L'inceneritore
chiuso nel 2018
La
notizia ovviamente non trapela, specie in queste ore che possono
tradire giri a vuoto causati dalla data.
Ma
la notizia c'è eccome.
Il
9 marzo scorso il presidente di Iren, Francesco Profumo, era a Parma
per un incontro con i comuni parmensi, per illustrare impegni e
proposte di Iren verso il territorio.
Le
dichiarazioni ufficiali del presidente di Iren non sono certo
piaciute alla platea.
Perché
in sintesi confermano che l'intenzione della multiutility è quella
di fare arrivare all'inceneritore di Ugozzolo rifiuti provenienti da
fuori provincia, non appena la norma lo consentirà.
L'incertezza
di non poter alimentare a sufficienza l'impianto quindi verrebbe
superata in scioltezza con il nuovo piano regionale rifiuti, che
cancellerà le norme locali provinciali e renderà la regione un
ambiente unico all'interno del quale i rifiuti potranno circolare
liberamente.
Quello
che non è emerso invece è l'incontro successivo al Duc tra
l'assessore Folli, il sindaco Pizzarotti e lo stesso Profumo.
Lontano
dai riflettori della piazza è stato fatto il punto della situazione
e, secondo voci interne molto referenziate, è stato siglato un
importante accordo tra le parti, che possiamo riassumere in due
secche parole.
L'inceneritore
di Parma verrà chiuso nel 2018, dieci anni dopo l'Aia della
Provincia e 5 anni dopo l'accensione.
In
cambio il Comune di Parma non si opporrà al pieno regime del forno,
in modo da accelerare il rientro dei capitali investiti e il pareggio
di bilancio per la Spa ligure piemontese guidata da Profumo.
Il
motivo scatenante che ha portato all'intesa arriva dai cugini
reggiani, che spento il loro vecchissimo impianto, non hanno oggi
prospettive per lo smaltimento dei loro scarti.
Discariche
quasi esaurite, il progetto dell'impianto meccanico biologico che è
praticamente sfumato contro l'opposizione ferma del territorio, la
finestra aperta dal piano regionale.
L'impianto
di Parma a pieno regime consentirà a Iren di incamerare quei milioni
necessari a raggiungere il break even in anticipo, perché lo Sblocca
Italia ha per legge consentito di saturare gli impianti di
incenerimento sino al carico termico del 100%, che nel caso di Parma
supera le 130 mila tonnellate di rifiuti trattabili all'anno.
Ovviamente
pioveranno smentite e dinieghi.
Ma
questo è il piano concordato a Parma nei giorni scorsi, con un
reciproco tornaconto.
Il
Movimento 5 Stelle vede all'orizzonte il traguardo della chiusura
impianto, cavallo di battaglia delle scorse elezioni amministrative.
Iren
tira un sospiro di sollievo per i suoi bilanci claudicanti e spesso
confinanti con il baratro finanziario.
Rimane
il problema ambientale, l'impatto sul territorio, la contrarietà dei
comitati.
Ma
il forno di Ugozzolo ha confermato in questi mesi la sua eccellenza
in termini emissivi che gli consente addirittura di accettare una
riduzione dei livelli massimi autorizzati, che già oggi sono al di
sotto della normativa nazionale.
E'
la food valley versione expo: affumicata.
Come
un buon salmone norvegese.
fonte: http://aldocaffagnini.blogspot.it/