Moria delle api: calo del 50% per la produzione di miele

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La produzione di miele è in calo del 50% a causa della moria delle api. Pesticidi e maltempo sono i principali fattori sotto accusa. L’allarme arriva da Legacoop Agroalimentare, Conapi e Unapi. In tutta Italia la scorsa primavera sono giunte oltre 60 segnalazioni di grave avvelenamento di interi apiari.
Non a caso, in concidenza con la semina di mais e con i trattamenti di frutta e cereali. Le condizioni climatiche hanno contribuito alla flessione della produzione di miele, che tocca il 50% per il miele di acacia, castagno, agrumi e mille fiori. Dunque ci si attendono aumenti del prezzo d’acquisto tra il 20 e il 30%.
Le segnalazioni dei casi di avvelenamento delle api sono state raccolte dalla rete Spia del progetto Beenet. Si è accertato che le cause delle morie non sono di tipo veterinario. Conapi e Unapi dunque richiamano l’attenzione delle istituzione nei confronti di alcune pratiche agrochimiche scorrette non in linea con le normative vigenti.
Il clima mite invernale ha portato ad un incremento delle infestazioni di insetti nei campi. Gli agricoltori dunque hanno intensificato i trattamenti. Alcuni nuovi preparati autorizzati di recente e alcune pratiche fitosanitarie si sono rivelate molto pericolose per le api e per altri insetti impollinatori.
Il calo della produzione di miele è dovuto anche alle condizioni meteo sfavorevoli. Non riguarda soltanto l’Italia, ma anche i Paesi esteri, con particolare riferimento al Sud America (-50%), alla Spagna (-40%) e all’Europa dell'Est, dove si registra un -60% per il miele di acacia. Conapi, Fai e Unapi chiedono provvedimenti urgenti non soltanto a favore del mercato del miele, ma soprattutto per la salvaguardia delle api, che sono le migliori sentinelle per l’ambiente, indispensabili per l’agricoltura.

fonte: www.greenbiz.it