La II Conferenza Governativa sull’Amianto, conclusasi nei
giorni scorsi a Venezia, ha chiuso con un annuncio decisamente
aspettato; è stato il Ministro della Salute Renato Balduzzi a darlo:
In gennaio presenterò il Piano nazionale sull’amianto, le risorse economiche ci sono: il mio ministero ha già stanziato 22/23 milioni. Nel Corso di questa Conferenza sono arrivate alcune risposte di programmazione degli smaltimenti, delle bonifiche e del trattamento di manufatti contenenti amianto
In gennaio presenterò il Piano nazionale sull’amianto, le risorse economiche ci sono: il mio ministero ha già stanziato 22/23 milioni. Nel Corso di questa Conferenza sono arrivate alcune risposte di programmazione degli smaltimenti, delle bonifiche e del trattamento di manufatti contenenti amianto
La notizia giunge con solo 20 anni di ritardo (la messa al bando
dell’amianto in Italia risale al 1992): nessuna colpa o responsabilità
in tal senso va attribuita al Ministro Balduzzi (ci mancherebbe) o al
governo tecnico; fatto sta che la lentissima giustizia italiana, in
questo caso, è stata decisamente più rapida del legislatore e
dell’esecutivo.
Nei due giorni di seminari veneziani sull’amianto si è concepita una
linea guida per redarre, entro le prossime due settimane, una prima
bozza condivisa dal Ministero della Salute con i ministri del Lavoro e
dell’Ambiente (Elsa Fornero e Corrado Clini); la bozza conterrà
proposte di grande innovazione, come utilizzare la fibulina come
marcatore tumorale predittivo, costituire una rete internazionale di
banche dati di materiale biologico, standardizzare i modelli di presa in
carico degli ammalati
e verrà inviata alla Conferenza unificata e alle forze sociali in
modo che entro la fine di dicembre possa essere ragionata e discussa e,
nei primi mesi del 2013, si possa puntare all’accordo operativo.
Uno dei principali problemi da fronteggiare sarà quello legato
all’applicazione del Piano nelle Regioni, che troppo spesso hanno
latitato di fronte alla trasparenza, nel fornire i dati sulle malattie
correlate e sui siti da bonificare; il Ministro della Salute ha in tal
senso fatto appello alle realtà sociali ed agli enti locali,
riconoscendone il ruolo fin qui garantito a tutela dei cittadini e
dell’ambiente ed esortando le associazioni ad un maggior coordinamento,
ad esempio creando una rete di comunità come quella di Casale
Monferrato, ormai divenuta un simbolo internazionale.
Per Balduzzi tuttavia un Piano nazionale Amianto non basta: il
ministro ha sottolineato infatti l’importanza di un coordinamento
sovranazionale, in particolare chiamando in causa l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (Oms) e delle istituzioni scientifiche
internazionali, difendendone il ruolo:
occorre pretendere che appaiano e siano assolutamente indipendenti da
portatori di interessi privati come i produttori di amianto. Quella
dell’asbesto è una grande partita internazionale che vede in campo
interessi potenti: l’Italia ha deciso chiaramente da che parte stare.
In tal senso, ha già fatto sapere il ministro, il 7 dicembre prossimo
il Consiglio europeo dei ministri della Salute riceverà la proposta
italiana di istituire un network europeo di ricerca sull’amianto.
fonte: www.ciaccimagazine.org