COMUNICATO STAMPA - NON E’ MAI TROPPO TARDI ???

Il consigliere della FDS Aldo Cacciamani in data 20 febbraio 2013 ha presentato un Ordine del Giorno (odg), senza titolo, che ha come argomento la problematica della combustione del CSS (=rifiuti) nei nostri cementifici. Nel suo odg  Cacciami, riprende quello che da mesi  e mesi noi di “Un’altra Gubbio” stiamo denunciando  con articoli e con interventi, mozioni,  ecc,  in Consiglio Comunale. Ben venga, ma… ricordiamo anche,  che il 17 aprile 2012 il Consiglio Comunale, all’UNANIMITA’, ha approvato la delibera n 91, con le prescrizioni all’adesione al piano d’ambito (frutto, anche se minoranza, della nostra collaborazione e competenza).
Ma di fatto, LA successiva DELIBERA ASSUNTA DALLA GIUNTA CON L’AFFIDAMENTO PER 5 ANNI AD UN GESTORE UNICO  TERZO,  HA FATTO DEL  DELIBERATO DEL CONSIGLIO COMUNALE:  CARTA STRACCIA! Come noi di Un’altra Gubbio abbiamo già denunciato, scritto, detto,  riscritto e ridenunciato  infinite volte.  Non solo ma di fatto  annullando  (e ridicolizzando!) i contenuti emersi anche nel lo stesso convegno del  5 luglioRIFIUTI O MATERIA PRIMA?” organizzato dalla stessa attuale amministrazione, presso la sala trecentesca.
ORA È ARRIVATA L’EMERGENZA che annunciavamo da tempo,  perciò nel suo ordine del giorno, il consigliere Cacciamani DOVREBBE anche CHIEDERE a questa amministrazione CHE LUI SOSTIENE:  COSA E’ STATO FATTO qui a Gubbio, PER NON ARRIVARE ALL’EMERGENZA IN CUI SIAMO?
PERCHÉ IL DECRETO CLINI SULL’UTILIZZO DEL CSS (COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO) NEI CEMENTIFICI, NON È ALTRO CHE LA RISPOSTA ALL’EMERGENZA RIFIUTI, PER CUI IL RIMEDIO SARÀ PEGGIORE DEL DANNO come è scritto anche nella lettera aperta  inviata al Presidente Napolitano dal sottoscritto.

Gubbio 21 febbraio 2013                                                                            
Giovanni Vantaggi “Un’altra Gubbio”


QUESTO IL DELIBERATO DELLA DELIBERA N 91 DEL 17 APRILE 2012

1.       Vista la Direttiva europea 1999/31/CE del 26 aprile 1999 sulle discariche e  viste le esperienze di comuni o ambiti sia nazionali che internazionali, l’ATI1 aderisce alla STRATEGIA RIFIUTI ZERO  (raccolta Porta a Porta spinta su tutto l’ambito). Per tale motivo sempre in adesione alla direttiva dell’Unione Europea 2008/98, che nella Gerarchia dei rifiuti pone come primo obbiettivo la PREVENZIONE (intesa come RIDUZIONE della produzione dei Rifiuti),  l’ATI1, proprio  per prevenire la produzione dei rifiuti, dovrà  adeguare lo stesso Piano d’ambito alla regola assolutamente essenziale: adottare il principio dichiarato nella Direttiva 2004/35/CE: chi inquina paga” e quindi mettere in atto la regola che PIÙ RIFIUTI SI PRODUCONO PIÙ SI PAGA e allo stesso tempo MENO RIFIUTI SI PRODUCONO MENO SI PAGA (Tariffa Puntuale)

2.       La stessa normativa europea pone all’ultimo gradino della GERARCHIA DEI RIFIUTI il recupero energetico intendendo per recupero energetico un rendimento di  almeno il 60%. In realtà questa quota non si potrà mai raggiungere, dato che, in questo bilancio bisogna tener conto dei seguenti fattori: costo delle materie prime utilizzate per produrre quel manufatto, costo della produzione, costo dell’impianto di incenerimento, costo della sua manutenzione e dei controlli (come dettato dall’art 41 della Costituzione) e soprattutto, costo delle ricadute sull’ambiente e sulla salute, per cui il bilancio energetico non supererà mai il 27%. Ecco perchè il termine  usato solo in Italia di termovalorizzatore, non è accettato dalla UE. Per tutto quanto detto, l’ATI1 non accetta nessun tipo di combustione  (incenerimento o pirolìsi o gasificazione o pirogasificazione) come processo di smaltimento dei rifiuti.

3.       Viste le RICADUTE ECONOMICHE E QUINDI OCCUPAZIONALI legate a: RICICLO, RIPARAZIONE, RIUSO (politica europea delle “R”) l’ATI1 s’impegna  ad organizzarsi, esso stesso, come GESTORE PREVALENTEMENTE PUBBLICO  tramite: consorzio o società tra i comuni sottoscrittori del piano d’ambito dell’ATI1, con la previsione di una certa quota percentuale  di AZIONARIATO POPOLARE DIFFUSO (e/o in base a quanto stabilito dal nuovo decreto Monti sulle liberalizzazioni 1/2012).

4.       Visto quanto previsto dal Piano d’Ambito stesso, riguardo alle PIATTAFORME per la lavorazione delle varie frazioni dei rifiuti, per l’Alto Chiascio, l’ATI1 dovrà prevedere che nella  PIATTAFORMA già prevista qui,  vi  dovranno essere conferiti tutti i rifiuti secchi dell’ATI1, qui: selezionati, recuperati e lavorati con l’introduzione del sistema già da molti anni in funzione presso il Centro Riciclo Vedelago, per la PRODUZIONE DI SABBIA SINTETICA MEDIANTE ESTRUSIONE PER ATTRITO. Tale metodologia sarà utilizzata per quella quota di rifiuti, circa il 15%, definiti per la loro qualità “IRRICICLABILI”. Nella stessa piattaforma, i comuni dell’Alto Chiascio,  conferiranno tutto il loro umido che verrà ricaricato, quindi,  sui camion arrivati dall’Alto Tevere, che provvederanno a loro volta a conferirlo nell’altra piattaforma prevista nell’Alto Tevere stesso, per il TMB  (trattamento meccanico biologico, compostaggio, biodigestione anaerobica…). In questo modo il trasporto non sarà mai a senso unico. Ciò comporterà un notevole risparmio: di risorse economiche oltre ad un minore impatto ambientale legato al trasporto su gomma.

5.       Istituzione di un osservatorio, i cui membri saranno indicati dalla commissione competente, con il compito di monitorare costantemente la strategia verso rifiuti zero indicando criticità e soluzioni per rendere il percorso verso la stessa: verificabile, partecipato e costantemente in grado di aggiornarsi anche alla luce dell’evolversi del quadro nazionale ed internazionale.

6.       Il Comune di Gubbio ha già attivato nel suo territorio la Raccolta Differenziata in percentuale prossima la 50%. L’ATI1 si impegna a non variare le attuali tariffe per il territorio Eugubino fino al raggiungimento dello stesso obiettivo e di quanto prescritto nel deliberato.

7.       Considerato che il DL n 1/2012 convertito in legge il 24 marzo 2012 e che lo stesso prevede, tra l’altro, che l’organizzazione dei “servizi pubblici locali” debbano avere dimensioni ottimali di norma non inferiori a quelle del territorio della provincia, pertanto si consiglia al rispetto delle  norme in vigore anche di quelle sopravvenute successivamente al progetto del piano d’ambito

8.       Si ribadisce il rispetto degli accordi definiti con la presidenza dell’ATI1 che i costi relativi alla gestione post-mortem delle discariche site nel territorio comunale e oggetto in passato del conferimento di rifiuti da parte di vari comuni aderenti all’ATI1, siano a carico dell’Ambito stesso.