INCENERITORE, CONFERMATA IN APPELLO LA SENTENZA TIBO-CAPPOCCI

Confermata in appello a Firenze la sentenza di primo grado di Pistoia contro i vertici del Cis. Ai quarantadue cittadini di parte-civile andranno 42mila euro di risarcimento e ai condannati 30mila euro di multa
L’inceneritore di Montale
L’inceneritore di Montale
FIRENZE-PIANA. Erano affannati e entusiasti gli avvocati delle parti civili, Federico Dangelo e Pamela Bonaiuti, quando hanno dato notizia della conferma della condanna dei dirigenti Giorgio Tibo e Maurizio Cappocci del Cis di Montale.
I due erano stati condannati in primo grado sulla vicenda degli sforamenti delle diossine del 2007 con sentenza del Tribunale di Pistoia. La coincidenza vuole che l’esito di questo ricorso di appello – sancito da un urrà degli antinceneritoristi presenti – arrivi proprio nelle giornate di pesante polemica con le amministrazioni comunali proprietarie del Cis che sembrano tutt’altro che intenzionate a fare luce sulla causa degli sforamenti di questa estate (vedi).
La sentenza pistoiese, opera della dottoressa Martucci, è stata confermata integralmente: diciotto mesi di carcere (pena sospesa per intervenuta prescrizione) e trentamila euro di multa, oltre alla rifusione delle spese processuali anche nei confronti delle parti civili, indennizzate ciascuna con una somma di mille € per danno morale.
La Presidente del Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore di Montale, raggiante di gioia, annuncia altre iniziative giudiziarie imposte dalla sequela dei numerosi atti ritenuti illegittimi di queste ore: tutti parlano di reticenze e omissioni che hanno accompagnato anche questo ennesimo episodio di sforamento estivo delle diossine.
Le somme raccolte per i risarcimenti delle parti civili – spiega la Presidente – saranno in parte reinvestite nel pagamento delle consulenze legali alle quali i cittadini sono costretti per far valere i propri diritti di tutela della salute, e in parte per ridurre i costi di smaltimento dei rifiuti.

fonte: http://www.lineefuture.it