La Corte d'appello ha dichiarato la prescrizione del reato, ma confermato il riconoscimento dei danni per le parti civili
La Corte d'appello di Perugia ha dichiarato il non doversi procedere
per intervenuta prescrizione per il reato di inquinamento ambientale che
aveva portato alla condanna, in primo grado, dell'allora direttore
della discarica di Pietramelina e l'allora direttore generale della
Gesenu (difesi dagli avvocati Boccucci e Codovini) a 4 mesi di
reclusione e al pagamento di un'ammenda di 3.000 euro, delle spese
processuali per le costituzioni di parte civile e a bonificare il sito
inquinato. Condannati anche alle spese per il giudizio di appello.
Il reato accertato dalla procura della Repubblica di Perugia era quello di sversamento di percolato dalla discarica di Pietramelina nelle acque del torrente Mussino verificatosi il 18 ottobre 2004. In tale data le acque del torrente avevano assunto una colorazione marrone-ruggine, con immediata denuncia dei cittadini. La centralina di monitoraggio posta al di sotto della discarica di Pietramelina quel giorno era inattiva e non era, quindi, scattato l'allarme. Nel corso degli anni altri sversamenti di percolato erano stati registrati, evidenziando la difficoltà da parte dei gestori della discarica di controllare l'inquinamento ambientale.
«La difesa dei legali della Gesenu aveva la revoca della condanna al risarcimento dei danni subiti dalle due parti civili Legambiente e comitato inceneritori zero, la Corte di appello ha confermato la sentenza di primo grado e condannato al pagamento delle spese legali anche per l'appello - afferma l'avvocato Emma Contarini, difensore di parte civile - Ora le parti civili stanno valutando la richiesta risarcitoria in sede civile poiché il giudice penale ha stabilito che fosse quantificato in quella sede. Grande soddisfazione per la conferma sebbene il reato fosse prescritto e, quindi, si discuteva unicamente sul riconoscimento del danno».
fonte: http://www.giornaledellumbria.it/
Il reato accertato dalla procura della Repubblica di Perugia era quello di sversamento di percolato dalla discarica di Pietramelina nelle acque del torrente Mussino verificatosi il 18 ottobre 2004. In tale data le acque del torrente avevano assunto una colorazione marrone-ruggine, con immediata denuncia dei cittadini. La centralina di monitoraggio posta al di sotto della discarica di Pietramelina quel giorno era inattiva e non era, quindi, scattato l'allarme. Nel corso degli anni altri sversamenti di percolato erano stati registrati, evidenziando la difficoltà da parte dei gestori della discarica di controllare l'inquinamento ambientale.
«La difesa dei legali della Gesenu aveva la revoca della condanna al risarcimento dei danni subiti dalle due parti civili Legambiente e comitato inceneritori zero, la Corte di appello ha confermato la sentenza di primo grado e condannato al pagamento delle spese legali anche per l'appello - afferma l'avvocato Emma Contarini, difensore di parte civile - Ora le parti civili stanno valutando la richiesta risarcitoria in sede civile poiché il giudice penale ha stabilito che fosse quantificato in quella sede. Grande soddisfazione per la conferma sebbene il reato fosse prescritto e, quindi, si discuteva unicamente sul riconoscimento del danno».
fonte: http://www.giornaledellumbria.it/