L'antica forma di scambio si diffonde sempre di più nel Belpaese,
dove a causa delle ristrettezze economiche si cercano soluzioni
alternative e low cost per fare i propri acquisti
Comprare scambiando la merce con l’antica forma del baratto piace a
tre italiani su quattro. Nel nostro Paese è sempre meno raro acquistare
prodotti alimentari cedendo cravatte, quadri, libri, cd. Con la crisi si
aguzza l’ingegno per cercare di continuare a stare bene. Questo il
risultato che emerge da un sondaggio della Coldiretti diffuso lo scorso maggio in occasione dell’edizione 2013 di “Cibi d’Italia” di Campagna Amica, che si è svolto al Castello Sforzesco di Milano: è stato il primo mercato del baratto per fare la spesa a costo zero con formaggi, salumi, frutta e vino pagati con scarpe, orologi, quadri, libri e cd.
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Contro la crisi della moneta si tratta – sottolinea la Coldiretti – della prima esperienza italiana di mercato di scambio fisico di prodotti alimentari Made in Italy
con convenienza reciproca senza spendere un euro. Un’iniziativa per
evidenziare i danni provocati dalla finanza esasperata degli ultimi
anni, ma anche per sottolineare l’importanza – continua la Coldiretti –
di tornare a sostenere l’economia reale in un difficile momento di crisi.
Si riscoprono – precisa la Coldiretti – vecchie ricette come il baratto, ma in formule diverse e innovative.
Il successo dello scambio di merci senza moneta è testimoniato dal
fiorire di iniziative con al centro questa pratica: si va dagli “swap party” (dall’inglese to swap, scambiare), veri e propri mercati del baratto, agli “swap shop”,
i negozi del riciclo di lusso dove si scambiano oggetti e vestiti alla
moda che non si utilizzano più, ma anche libri e musica. E a proposito
di libri, sempre più diffuso è il fenomeno del bookcrossing, ossia dello scambio di libri: l’idea di fondo è di rilasciare libri nell’ambiente, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altri, che a sua volta poi possono farli proseguire nel loro viaggio.
Una forma particolare di baratto – continua la Coldiretti – è costituita dalle banche del tempo, associazioni ad iscrizione gratuita dove ci si scambia servizi o piccole commissioni quotidiane.
Ad esempio un lavoretto in casa per una seduta di stiratura, la
compilazione di moduli e documenti in cambio di qualche ora come baby
sitter. In Italia, attualmente, sono già più di 200 quelle attive.
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Oltre al baratto, però, ci sono diversi modi per risparmiare senza
rinunciare alle proprie abitudini e alle proprie passioni. In ambito
lavorativo c’è chi, ad esempio, ha deciso di condividere l’ufficio con altre persone che fanno lavori completamente differenti: è il coworking,
una pratica il cui scopo è ammortizzare i costi di affitto e di
gestione (come la corrente, il collegamento internet, la pulizia dei
locali…) senza dover rinunciare alla propria indipendenza.
C’è chi condivide l’ambiente di lavoro e chi invece il divano di casa propria. E’ la filosofia del couchsurfing: in pratica si mette a disposizione la propria abitazione come base di appoggio per i viaggiatori che vengono a visitare la città in cui si vive. Le persone ospitate generalmente ricambiano l’accoglienza con piccoli favori,
come cucinare o fare la spesa per l’intero periodo di permanenza.
L’omonimo network, da cui nel 2003 ha preso il via questo modo di
viaggiare, conta oggi – conclude la Coldiretti – oltre 6 milioni di iscritti, residenti in più di 100 mila città di tutto il mondo.
fonte: www.nonsprecare.it