"Ri-Ponte", un progetto su riciclo, riuso e risparmio al Ponte Lambro

Nel quartiere Lambro a Milano il progetto Ri-ponte si propone l'obiettivo di azzerare la plastica nelle scuole per ridurre l'impatto ambientale causato dalla produzione di rifiuti. Al via la sperimentazione nella primaria di via Ucelli di Nemi
"Ri-Ponte", un progetto su riciclo, riuso e risparmio al Ponte Lambro
Nel mese di febbraio 2015, presso la scuola primaria di via Ucelli di Nemi a Milano, quartiere Ponte Lambro, inizia una sperimentazione che prevede l'utilizzo di un set completo da tavola (piatti piani e fondi, bicchieri, coppette) con stoviglie in materiale bio-plastico e in fibra di cellulosa.

Come già per i piatti piani e fondi sostituiti nel mese di gennaio in tutte le scuole primarie di Milano, il materiale è
di derivazione da fonti rinnovabili e, quindi, con tutti i vantaggi di una pura fibra vegetale: biodegradabile e compostabile, ovvero in grado di produrre compost puliti e adatti ad ogni tipo di suolo agricolo. Fino alla conclusione dell'anno scolastico i 200 bambini di Ucelli di Nemi si abitueranno a smaltire l'intero set da tavola insieme ai residui alimentari nel sacco dell'umido. Questo genere di esperienze si pongono l'importante obiettivo di introdurre soluzioni sostenibili, meno impattanti sul piano ambientale e gestibili con migliore efficacia rispetto alle stoviglie non biodegradabili.

Un’adeguata campagna informativa e di educazione ambientale supporta la sperimentazione, per un consapevole utilizzo dei nuovi prodotti e per un loro appropriato smaltimento da parte dei bambini coinvolti.
Tale sperimentazione si sviluppa nell’ambito del progetto “Ri-Ponte: un progetto sul Riciclo, Risparmio, Riuso a Ponte Lambro”, ed è promossa da Fondazione Lombardia per l’Ambiente in coordinamento con Milano Ristorazione, AMSA e la Scuola Primaria dell'Istituto Comprensivo Statale Madre Teresa di Calcutta di Milano. Il progetto Ri-Ponte, finanziato dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del bando 2013 “Costruire Comunità Sostenibili”, ha come partner Fondazione Lombardia per l’Ambiente – capofila - insieme a Comune di Milano/Laboratorio di Quartiere e Ecoistituto della Lombardia.

Con un proattivo coinvolgimento della comunità locale, Ri-Ponte ha come scopo principale quello di ridurre l’impatto ambientale causato dalla produzione di rifiuti nel quartiere milanese di Ponte Lambro: le iniziative proposte sono volte a sensibilizzare e attivare la cittadinanza al fine di introdurre cambiamenti nello stile di vita verso una cultura del riciclo, del riuso, del risparmio e del consumo critico.
Il quartiere Ponte Lambro, vero protagonista del progetto, è da anni coinvolto in un complesso processo di rigenerazione urbana attuato dal Comune di Milano, che attraverso il Laboratorio di Quartiere-Servizio Contratti di Quartiere ha avviato un percorso di attivazione degli abitanti volto anche a aumentare il senso di appartenenza e una maggior cura del quartiere.

In questo scenario il progetto assume, dunque, una direzione di educazione e di coinvolgimento attivo della comunità locale.
Costruire una prospettiva sostenibile reagendo positivamente ai processi di global change, è la strategia cardine del progetto Ri-Ponte, che mira a fare di Ponte Lambro un quartiere resiliente e sostenibile. La finalità è di potenziare la consapevolezza degli abitanti, in termini di cambiamento dei comportamenti riguardo alle tematiche ambientali connesse ad una maggiore sostenibilità della dimensione urbana. Grazie al progetto cofinanziato dalla Fondazione Cariplo, la Fondazione Lombardia per l’Ambiente monitorerà l’efficacia dell’intervento presso la scuola primaria del quartiere milanese attraverso la raccolta e l’analisi dei dati quantitativi e qualitativi. Questa attività ha l’obiettivo di individuare in primo luogo condizioni di replicabilità di
questa esperienza in altri contesti e realtà scolastiche, ma anche - più in generale - a delineare un approccio utile ad affrontare ed intervenire su temi di questa natura in contesti caratterizzati da condizioni di particolare fragilità.

fonte: www.ecodallecitta.it