Rifiuti, la “road map” per uno sviluppo industriale

Dalle emergenze alla necessità di un sistema di prezzi, dalla situazione impiantistica ai vincoli “normativi” e “industriali”, dagli investimenti alla governance multilivello: la fotografia del settore e le sfide sul tavolo del Regolatore nel position paper di Ref Ricerche




























“Emergenza rifiuti, eccessivo ricorso alla discarica, carenze di impianti per il recupero, mancato decollo dell’economia circolare. Sono esempi di disfunzioni causate dal non funzionamento di un corretto sistema di prezzi nel ciclo dei rifiuti urbani. Un sistema di prezzi coerente con la gerarchia dei rifiuti sarebbe in grado di guidare il sistema verso una allocazione preferibile delle risorse, ovvero un maggiore benessere sociale”. Si apre con questa considerazione il position paper di Ref Ricerche dal titolo “L’Authority e le nuove competenze sul ciclo dei rifiuti: un floor normativo e competitivo per lo sviluppo industriale” (disponibile online).
A partire dagli ultimi dati disponibili, lo studio fotografa la situazione italiana e prova a delineare il terreno su cui si troverà ad operare Arera (il nuovo nome dell’Autorità per l’energia dopo l’attribuzione della competenza sui rifiuti) che, nello scrivere le regole per il settore, dovrà confrontarsi con un sistema di regolazione multivello, la grande disomogeneità esistente a livello nazionale, la necessità di completare un riassetto della governance (per il quale è già scaduto il termine previsto dalla normativa nazionale), le carenze infrastrutturali e il deficit nella programmazione (si vedano i ritardi nella revisione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti su cui pende un precontenzioso in sede europea).
“L’Autorità - scrivono i ricercatori - è chiamata a occuparsi degli aspetti di cui già si occupa per gli altri servizi, e sui quali ha maturato una delle esperienze più lunghe e qualificate del panorama europeo: direttive per la contabilità, schemi tipo per i contratti di servizio, standard di qualità, metodo tariffario in grado di promuovere l’efficienza e la salvaguardia del principio ‘chi inquina paga’”.
Arera si troverà a fare i conti con un comparto caratterizzato da forti interrelazioni sia lungo la filiera che tra i vari servizi e la dimensione territoriale in cui sono declinati.
I principali vincoli normativi che influenzeranno l’attività del regolatore, spiega Ref Ricerche, sono infatti i principi di “autosufficienza”, “prossimità” e “gerarchia” nelle operazione di gestione dei rifiuti. Fattori che “unitamente alle scelte compiute in merito alla dimensione degli Ambiti Territoriali Ottimali (Ato)” impattano sulla dotazione impiantistica degli impianti di trattamento (distribuzione territoriale, tipologia e capacità) che, a ritroso, “influenza il settore della raccolta dei rifiuti, la sua struttura e organizzazione e, quindi, la sua dotazione di fattore lavoro e capitale”.
Si pone così un ulteriore “vincolo industriale” che impone di identificare “in maniera differenziata per ciascun territorio”, il fabbisogno di investimenti “sia a valle che nella stessa fase della raccolta, in funzione del rispetto della gerarchia, degli obiettivi di riciclaggio e dei principi di autosufficienza e prossimità”. A cascata, “la dotazione impiantisca e l’individuazione del fabbisogno residuo di trattamento funzionale al rispetto di vincoli e obiettivi” non può che influire “sull’articolazione del servizio e i relativi costi, anche ambientali”..
Un altro nodo riguarda la definizione dei mercati rilevanti pertinenti ai diversi segmenti della filiera, fondamentale “per la caratterizzazione dell’attività regolatoria come tradizionalmente intesa nella sua funzione di regolazione dei monopoli naturali: nella fattispecie, di definizione dei corrispettivi di accesso agli impianti di trattamento, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti”. Pertanto gli indirizzi in materia di dotazione infrastrutturale ed efficienza “non possono essere separati dalla dimensione qualitativa del servizio”, al fine di assicurare “adeguato accesso e fruibilità” a tutti i cittadini secondo standard opportuni (regolarità, frequenza e capillarità del servizio, sportelli informativi e di assistenza, gestione dei reclami, etc).
Per quanto riguarda l’articolazione tariffaria, i ricercatori sottolineano che, la regolazione dovrà tener conto del principio “chi inquina paga” disincentivando, quindi, la produzione di rifiuti e in particolare di quelli indifferenziati. Un’impostazione che, si legge, potrebbe includere nel raggio di azione dell’Autorità anche le attività “relative alla completa applicazione del principio della responsabilità estesa del produttore”.
“Si tratta - concludono - di una riflessione sulle regole e sul governo dei ciclo dei rifiuti, il cui auspicio è favorire la maturazione di scelte utili a innescare una trasformazione in senso industriale, volano di investimenti e occupazione, e rispettosa dell’ambiente”..

fonte: http://www.quotidianoenergia.it