Un futuro marscianese per la combustione dei rifiuti?

Gli impianti delle Fornaci Briziarelli sono stati indicati tra quelli che attualmente bruciano combustibile nettamente più impattante del css: combustibile solido secondario ( la frazione secca della raccolta indifferenziata)
Un futuro marscianese per la combustione dei rifiuti?
C’è forse un futuro anche marscianese e per la zona di Gualdo Cattaneo – Bastardo di Giano dell’Umbria per il Css, cioè per i rifiuti indifferenziati che attualmente vanno in discarica.
Dalla discussione in Consiglio regionale dell’Umbria è emerso, infatti, che:
a) Secondo l’assessore Rometti :” Il css è una previsione nazionale che funziona solo con un alto livello di raccolta differenziata, dato che gli standard di qualità del css sono molto alti e richiedono una separazione molto attenta della frazione umida.
Credo che l’impatto del css in termini di emissioni sia inferiore a quello del petrol-coke, che pure viene usato in impianti umbri.
Il costo di produzione del css e il conferimento agli impianti industriali ci costerebbe comunque meno di quanto spendiamo per conferire in discarica, un sistema destinato a chiudere (resteranno Borgo Giglione, Le Crete e Belladanza).
Il percorso normativo che prevedeva il css richiedeva un decreto per autorizzare il suo utilizzo in cementerie e centrali. Oggi quindi chi vuole usarlo deve ottenere l’autorizzazione integrata ambientale, seguendo un percorso molto rigoroso”
b)    Secondo Franco Zaffini (capogruppo Fd’I):“Abbiamo 3 impianti (Enel Bastardo, Fornaci Briziarelli e le acciaierie di Terni) che già bruciano combustibile nettamente più impattante del css. Il pet-coke utilizzato è il residuo finale di lavorazione del petrolio, la peggiore cosa possibile. Nel frattempo i nostri rifiuti vanno in discarica, con conseguenze molto gravi, anche economiche per i cittadini che pagano trasporto e conferimento”.
Quella che sembra una possibile intesa trasversale trova, comunque l’opposizione di:
1)     Orfeo Goracci (CU): “I problemi non si risolvono cambiando sigla da cdr a css….. La nuova normativa è chiara ma esiste un elemento di critica che non si risolve cambiando sigla da cdr a css. Se prima quei materiali erano rifiuti ora come fanno ad essere un combustibile? Se erano pericolosi lo sono ancora.”
2)     Oliviero Dottorini (Idv): “Il ministro Clini (Governo Monti) ha partorito un decreto osceno. Ha in pratica trasformato i rifiuti in combustibile sottraendoli così alla disciplina dei rifiuti. È stata di fatto aperta la strada alla produzione ed all’utilizzo del Css nei cementifici e nelle centrali termoelettriche in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), stabilendo l’impiego dei Css nei processi industriali, facendoli uscire dalla disciplina di gestione dei rifiuti attraverso procedure che evitino di sottoporli all’arbitrio ed ai veti degli Enti Locali…..La mozione oggi in discussione sembra voler aprire la strada ad un percorso per cui la Regione dovrebbe attivarsi per spostare la gestione del ciclo dei rifiuti in direzione dell’utilizzo di Css nei cementifici presenti nel territorio. Su questo evidenziamo due grandi perplessità: perché si dovrebbe intervenire con risorse pubbliche regionali, magari per mettere a norma gli impianti? Non si capisce poi bene cosa c’entrerebbero i cementifici regionali. Se essi possono reperire Css in tutta Italia, anche la Regione Umbria può vendere questo ‘combustibile’ in tutta Italia. L’altra perplessità riguarda il corretto equilibrio della gestione integrata dei rifiuti. Dobbiamo infatti domandarci quale effetto potrebbe avere sulla qualità della gestione del ciclo dei rifiuti la realizzazione di impianti di produzione di CSS; cosa succederebbe se i comuni venissero posti di fronte alla possibilità di allentare gli sforzi verso la riduzione e differenziazione dei rifiuti per indirizzarli verso la produzione ben più economica di combustibile da rifiuti”
3)      Damiano Stufara (Capogruppo Prc-Fds) “il famigerato Decreto ‘Clini’ indica una semplice possibilità che, peraltro, potrà essere realizzata solo fino al 2020, come disposto dalla Unione Europea. A nostro giudizio occorre invece tenere conto delle novità che si ono prodotte in questi mesi in Umbria, dove gli ambiti territoriali hanno approvato la propria programmazione, spingendo la pianificazione regionale ad adeguarsi. Stanno poi diminendo i volumi di rifiuti; e aumenta la raccolta differenziata, un dato questo sul quale pochi avremmo scommesso. Tutti questi dati fanno superare nei fatti i contenuti del Piano regionale relativi alla chiusura del ciclo attraverso l’incenerimento. La mozione indica invece di produrre css per bruciarlo, ma noi riteniamo che questa Regione debba costruire una propria strada nella costruzione di un sistema di gestione e di chiusura del ciclo dei rifiuti diversa dal passato.”
Sull’argomento sono intervenuti anche:
Alfredo De Sio (F’d'i):”Siamo disposti anche a valutare contributi diversi sugli obiettivi da noi indicati per ricercare una soluzione condivisa, tenendo conto di un fatto sostanziale e che ci porta ad agire secondo un principio di realtà: con il decreto Clini il quadro è profondamente mutato e il nuovo Piano non può non tenerne conto”.
Massimo Buconi (Psi): “L’obiettivo di eliminare l’incenerimento è condivisibile ma non si capisce come andrebbe perseguito. L’azione di governo della Giunta ha prodotto positivi riscontri, anche se continua il balletto sui dati della raccolta differenziata, su cui pure si è spinto molto. Quello che la politica non ha voluto o saputo decidere lo ha deciso il mercato, mettendo fuori gioco la previsione di forti investimenti per la chiusura del ciclo dei rifiuti tramite incenerimento. Questo anche perché sono passati 20 anni senza prendere decisioni. Gli impianti produttivi esistenti nel Paese usano comunque dei combustibili, che potrebbero dunque essere sostituiti con la frazione residua dei rifiuti, che oggi invece viene conferito in discarica. Possiamo valutare altre esperienze italiane di utilizzo del css, per capire se questa soluzione è replicabile. Dobbiamo comunque porci il problema di dove e come vengono smaltiti i nostri rifiuti

fonte: www.iltamtam.it