#Ecoreati: si' del Senato. Dall'omessa bonifica all'air gun, chi inquina paghera' davvero?


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Ecoreati, il Senato ha approvato il Ddl con 156 voti a favore, 49 contrari e 18 astenuti. Il documento tornerà alla Camera per la terza lettura.
Ci si attende l'introduzione nel Codice Penale di nuovi reati, come il disastro ambientale, il delitto di inquinamento ambientale, il delitto di abbandono di materiale ad alta radioattività e di impedimento del controllo.


Chi inquina finalmente pagherà? Il Ddl prevede di raddoppiare i termini di prescrizione per i reati ambientali e la prescrizione in corso potrà essere sospesa qualora il giudice sospenda il provvedimento su richiesta dell'imputato.  Il nuovo emendamento vieta l'utilizzo della tecnica air gun o di altre tecniche esplosive per le esplorazioni marittime e prevede pene da uno a tre anni.
Quando si arriverà alla condanna o al patteggiamento per reati ambientali, ecco in arrivo il ripristino dello stato dei luoghi danneggiati e la confisca dei beni, che però non avverrà se l'imputato si sarà occupato della messa in sicurezza.
I provvedimenti più severi riguardano l'omessa bonifica, che prevede una multa da 10 mila a 80 mila euro e anche la reclusione da 1 a 4 anni. Per quanto riguarda il voto, il parere contrario è giunto da Forza Italia, la Lega si è astenuta, mentre il Ddl è stato accolto da una maggioranza di votanti provenienti da Pd, Sel, Movimento Cinque Stelle e Nuovo Centrodestra.
Per quanto riguarda le bonifiche, il M5S ha introdotto anche il nuovo reato di omessa bonifica con un emendamento a prima firma Paola Nugnes che è stato approvato oggi in Aula: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque (essendovi obbligato per legge, per ordine del giudice ovvero di un autorità pubblica) non provvede alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi è punito con la pena della reclusione da uno a quattro anni e con la multa da 20.000 a 80.000 euro" - ha spiegato il Movimento Cinque Stelle.
Secondo quanto comunicato dal Senato: "Il Ddl si propone di conseguire un salto di qualità nell'azione di prevenzione e repressione dei delitti contro l'ambiente attraverso l'introduzione nel codice penale di quattro nuovi reati: il delitto di inquinamento ambientale; il delitto di disastro ambientale; il delitto di traffico ed abbandono di materiale di alta radioattività e il delitto di impedimento del controllo. I termini di prescrizione per i reati ambientali sono raddoppiati. È prevista una diminuzione dei due terzi delle pene in caso di ravvedimento operoso. In sede di condanna o patteggiamento per reati ambientali sono previsti la confisca dei beni e il ripristino dello stato dei luoghi".
Tra i primi commenti al voto ecco le parole di Andrea Orlando, ora ministro della Giustizia ed ex ministro dell'Ambiente, che ha dichiarato:
"Il provvedimento non è soltanto un segnale politico che individua nuovi reati, ma consente anche per quei reati di carattere minore di estinguersi quando c'è una forma di collaborazione da parte di chi ha provocato questo danno ambientale, se è di contenuta entità".
Dopo il sì del Senato, ora il Ddl Ecoreati dovrà passare alla Camera per il via libera definitivo. Il voto favorevole è stato accolto in modo positivo da alcune delle maggiori associazioni italiane, come Legambiente e Libera, che continuano a battersi fin dall'inizio per la sua entrata in vigore.
"Crimini, quelli contro l'ambiente, odiosi e molto pericolosi, basti pensare che stando al rapporto Ecomafia di Legambiente fruttano alla malavita organizzata circa 15 miliardi l'anno. Con questo provvedimento sul rafforzamento dell'azione penale in ambito ambientale frutto di un'ampia convergenza, a partire da un testo di legge unificato, nato da una mia proposta e da quelle analoghe dei colleghi Micillo (M5S) e Pellegrino (Sel), che era stato approvato un anno fa dalla Camera, si introducono dunque nuovi strumenti che renderanno più efficace il contrasto alle illegalità e alle ecomafia"ha dichiarato Ermete Realacci.
Legambiente e Libera si uniscono per chiedere alla Camera di approvare subito il testo uscito da Palazzo Madama senza fare modifiche.
"Dopo il voto a larghissima maggioranza del Senato, siamo vicinissimi all'approvazione definitiva di una legge che aspettiamo da oltre 20 anni. La Camera dei deputati metta subito all'ordine del giorno dei lavori il disegno di legge sugli ecoreati e approvi senza fare modifiche questa riforma di civiltà per fermare una volta per tutte i ladri di futuro. La tutela dell'ambiente, della salute e della parte sana dell'economia non possono più aspettare". Così Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente e Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera, presenti in aula questa mattina, hanno commentato il voto positivo dell'aula del Senato sul Ddl sui delitti ambientali nel codice penale che ha come primi firmatari i parlamentari Ermete Realacci (Pd), Salvatore Micillo (M5S) e Serena Pellegrino (Sel).
Secondo il ministro dell'Ambiente Galletti, siamo ormai all'ultimo miglio e la Camera deve agire subito per approvare le norme fondamentali necessarie a fermare il business dei reati ambientali sul nostro territorio.
"L'approvazione al Senato del disegno di legge sugli ecoreati e' un segnale di grande sensibilità e attenzione nei confronti di un tema, il contrasto ai crimini contro l'ambiente, di stringente urgenza per l'intero Paese. Siamo ormai all'ultimo miglio di un passaggio storico: chiedo alla Camera di fare presto e di approvare questo testo senza ulteriori modifiche. C'è assoluta necessità di avere quanto prima a disposizione queste nuove norme per stroncare i business criminali che si arricchiscono inquinando il nostro territorio"ha dichiarato Galletti.
Secondo quanto comunicato dal WWF: "La riforma appare tanto più urgente se si considera l'imminente entrata in vigore del decreto legislativo che, introducendo la non punibilità per particolare tenuità del fatto per i reati puniti con la pena detentiva fino a cinque anni, inciderà sulla maggior parte delle norme che oggi in modo inadeguato tutelano penalmente l'ambiente. Si tratta di un'ulteriore norma che favorisce l'impunità di chi distrugge irreversibilmente l'ambiente".
Come ha sottolineato il WWF, la magistratura fino ad ora, per colmare la lacuna legislativa, ha dovuto ricorrere a figure di reato quali, per esempio: "Crollo di costruzioni", "Getto pericoloso di cose", "Deturpamento e danneggiamento di cose altrui". Ipotesi di reato queste, totalmente inadeguate che hanno supplito per via giurisprudenziale alla totale impunibilità di condotte gravissime.
Chi inquina e danneggia l'ambiente finalmente pagherà? Staremo a vedere. 



fonte: http://www.greenbiz.it