
Batteri, mais, rape, patate, ed ora pomodori (le bucce dei pomodori essiccate potrebbero diventare staffe di supporto dei cavi dell'impianto elettrico o piccoli vani portaoggetti nelle Ford): un pool “bio” potenzialmente vastissimo per la creazione nuovi materiali plastici biodegradabili che potrebbero essere la salvezza per la nostra civiltà, innegabilmente inserita, senza troppi giri di parole, in una vera e propria “età della plastica”.
In Europa il consumo di materie plastiche ha raggiunto i 48.5 milioni di tonnellate, con Germania, Italia, Francia, Spagna e Inghilterra che hanno inciso da sole sul 66% dell’intero consumo europeo. Ogni italiano in un anno produce mediamente circa 65 kg di rifiuti in plastica.
Il problema più sostanziale connesso alle plastiche tradizionali, polietilene PE, polipropilene PP, polivinilcloruro PVC, è il recupero, cioè come gestire la plastica una volta che ha espletato il suo uso e finito il suo ciclo di vita, trovandosi nella forma di rifiuto. Partendo dall’evidente realtà dei problemi connessi alle discariche, che, come è ormai sotto gli occhi di tutti, non rappresentano certo la soluzione ideale per lo smaltimento dei rifiuti urbani, il recupero e il riciclo dei materiali plastici sono tuttavia relativamente complessi.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di nuove plastiche biodegradabili che possano essere usate per tutti, o quasi, e quindi diamo il benvenuto anche a questa nuova ricerca. Ricerca che è stata portata avanti inizialmente da Heinz, e in seguito proposta a Ford, per individuare modalità innovative attraverso le quali riciclare bucce, gambi e semi delle 2 milioni di tonnellate di pomodori processate ogni anno per la produzione del ketchup.
I materiali di origine vegetale utilizzati oggi da Ford comprendono le fibre di cellulosa, utilizzate come rinforzo per le console degli abitacoli, il riso grezzo, utilizzato per la creazione di staffe in plastica, nonché le fibre di cocco, cotone e soia, utilizzate per realizzare tessuti.