DANNI ALLA SALUTE PER CHI VIVE VICINO A DISCARICHE ED INCENERITORI

Foto: DANNI ALLA SALUTE PER CHI VIVE VICINO A DISCARICHE ED INCENERITORI

Qualcuno dirà:”bella scoperta! E’ una vita che lo diciamo!”.
Però questa volta a dirlo è la regione Lazio che  ha avuto l'idea di monitorare lo stato di salute della popolazione che vive nel raggio di pochi chilometri dagli impianti di smaltimento di tutta la regione. Il risultato è stato il progetto "ERASLazio" (Epidemiologia, Rifiuti, Ambiente e Salute), coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione, che fa il punto sugli impatti sanitari di discariche, inceneritori e impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) nel decennio 1998-2008. 
Per le discariche il Dipartimento di Epidemologia della Regione Lazio ha esaminato 242.409 persone residenti entro 5 chilometri dalle discariche della regione. Nelle zone dove è più alta la concentrazione di idrogeno solforato (H2S), scelto come "firma chimica" delle esalazioni delle discariche, ci sono più ricoveri per alcune malattie, sia per gli uomini (+26% per malattie respiratorie e + 59% per tumore alla vescica), sia per le donne (+62% per asma e +27% per malattie del sistema urinario).
Per gli inceneritori di Colleferro e San Vittore (inceneritori di ultima generazione, quelli tanto decantati dagli amministratori) si sono esaminati solo i ricoveri, perché trattandosi di impianti recenti (in funzione dal 2002) non era possibile vedere già eventuali effetti sulla mortalità. La cosa interessante è che è stato possibile confrontare lo stato sanitario della popolazione prima e dopo l'apertura degli impianti. E il dopo è effettivamente un po' peggio del prima: si è visto infatti come gli uomini residenti in aree identificate dai valori massimi di PM10 emesso dagli impianti mostrino un eccesso del 26% di ricoveri per malattie respiratorie e dell’86% per malattie polmonari cronico ostruttive (BPCO), rispetto ai residenti in aree meno esposte.
Per quanto riguarda gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) dall'analisi retrospettiva della storia sanitaria di tutti i cittadini residenti (al 1996 o entrati successivamente) entro 5 Km dai TMB di Rocca Cencia e Roma Salaria (Comune di Roma), non si sono riscontrate differenze nei tassi di ospedalizzazione generale fra la popolazione più esposta agli inquinanti rispetto alla popolazione non esposta. Anche per le malattie dell’apparato circolatorio e respiratorio non si è riscontrata alcuna associazione tra l’esposizione in studio e il ricorso ai ricoveri ospedalieri. 
Qualcuno dirà:”bella scoperta! E’ una vita che lo diciamo!”.
Però questa volta a dirlo è la regione Lazio che ha avuto l'idea di monitorare lo stato di salute della popolazione che vive nel raggio di pochi chilometri dagli impianti di smaltimento di tutta la regione. Il risultato è stato il progetto "ERASLazio" (Epidemiologia, Rifiuti, Ambiente e Salute), coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione, che fa il punto sugli impatti sanitari di discariche, inceneritori e impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) nel decennio 1998-2008.
Per le discariche il Dipartimento di Epidemologia della Regione Lazio ha esaminato 242.409 persone residenti entro 5 chilometri dalle discariche della regione. Nelle zone dove è più alta la concentrazione di idrogeno solforato (H2S), scelto come "firma chimica" delle esalazioni delle discariche, ci sono più ricoveri per alcune malattie, sia per gli uomini (+26% per malattie respiratorie e + 59% per tumore alla vescica), sia per le donne (+62% per asma e +27% per malattie del sistema urinario).
Per gli inceneritori di Colleferro e San Vittore (inceneritori di ultima generazione, quelli tanto decantati dagli amministratori) si sono esaminati solo i ricoveri, perché trattandosi di impianti recenti (in funzione dal 2002) non era possibile vedere già eventuali effetti sulla mortalità. La cosa interessante è che è stato possibile confrontare lo stato sanitario della popolazione prima e dopo l'apertura degli impianti. E il dopo è effettivamente un po' peggio del prima: si è visto infatti come gli uomini residenti in aree identificate dai valori massimi di PM10 emesso dagli impianti mostrino un eccesso del 26% di ricoveri per malattie respiratorie e dell’86% per malattie polmonari cronico ostruttive (BPCO), rispetto ai residenti in aree meno esposte.
Per quanto riguarda gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) dall'analisi retrospettiva della storia sanitaria di tutti i cittadini residenti (al 1996 o entrati successivamente) entro 5 Km dai TMB di Rocca Cencia e Roma Salaria (Comune di Roma), non si sono riscontrate differenze nei tassi di ospedalizzazione generale fra la popolazione più esposta agli inquinanti rispetto alla popolazione non esposta. Anche per le malattie dell’apparato circolatorio e respiratorio non si è riscontrata alcuna associazione tra l’esposizione in studio e il ricorso ai ricoveri ospedalieri.

Umbria verso Rifiuti Zero