Dall'annuario dati ambientali ISPRA: il capitolo sull'Energia

Il terzo capitolo dell’Annuario è dedicato all’energia e a tutti gli aspetti connessi alla sua produzione e consumo
Il capitolo dedicato all'energia dell’Annuario dei dati ambientali 2014-2015 pubblicato da ISPRA, è il risultato dell’aggiornamento di 17 schede tra quelle proposte dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) come indicatori basati sul quadro di valutazione DPSIR messo a punto per l’analisi ambientale.
A questi sono stati aggiunti altri due indicatori: la punta oraria di fabbisogno energetico nei mesi estivi, come dato da rapportare ai cambiamenti climatici che interessano soprattutto i paesi mediterranei, e i dati sulla produzione di energia idroelettrica che, soprattutto in passato, è stata particolarmente significativa per il nostro Paese. Questi due indicatori, anche se in concorso con altri fattori di natura non strettamente meteo-climatica, sono stati ritenuti utili per la valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sul settore energetico.
La selezione delle schede proposte da EEA è stata fatta con l’obiettivo di verificare come e quanto nel nostro Paese le politiche ambientali siano integrate nelle politiche energetiche, ma anche tenendo conto della disponibilità dei dati e delle informazioni fornite da soggetti diversi:
  • dati nazionali sui consumi energetici del Bilancio Energetico Nazionale (BEN) Ministero dello Sviluppo economico;
  • dati sulle emissioni di ISPRA;
  • prezzi dei prodotti energetici del Ministero dello Sviluppo Economico;
  • prezzi di relativi a energia elettrica e gas, dati energetici e ambientali internazionali e nazionali, nonché indicatori elaborati sulla base delle informazioni pubblicate, di EUROSTAT;
  • prezzi del metano per autotrazione dell’Unione Petrolifera;
  • dati relativi alla produzione elettrica da fonti fossili e rinnovabili di TERNA S.p.A.;
  • dati della contabilità economica nazionale dell’Istituto di Statistica (ISTAT);
  • dati sui consumi Bilanci Energetici Regionali (Rapporto Energia e Ambiente) di Enea.  
In Italia, l’aggiornamento degli indicatori selezionati conferma alcuni dati strutturali che caratterizzano il nostro sistema, ma anche importanti inversioni di tendenza.

Elevata dipendenza energetica dall'estero.
Nel periodo 1990-2013 si registrano, per la dipendenza nell'approvvigionamento energetico dall'estero, oscillazioni intorno al valore medio dell’82% che vanno dall’85,5%, valore massimo registrato nel 2006, al 74,7% del 2013, come dal dettaglio della seguente tabella.
dipendenza energetica italiana
La struttura degli approvvigionamenti energetici italiani si sta comunque modificando verso una maggiore diversificazione delle fonti energetiche utilizzate.
Nel 1990 i consumi totali di energia derivavano per il 56,2% dal petrolio, percentuale che nel 2013 si è ridotta fino al 33,75. Al contempo sono incrementate le quote relative al gas naturale (dal 23,7 al 33,2%) e delle rinnovabili (dallo 0,7 al 7,5%).
consumi totali di energia per fonti primarie
La maggiore diversificazione e l’incremento del ruolo delle fonti rinnovabili ha effetti positivi sul livello di autosufficienza energetica dell’Italia, che è tra i più bassi tra i paesi industrializzati. Inoltre, l’elevata dipendenza energetica ha dei riflessi diretti anche sui costi.
I prezzi, al lordo delle imposte, di energia elettrica per le utenze domestiche e per le utenze industriali di medie dimensioni sono più elevati di quelli registrati nell’Unione Europea. Il costo del kWh al lordo delle imposte per l’utente domestico medio nel secondo semestre del 2013 è stato superiore del 15,2% rispetto al costo medio dell’EU27 e all’EU28, mentre per le industrie  italiane  di  medie dimensioni  il costo è stato superiore del 35,3% rispetto al costo della EU27.

Negli impieghi finali di energia, dopo il picco nel 2005, si registra una riduzione a partire dal 2009 (-9% nel 2009 rispetto al 2005), accelerata dalla crisi economico-finanziaria che ha colpito i mercati di tutto il mondo.
Gli impieghi finali di energia
Per quanto riguarda gli impieghi finali di energia, a partire dal 1990 si registra un trend crescente,
con un picco nel 2005 e una successiva riduzione, accelerata nel 2009 dalla crisi economico finanziaria che ha colpito i mercati di tutto il mondo. Nel 2013 gli impieghi finali si sono ridotti del 14,1% rispetto al 2005 e tra i principali settori, la contrazione è particolarmente rilevante per il
settore industria (-31,4%) e per il settore agricoltura e pesca (-19,6%).
consumi finali di energia per settore economico.
La produzione di energia elettrica per fonte
Nel 2013, in Italia la produzione totale di energia elettrica, pari a oltre 289 TWh, è cresciuta del 33,6% rispetto al 1990, anche se, rispetto al 2008 si ha, invece, una riduzione del 9,2% in seguito alla crisi economica.
Tuttavia, sempre nel periodo 2008-2013 di registra un sensibile incremento dell’energia elettrica prodotta dall'eolico e dal fotovoltaico. In particolare, tra il 1997 e il 2013 è evidente l’incremento della produzione di elettricità da fotovoltaico (da 6 a 21.589 GWh), dal vento (da 118 a 14.897 GWh), e dalle bioenergie, che comprendono biomasse e rifiuti (da 694 a 17.090 GWh). Anche la geotermia, presenta un andamento crescente, sebbene in misura inferiore rispetto alle altre fonti (da 3.905 a 5.659 GWh). La produzione elettrica da fonti rinnovabili è aumentata quindi del 146% dal 1991 al 2013 (+21.5% solo nell’ultimo anno). L'energia prodotta dall'idroelettrico rappresenta il 47,1% del totale generato dalle fonti rinnovabili nel 2013.
produzione lorda di energia elettrica degli impianti da fonti rinnovabili

Il contributo relativo del settore termoelettrico resta, comunque, prevalente (con un peso crescente del gas naturale), con una quota sulla produzione lorda di energia del 66,6% nel 2013, tale quota mostra tuttavia una sensibile riduzione dal 1990 quando il contributo della produzione termoelettrica era dell’83,3%.
produzione lorda di energia elettrica per fonti
Sono stati superati gli obiettivi previsti dalla Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili al 2020, adottati dal nostro Piano di Azione Nazionale, che mirano al raggiungimento del rapporto tra la produzione elettrica normalizzata da fonti rinnovabili e consumo interno lordo pari al 26,4%. Nel 2013, infatti, il rapporto tra la produzione elettrica normalizzata da fonti rinnovabili e consumo interno lordo è stato pari al 33,9%.
Tale risultato è dovuto sia all’incremento della quota di energia elettrica da fonti rinnovabili sia alla diminuzione del consumo interno lordo di elettricità per gli effetti ancora persistenti della crisi economica.
Non è stato ancora raggiunto, anche se è vicino, l'obiettivo del 17% per l'Italia e del 20% per l'Europa, stabilito dalla suddetta direttiva, della quota di energia da fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali.
Quota di energia da fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali per i paesi europei

Diminuzione delle
emissioni di gas serra
Le emissioni di gas serra da processi energetici presentano un andamento in crescita dal 1996 fino al 2004, successivamente si osserva un andamento decrescente. Complessivamente le emissioni energetiche di gas serra nel 2013 sono diminuite del 15,2% rispetto al 1990.
I diversi settori mostrano però andamenti differenti. Le emissioni da trasporti nel periodo 1990-2013 sono diminuite solamente dello 0,2%. Nel settore delle industrie manifatturiere si osserva invece una riduzione dal 1990 accelerata dalla crisi economica successivamente al 2007 (-42% nel periodo 1990-2013). Nell’intero periodo dal 1990 al 2013 le emissioni da industrie energetiche diminuiscono del 22,8%.
Variazione percentuale delle emissioni di gas serra per settore rispetto al 1990 per gli anni 2012 e 2013
  
I picchi di richiesta di energia elettrica
Si registrano nel periodo compreso tra maggio e settembre, in particolare nei mesi di giugno e luglio, su tutto il territorio nazionale. Questo è dovuto a vari fattori, ma soprattutto alle elevate temperature che inducono un maggiore utilizzo degli impianti di condizionamento, ormai diffusi anche in molti uffici e strutture pubbliche.
Le previsioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) sull’innalzamento della temperatura nei prossimi decenni, inducono a prevedere picchi di richiesta energetica nel periodo estivo sempre più elevati, superiori anche a quelli registrati nella stagione invernale. I cambiamenti climatici prospettano uno scenario futuro, con tutta probabilità, caratterizzato da temperature estive sempre più elevate e ondate di calore più frequenti nella regione mediterranea.
Punta oraria di fabbisogno energetico nei mesi estivi