Ci sono voluti 15 mesi di indagini per portare a termine un'articolata attività investigativa,
avviata a febbraio 2013, diretta e coordinata dalla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Ancona, che ha smascherato quello che
sembra un vero e proprio cartello degli impianti a biogas.
Denunciate 20 persone e 15 società. Le investigazioni hanno coinvolto funzionari della Regione Marche, preposti al rilascio delle autorizzazioni necessarie.
Un dirigente e due funzionari regionali hanno concorso a realizzare
un disegno criminoso consistito nel predisporre atti normativi
strumentali a 'velocizzare' il rilascio delle autorizzazioni,
evitando di sottoporre i progetti ai necessari controlli per la
valutazione di impatto ambientale. In tal modo, i funzionari pubblici, a
fronte di dazioni e regalie, hanno consentito ad un ristretto gruppo di imprenditori di beneficiare illecitamente degli incentivi pubblici erogati nello specifico settore.
Gli incentivi, ricordiamo, vengono corrisposti per 15 anni dall'entrata in esercizio e, a titolo esemplificativo, un impianto può raggiungere un sostegno monetario pari a € 31.000.000,00. Ecco perché fanno gola.
E' stato inoltre appurato che gli stessi funzionari regionali che
istruivano ed esaminavano le richieste e rilasciavano le autorizzazioni
erano 'soci in affari' dei progettisti e degli imprenditori che presentavano le domande.
Infatti, i responsabili pubblici, hanno conseguito, per la loro
connivente attività, cospicue, illecite dazioni, per oltre 1.000.000,00
di euro.
Addirittura, un funzionario della Regione Marche, in servizio
presso l'ufficio competente al rilascio delle autorizzazioni per la
realizzazione di impianti idroelettrici, fotovoltaici ed a biogas, aveva costituito una società - con alcuni imprenditori marchigiani.
Le risultanze investigative sono state acquisite da: intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche;
analisi di copiosa documentazione amministrativo-contabile e supporti
informatici sottoposti a sequestro e/o acquisiti nel corso delle
perquisizioni effettuate presso abitazioni, aziende ed uffici della
Regione Marche; attività sul territorio attraverso appostamenti,
pedinamenti e osservazione anche con riprese aerofotografiche; accertamenti bancari e patrimoniali.
Gli elementi di prova acquisiti hanno evidenziato l'esistenza di un vero e proprio 'cartello affaristico-istituzionale'
responsabile, a vario titolo, dei reati di corruzione, abuso d'ufficio,
falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato, illeciti urbanistici
ed ambientali.
Inoltre, per quanto riguarda le persone giuridiche coinvolte è
stato contestato l'art. 5 del D.Lgs. nr. 231/2001 (responsabilità
amministrativa dell'ente), in relazione alle procedure di concessione
delle autorizzazioni uniche necessarie per la costruzione di sette
impianti a biogas. Ciò ha consentito di ricostruire compiutamente gli stretti legami personali e d'affari esistenti tra funzionari regionali e progettisti
che, orientando anche le modifiche della normativa regionale, hanno
agevolato gli imprenditori i quali hanno potuto beneficiare delle
autorizzazioni uniche necessarie per la realizzazione di tali impianti.
Al termine dell'attività investigativa, condotta anche attraverso
una collaborazione sinergica con il Corpo Forestale dello Stato -
Comando Regionale Marche, sono state segnalate alla competente A.G. 20 persone fisiche e 15 società, coinvolte a vario titolo.
Il G.I.P. presso il Tribunale di Ancona, inoltre, accogliendo le richieste avanzate dai magistrati inquirenti, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per "equivalente" di somme di denaro e beni immobili costituenti il profitto della corruttela e degli incentivi illecitamente percepiti per € 10.000.000,00.
In
data odierna, a conclusione delle attività investigative si sta
procedendo contestualmente a notificare agli indagati gli avvisi di
conclusione delle indagini.
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fonte: www.greenbiz.it