Il
vostro
camino,
orgogliosi
sostenitori
del
forno,
svetta
a
pochi
metri
dalle
case
di
via
Ugozzolo,
Parma, di
rimpetto
al
quartiere
Spip
e
le
sue
migliaia
di
lavoratori
omaggiati
dal
corroborante
aerosol.
Da
piazza
del
Duomo
e
il
suo
angioletto
d'oro
un breve volo di 4
km.
La
caldaia
è
un
ingombrante
vicino
di
casa
che
brucia
rifiuti
24
ore
al
giorno,
8000
ore
all'anno.
La
ciminiera,
70
metri,
emette,
ogni
ora
del
giorno
e
della
notte,
144
mila
metri
cubi
di
aria
sporca,
3
milioni
456
mila
metri
cubi
al
giorno,
dando
il
suo
generoso
contributo
alle
abbondanti
polveri
sottili
già
presenti
nell'aria
cittadina.
In
un
anno
il
Pm10
prodotto
arriva
a
oltre
3
tonnellate
emesse
in
atmosfera.
Mai
dimenticare
i
numeri
del
nostro
gioiello,
autorizzato
dalla
Provincia
di
Parma
(Bernazzoli
and
friends)
a
bruciare
qualcosa
come
130
mila
tonnellate
di
rifiuti,
390
tonnellate
al
giorno,
16
tonnellate
all'ora.
E
per
ogni
tonnellata
di
plastica,
legno,
carta
inceneriti,
il
forno
ci
regala
3
grammi
di
polveri,
28
grammi
di
monossido
di
carbonio,
26
grammi
di
acido
cloridrico,
35
grammi
di
ossidi
di
zolfo,
350
grammi
di
ossidi
di
azoto,
o
ovviamente
una
quantità
variabile
di
diossina.
I
conti
sono
presto
fatti.
Ogni
giorno
respiriamo
1,170
kg
di
poveri,
11
kg
di
monossido
di
carbonio,
10
kg
di
acido
cloridrico,
13,650
kg
di
ossidi
di
zolfo,
136
kg
di
ossidi
di
azoto.
Una
ciminiera
generosa
e altruista.
Dall'autostrada
del
Sole,
dalla
linea
dell'Alta
Velocità,
è
il
nuovo
biglietto
da
visita
della
food
valley,
un
distruttore
al centro della valle
della
creazione,
nitido controsenso
nei
termini.
L'inceneritore
brucia,
da
inizio
anno,
quasi
costantemente.
Le
due
linee
baciate
inceneriscono
rifiuti
urbani,
prodotti
dai
privati
cittadini
nelle
loro
case,
e
materiali
speciali,
provenienti
da
aziende,
oltre
a
rifiuti
ospedalieri,
cimiteriali
e
fanghi
disidratati
originati
dagli
impianti
di
depurazione
cittadina.
La
linea
2
tossicchia
e
brucia
male,
con
i
dati
del
monossido
di
carbonio
sempre
doppi
o
tripli o oltre
rispetto
a
quelli
della
sua
gemella,
anche
se
sempre
nei
parametri
di
legge.
Così
è
stata
spenta
il
7
febbraio,
dopo
un
dato
di
dieci
milligrammi
del
6
febbraio,
contro
1 dell'altra
linea,
per
intervenire
e
cercare
di
risolvere
la
problematica.
Riaccesa
10
febbraio,
il
monossido
di
carbonio
si
è
riportato
ai
livelli
pre
spegnimento,
confermando
il
carattere
complesso
del
problema.
E
infatti
è
stata
spenta
di
nuovo
il
14
febbraio.
E
da allora tace: 10 giorni di inquinamento dimezzato.
Nei
comuni
limitrofi
al camino ci
sono
monitor
di
rassicurazione
per
i
cittadini,
così
come
on
line
c'è
una
pagina
web
dedicata
al
controllo
delle
emissioni.
I
dati
esposti
si
riferiscono
alle
24
ore
del
giorno
prima,
ma
riportano
solo
il
dato
medio
e
non
le
evoluzioni
emissive
durante
le
ore
di
attività.
In
questo
modo
anche
un
picco
di
sforamento
annegherebbe
nella
media
giornaliera
e
non
ci
direbbe
se
e
quando
l'impianto
ha superato
i
limiti
imposti
dall'Autorizzazione
Ambientale,
anche
se
solo
per
un
piccolo
lasso
di
tempo.
Così
se
davvero
si
volesse
giocare
la
carta
della
trasparenza,
il
gestore
dovrebbe
mettere
a
disposizione
i
dati
in
tempo
reale,
riportando
le
emissioni
nelle
semi
orarie.
Una
sfida
per
chi
crede
nell'impianto,
ma
a
quanto
pare
non
si è
molto
convinti
che
le
prestazioni
possano
essere
mantenute
corrette
e pulite a
lungo.
L'inceneritore
di
Parma
ha
messo
sul
piatto
tante
promesse,
per
farsi
piacere.
Tante
parole
perse
nel
vento
dei
fumi.
Il
boschetto
mangia
polveri,
che
a
parte
l'assurdità
degli
intenti
(foglie
che
mangiano
la
polvere!),
è un bosco che non
esiste
e
quei
pochi
alberelli
sono
a
foglia
caduca,
quindi
senza
foglie
per
metà
anno.
Lunghi
inverni, nudi arbusti.
Il
Paip
era
un
complesso
di
edifici
e
impianti,
mentre
oggi
c'è
solo
l'inceneritore
e
di
tutto
il
resto
non
vi
è
traccia.
Il
progetto
è
stato
autorizzato
“complessivamente”
e
non
a
pezzi,
ma
il
camino
lo
hanno
lasciato
accendere
lo
stesso
senza
tutto
il
resto:
magie
della
burocrazia
all'italiana.
Il
calore
della
fornace
doveva
servire
anche
al
teleriscaldamento,
spegnendo
7
mila
caldaie,
20
mila
abitanti
equivalenti.
Al
momento
non
risulta
essere
allacciata
alcuna
caldaia.
L'accensione
dell'inceneritore
andava
di
pari
passo
con
il
calo
delle
tariffe
rifiuti
per
parificarle
a
quelle
dei
cugini
di
Reggio
Emilia
e
Piacenza.
La
tariffa
di
smaltimento
rifiuti
di
Parma
è
la
più
alta
d'Italia.
Un
grande
regalo
alla
città.
fonte: http://aldocaffagnini.blogspot.it/