
L’assessore regionale Silvano Rometti dichiara ufficialmente che i canoni disposti dalla Regione Umbria ai boss dell’energia idroelettrica (E.On, Acea, etc.) sarebbero nella ‘media italiana’. E' falso. Falsissimo. E l'Umbria perde decine di milioni ogni anno di mancati incassi.
Ecco invece quali sono i veri canoni applicati dalle prime quattro regioni produttrici d’Italia grazie alla fonte rinnovabile ‘acqua’ (euro al kw di potenza nominale):
Lombardia 60 c.a: 30 fisso + 30 c.a su produzione idroelettrica
Bolzano 28,70
Piemonte 27
Veneto 29,33
L’Umbria è invece ferma a 15,51 euro. Ma proseguiamo:
Lazio 30
Basilicata 35,55
Molise 35 (e sin dal 2004).
Abruzzo 85: 35 fisso + 50 su centrali ex Enel sopra i 300 Mw
L’Abruzzo inoltre calcola il canone sulla potenza efficiente dell’impianto e non su quella nominale, legata a leggi anni ‘30: in questo modo nelle casse d'Abruzzo quest’anno andranno non più 6, ma oltre 40 milioni di euro, destinati a valorizzazione ambientale, ma anche a contenere il disagio sociale di questi difficili tempi.
Cosa accadrebbe se anche in Umbria si applicassero gli stessi parametri dell’Abruzzo?
Per il solo nucleo idroelettrico di Terni, i tedeschi della E.On dovrebbero scucire alla Regione Umbria qualcosa come € 45.050.000 ogni anno, anziché i risibili 4.000.000 c.a che versa oggi (€ 85 * Kw 530.000 = € 45.050.000).
E, per chi segnala che queste multinazionali avrebbero poi problemi finanziari, basterà leggere il report Università Bocconi: la rendita idroelettrica media in Italia è pari al 75% annuo, valore fantascientifico!
In pratica: se non aggiornassimo urgentemente i canoni, priveremmo la Regione e i territori di quasi 500.000.000 (cinquecento milioni) di euro nei prossimi dieci anni, fatto del tutto illogico, tanto più considerando quanto sia blindato il bilancio regionale che, compresso tra spesa sanitaria e altra obbligatoria, lascia libero appena un centinaio di milioni all’anno. Cui prodest?
La Regione Umbria è evidentemente ostaggio di svariati lobbisti, fosco scenario contro il quale il Movimento Cinque Stelle, dal giorno dopo le elezioni di primavera, sarà chiamato a operare con viva forza
Andrea Liberati M5S