Due o tre cose sul trucco dei rifiuti


Cresce l’amara sensazione che sia in corso da tempo una concertazione silenziosa finalizzata a bruciare i “non rifiuti” del Css ( la parte secca della spazzatura) in quel rudere di centrale elettrica di Costa Morena che è la Brindisi Nord. Il “trucco” sta nella sue magiche iniziali: Css ( Combustibile Solido Secondario).

Difatti, dal 29 marzo 2013 è entrato in vigore il Decreto Ministeriale n.22 del 14 febbraio 2013 del Governo Monti che “disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (Css)”, stabilendo i criteri specifici da rispettare affinché determinate tipologie di combustibile solido secondario (Css) cessano di essere qualificate come rifiuto. Infine, dal 16 aprile è in vigore il Decreto Ministeriale del 20 marzo 2013 che modifica la Parte II dell’allegato X della Parte Quinta del Decreto Legislativo del 3 aprile 2006 n.152 (Testo Unico dell’Ambiente), il quale nella Sezione 7 stabilisce la provenienza, le caratteristiche e le condizioni di utilizzo del Css – combustibile, definite dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare.
Richiamare questa noiosa teoria di leggi e regolamenti serve a scoprire come il rifiuto secco diventi combustibile, e come, magicamente, dalla esclusiva competenza regionale sui rifiuti si passi alla esclusiva competenza statale sull’utilizzo dei combustibili, tra i quali è oggi annoverato il “non più rifiuto combustibile solido secondario”, benché tutto ciò si intrecci con la regolamentazione e la gestione del Piano regionale dei rifiuti, la cui competenza relativa alla chiusura del suo ciclo spetta alla Regione!
In pratica, sarà Roma ufficialmente e formalmente a decidere se far bruciare o meno la spazzatura nella centrale. Si profila un altro, ennesimo caso di conflitto di competenze? C’è da augurarselo! Per la verità, la storia regionale racconta che è fin dai lontanissimi tempi della Giunta di Staso in poi che in Puglia si è presi dalla permanente tentazione di risolvere la chiusura regionale del ciclo dei rifiuti con le centrali elettriche di Brindisi.
Per ultimo, passando dal Pear (Piano Energetico Ambientale Regionale), promosso dall’’assessore Losappio, che prevedeva di bruciare il Cdr (Combustibile Derivato dai Rifiuti) nella centrale Enel, finanche il Piano Regionale dei rifiuti dell’ultimo Governo Vendola, nonostante gli emendamenti dei casi di esclusione della termovalorizzazione (incenerimento), riserva al Combustibile Solido Secondario un impiego, sia pure, per ora, residuale e limitato. Del resto illuminante, oltre che sorprendente, è l’affermazione dell’assessore al lavoro Caroli, a margine dell’incontro in Prefettura sul Piano illustrato da A2A, che occorra “favorire l’incontro tra tutti i portatori di legittimi interessi anche se diversi”. E ciò continua ad essere in linea con quanto alcune manine avevano previsto al comma tre del punto 2.2 del testo per la Convenzione con Enel, ideata per Brindisi qualche anno fa, circa l’utilizzo di “Cdr (e/o Css)”.
La differenza di oggi, rispetto al passato, consiste semplicemente nel fatto che, invece di bruciare il “rifiuto” Cdr (combustibile da rifiuto), si passa a bruciare il “combustibile” Combustibile Solido Secondario, anzi, come tiene a vantarsi A2A, “una evoluzione certificata a livello europeo del Cdr e perfino del Css, classificato come “prodotto” dalle norme europee di riferimento, del quale la Società dice di avere il brevetto internazionale esclusivo. La palla e il cerino acceso adesso da Bari passano a Roma e, per magia, il gioco sembra fatto!
E di fatti, con sincronismo svizzero, la Società Edipower SpA, ai sensi del richiamato Decreto Lgs 152 del 2006, ha depositato presso le autorità competenti la Richiesta di Pronuncia di Compatibilità Ambientale del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dei Beni Culturali, il cui progetto prevede, fra altre cose, l’utilizzo del CSS – Combustibile rinnovabile, “ai sensi dell’art.184-ter, comma 2, del D.L.152,… che definisce il Css Combustibile non più un rifiuto, ma combustibile”, nonché “l’utilizzo in co-combustione con il Css Combustibile, di carbone…”.
Si attende ora una valanga di assolute contrarietà (osservazioni formali) da inoltrare al Ministero dell’Ambiente e della Cultura, entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione dell’Avviso Pubblico, da parte di tutti quegli enti (Comune di Brindisi e Regione Puglia in testa) o consiglieri di maggioranza e/o d’opposizione, comunali e regionali, che sono fermamente e inflessibilmente contrari da sempre a questa evenienza, e cioè quella di permettere a chiunque di bruciare la spazzatura nelle centrali termoelettriche di Monnezza City, per usare una recente efficace definizione giornalistica!

Ernesto Musio  - Prima Pagina