Monumenti a rischio a causa di smog,
cambiamenti climatici, frane e alluvioni. In tutta Italia contiamo ben
14.000 Beni Culturali archeologici ed architettonici esposti a rischio
da frana, 28.483 i beni esposti ad alluvioni con tempo di ritorno fino a
200 anni e 39.025 quelli esposti ad alluvioni rare ma di estrema
intensità con tempo di ritorno fino a 500 anni. A lanciare l’allarme
sono alcuni dei dati diffusi dall'Ispra (Istituto superiore per la
protezione e la ricerca ambientale) e dall’Iscr (Istituto superiore per
la conservazione ed il restauro).
Scendiamo nel
particolare. A Roma, relativamente alle alluvioni, nel comune di Roma i
Beni Culturali immobili esposti a rischio idraulico con tempo di ritorno
fino a 500 anni sono 2.204 e l’area inondata comprenderebbe anche il
centro storico (Piazza Navona, Piazza del Popolo, Pantheon).
Nel comune di Firenze, i beni immobili esposti a rischio idraulico con
tempo di ritorno fino a 200 anni risultano 1.145, tra cui la Basilica
di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale
di Santa Maria del Fiore. Per quanto riguarda le frane, numerosi sono i
borghi storici interessati da fenomeni di dissesto, quali ad esempio
Volterra (PI) con il crollo di una porzione delle mura medievali nel
2014, Civita di Bagnoregio (VT) e Certaldo (FI). Negli ultimi anni
diversi borghi sono stati oggetto di interventi di consolidamento e
riduzione del rischio idrogeologico.
Negli
ultimi decenni, il degrado dei materiali esposti all’aperto ha subito
un’accelerazione e in generale è stato registrato un incremento della
velocità con cui alcuni processi, coinvolti nel degrado, evolvono nel
tempo; l’inquinamento atmosferico è risultato un fattore di pressione
determinante per le superfici dei monumenti esposti all’aperto.
L’impatto delle sostanze inquinanti emesse in atmosfera sui materiali
costitutivi dei monumenti è ingente ed irreversibile a causa della
mancanza di sistemi di autorigenerazione, che sono invece presenti negli
esseri viventi.
fonte: www.ecoseven.net