In Emilia Romagna trionfa l’acqua del rubinetto

Gli italiani preferiscono l’acqua del rubinetto più che quella in bottiglia. L’acqua del sindaco, così come è stata denominata, dopo il grande successo avuto in Lombardia continua a riscuotere consensi anche in altre regioni italiane soprattutto in Emilia Romagna dove la sceglie il 79 per cento della popolazione.
È quanto emerge dai dati diffusi da Aqua Italia, l’associazione che raggruppa le aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie, nell’ambito della ricerca CRA Nielsen 2012 circa la “propensione al consumo di acqua del rubinetto, tratta e non, in Emilia Romagna”
Nella regione, ben il 51,5 per cento degli intervistati beve sempre o quasi sempre acqua del rubinetto. Solo il 17,2 per cento la beve solo occasionalmente e un 10,3 per cento più raramente. I principali motivi per cui si preferisce l’acqua a chilometro zero sono la comodità (28,9 per cento), il minor costo (28,4 per cento), e i maggiori controlli (22,6 per cento) rispetto alla comune acqua in bottiglia.
Sempre più frequentemente, inoltre, gli italiani decidono di trattare l’acqua del rubinetto affidandosi ad apparecchiature e sistemi per la sua depurazione. In particolare, il 37,4 per cento degli intervistati dichiara di avere almeno un dispositivo di trattamento dell’acqua nella propria abitazione. La tipologia più gettonata è la caraffa filtrante scelta dal 19 per cento degli intervistati seguita dagli apparecchi con filtro per l’eliminazione del cloro che conquistano l’11,6 per cento delle preferenze e dai sistemi ad osmosi inversa scelti dal 6,7 per cento degli intervistati. Il 48,3 per cento di chi possiede un sistema di depurazione dell'acqua ha, inoltre, sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica. C’è però un 20,2 per cento che non conosce l'esistenza di questa opportunità, segno che la comunicazione, in questo senso, potrebbe essere più incisiva.
Infine, si è indagato sul fenomeno dei chioschi dell'acqua, l'evoluzione delle antiche fontanelle che oggi erogano, a seconda della tipologia, acqua refrigerata, gasata o filtrata. Dai dati emerge che usa o userebbe il servizio il 52,5% degli intervistati mentre tra i residenti in comuni che non hanno proposto il servizio, solo il 6,5% degli intervistati in caso di attivazione non aderirebbe ugualmente.