Turismo sostenibile: un viaggio che può portare lontano...


Nella Giornata mondiale del turismo non dimentichiamoci di riflettere sulle molte opportunità del green
Dici turismo e pensi a vacanze, libertà, disimpegno. E ai vari tipi di turismo che si possono concepire: quello di massa e quello di elites, per esempio. Quello balneare o quello di montagna. Il turismo sportivo e il turismo, il turismo artistico e quello della movida nottura. E così si potrebbe continuare in un gioco lunghissimo e molto personale di rimandi e concatenazioni lessicali e concettuali.
Esiste anche, ed è trasversale a tutti questi – con ciascuno dei quali può andare molto d’accordo -, un turismo cosiddetto sostenibile, ovvero rispettoso dell’ambiente e delle risorse locali. È quello sul quale vorremmo puntare l’attenzione nella Giornata mondiale del turismo, celebrata in tutto il Pianeta il 27 settembre dal 27 settembre 1970, giorno in cui venne adottato lo statuto dell’Organizzazione Mondiale del Turismo. Se pure, ancora, non troppo comune, questo binomio si sta facendo sempre più largo, rivelandosi una realtà interessante e da incoraggiare.
L’ultimo rapporto su “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo” realizzato da IPR e Fondazione Univerde in occasione della Borsa Internazionale del Turismo 2013 rivela infatti che sempre più turisti scelgono soggiorni turistici che non danneggino l’ambiente, con punte del 64% tra i giovani sotto i 34 anni, privilegiando per il proprio tempo libero parchi naturali, aree protette e siti archeologici. Secondo lo studio, quattro italiani su dieci (39%) sarebbero disponibili a pagare dal 10 al 20% in più, se avessero garanzie di un rispetto per l’ambiente, mentre a parità di prezzo il 70% opterebbe per un albergo “green”. Prima di prenotare in una struttura, uno su tre si informa sulla sua sostenibilità e per farlo usa soprattutto internet, a cui ricorre l’89% (rispetto al 78% di un anno fa e al 65% del 2011) e i principali fattori che considera importanti per valutare il rispetto ambientale di una struttura ricettiva sono: uso di energie rinnovabili e sistemi per il risparmio energetico, utilizzo di detersivi e detergenti ecologici, una corretta raccolta differenziata, menù con prodotti biologici e/o a Km0.
La consapevolezza dell’importanza di un turismo attento all’ambiente, insomma, è tutt’altro che inesistente; anzi, secondo il 38% degli italiani per lo sviluppo economico di un’area turistica il vincolo alla sostenibilità è una necessità, mentre per il 50% rappresenta un’opportunità di crescita. E per il 47% “esiste oggi in Italia, un’emergenza che riguarda i danni che il turismo può portare all’ambiente”, soprattutto per quanto concerne la speculazione edilizia e la costruzione selvaggia.
Dinnanzi, però, a questa sensibilità così sviluppata e a una richiesta di turismo sostenibile ed ecohotel in crescita progressiva,manca l’offerta. Nelle principali città italiane, per esempio, il turismo ecosostenibile è carente: in una scala da uno a dieci, l’unica città che supera di poco la sufficienza è Firenze (voto 6,3), mentre Napoli (4), Bari (4,1) e Palermo (4,3) si piazzano in fondo alla classifica. E non esiste un sistema di certificazioni coerente e affidabile, soprattutto per quanto riguarda le strutture ricettive, né una rete complessiva che dia un quadro di insieme organico sulle opportunità offerte. Il viaggio verde del turismo, insomma, è ufficialmente iniziato, ma la meta è molto lontana. Gli operatori del settore sono avvisati...
 
fonte: www.earthday.it