Era il 1972 quando il Rapporto del Club di Roma chiarì che le risorse disponibili sul pianeta erano limitate e che la crescita infinita era impossibile. Ebbene, come avverte il rapporto del think tank Circle Economy diffuso a Davos, nel 2017 per la prima volta l’economia globale ha superato la soglia delle 100 miliardi di tonnellate di materiali consumati, con un aumento dell’8,4% rispetto al 2015.
In cinquant’anni l’utilizzo globale di materiali è praticamente quadruplicato (erano «solo» 26,7 miliardi di tonnellate nel 1970), e il rapporto prevede che i consumi cresceranno ancora, attestandosi nel 2050 tra i 170 e i 184 miliardi di tonnellate. Di questa incredibile quantità di minerali, carburanti, metalli, biomassa che «lavoriamo» per far marciare l’economia, nutrire l’umanità, inquinare e accelerare il surriscaldamento globale, soltanto l’8,6% sono risorse recuperate o riciclate.
Dunque, l’economia circolare non tiene il passo di quella tradizionale, che cresce (e distrugge risorse) troppo in fretta. Sembra la ricetta per il disastro.
fonte: https://www.lastampa.it