C’è una notizia che sta passando inosservata in queste avvisaglie di autunno caldo in cui la politica nazionale insegue la solita agenda fatta di annunci, smentite, accuse. L’argomento rimosso chiamato sostenibilità ambientale (che è già di per sé una follia in vista di Expo 2015) sta diventando oggetto di attenzione, e azione, da parte di alcune città in giro per l’Italia.
Una delle ovvie critiche che è sempre stata mossa all’esperienza ormai decennale dei comuni virtuosi,
è quella relativa alle dimensioni in cui si pratica il cambiamento.
Facile, si è sempre pensato e detto, fare una buona raccolta
differenziata dei rifiuti nei paesini ricchi del nord Italia. Semplice,
tagliare la bolletta energetica nelle scuole di un
comune di 3.000 abitanti. Nelle medie e grandi città ci sono ben altri
problemi da affrontare, il livello di complessità nella gestione di
certe partite rende tutto dannatamente più complicato, se non proprio
impossibile. Ergo, il modello imposto dalle buone pratiche locali non potrà mai diventare paradigma al livello del cosiddetto “sistema Paese”. Da
qualche settimana però, mettendo insieme notizie di seconda mano che
quasi passano inosservate nel calderone delle non-notizie quotidiane,
noto una certa vitalità da parte di alcuni centri di una certa
grandezza. Parma, Trento, Milano, Napoli, Roma, Treviso, città
importanti che su singole tematiche dimostrano quanto le azioni in campo
ambientale non siano solo possibili ma straordinariamente efficaci e di
impatto anche da quelle parti.
Un caso per tutti: da un po’ di tempo stiamo promuovendo il progetto di Montechiarugolo (Pr) che ha portato alla sostituzione di tutti i circa 3.000 punti luce del paese con lampade a Led. Ora salta fuori che Milano sta facendo altrettanto, con numeri ovviamente diversi (140.000 punti luce, tanto per dire).
A Roma è nata una mensa a metri zero , mentre a Trento il porta a porta raggiunge l’80% di raccolta differenziata, ciò che consente al Comune di aggiudicarsi il Premio Comuni Virtuosi 2014 nella sezione rifiuti.
E mentre Parma e Treviso celebrano funerali per la morte dell’ultimo cassonetto stradale è
del tutto evidente che quanto diciamo da tempo è davvero possibile. Il
modello di sviluppo proposto dai comuni virtuosi può essere esportato
ovunque, anche nelle grandi città. Anche a livello nazionale, sostenuto
non da incentivi a fondo perduto ma da forme di premialità mirate, che
consentano alle amministrazioni virtuose (che creano lavoro e fanno
risparmiare alle casse dello Stato) di agire più agevolmente facendo
investimenti e politiche ambientali all’altezza di questo nome.
E’ una rivoluzione inconsapevole,
quella in corso, realizzata quasi all’insaputa delle classi dirigenti
locali. E’ una rivoluzione contraddittoria, le stesse città continuano a
volte ad essere protagoniste di politiche scellerate nel campo della gestione del territorio, ad esempio. Ma è indubbio che qualcosa si muove anche sotto al nostro cielo.
Una buona notizia, nel mare delle non-notizie quotidiane.
fonte: www.ilfattoquotidiano.it