappresenta oltre il 70% di tutte le emissioni di gas GHG. Per questo la Commissione europea, a maggio 2017, ha proposto al Parlamento una strategia a lungo termine per accelerare il passaggio ad una mobilità pulita e sostenibile il cui obiettivo è quello di raggiungere il 35% di vendite di veicoli elettrici, sul totale, entro il 2030.
Attualmente, uno dei maggiori ostacoli all’allargamento del mercato dei veicoli elettrici (VE) è che questi non sono competitivi in termini economici rispetto ai veicoli a motore a combustione interna, per questo, in alcuni paesi sono stati introdotti diversi tipi di incentivi fiscali, che vanno dalle esenzioni totali o parziali, alle sovvenzioni dirette, per stimolarne le vendite.
Ma qual è lo strumento migliore fra l’esenzione fiscale e la sovvenzione? Per rispondere a questa domanda gli studiosi del JRC hanno effettuato un confronto paritario del costo totale di proprietà e delle vendite di automobili elettriche in otto paesi europei - Francia, Germania, Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia e Regno Unito – basandosi sui dati del 2014, per valutare come i diversi incentivi finanziari potrebbero stimolare la penetrazione dei veicoli elettrici nel mercato.
Per lo studio sono state valutate coppie di veicoli elettrici e convenzionali comparabili che hanno permesso il confronto, per gli otto paesi, nei diversi segmenti di mercato dimostrando che, rispetto al loro equivalente tradizionale, i grandi veicoli elettrici hanno un costo complessivo di proprietà inferiore e vendite più elevate.
Dai risultati sono stati individuati tre gruppi di paesi in base al livello di impatto degli incentivi fiscali sul costo totale di proprietà e sulle vendite di veicoli elettrici.
In Norvegia, che da sola rappresenta il primo gruppo, gli incentivi sono compresi tra il 39-67% del prezzo netto dei veicoli elettrici a batteria e il 17-23% del prezzo netto dei veicoli elettrici ibridi facendo sì che il costo totale per il possesso sia il più basso fra tutti i paesi.
Nei Paesi Bassi, Francia e Regno Unito, facenti parte del secondo gruppo, i costi di possesso di veicoli elettrici o auto convenzionali sono simili e gli incentivi calcolati variano tra il 10% e il 40% del prezzo netto del veicolo; inoltre i regimi di incentivazione francese e britannica sono vantaggiosi per le sovvenzioni dirette all'atto dell'acquisto.
Il terzo gruppo è costituito da Germania, Italia e Ungheria, dove gli incentivi sono minori e non raggiungono il 10% del prezzo netto, e dalla Polonia dove non esiste alcun tipo di sgravio/sovvenzione da parte dello Stato. In questi paesi è più costoso possedere un veicolo elettrico che una vettura tradizionale nonostante l’esenzione dall'imposta annuale di circolazione. Per quanto riguarda gli incentivi non monetari, i governi tedesco e italiano hanno sovvenzionato l'installazione di punti di ricarica.
Recentemente però la Germania ha introdotto una sovvenzione per l’acquisto delle auto elettriche simile a quella francese e britannica che quasi ha raddoppiato le vendite, mentre i Paesi Bassi hanno ridotto gli incentivi per le auto elettriche ibride, affossandone le vendite; al contrario la Norvegia ha aumentato gli incentivi per le medesime, allargandone il mercato.
Il settore dei trasporti è uno dei principali contributori al cambiamento climatico causato dall'uomo, rappresentando il 23% delle emissioni globali di gas a effetto serra (GHG) ed è l'unico settore importante dell'UE in cui le emissioni stanno ancora aumentando, con il trasporto su strada che rappresenta oltre il 70% di tutte le emissioni di gas GHG. Per questo la Commissione europea, a maggio 2017, ha proposto al Parlamento una strategia a lungo termine per accelerare il passaggio ad una mobilità pulita e sostenibile il cui obiettivo è quello di raggiungere il 35% di vendite di veicoli elettrici, sul totale, entro il 2030.
fonte: http://www.arpat.toscana.it/