Clima: Usa pronti a crociata contro colossi petrolio
Indagine Exxon potrebbe allargarsi. "Paghino per aver negato danni"
L'America è pronta a una 'crociata' contro le compagnie petrolifere,
sospettate di aver ingannato per decenni opinione pubblica e investitori
sui rischi legati ai cambiamenti climatici. L'indagine aperta dal
procuratore generale di New York contro il colosso Exxon Mobil potrebbe
essere solo la punta dell'iceberg. E - secondo il New York Times -
potrebbe ben presto allargarsi a tutti i giganti del settore del
petrolio: da British Petroleum (Bp) a Shell Oil, passando per Texaco
(oggi nel gruppo Chevron).
Insomma, un'offensiva legale che
ricorda quella storica portata avanti contro l'industria del tabacco,
accusata di aver negato per decenni i pericoli legati al fumo. E, come
in quel caso, le conseguenze per le aziende potrebbero essere
pesantissime, con decine di milioni di dollari in multe e
patteggiamenti. E sì, perche' l'obiettivo e' proprio quello di far
pagare alle industrie petrolifere la loro parte di responsabilità per i
cambiamenti climatici. Quei cambiamenti su cui Exxon - secondo l'accusa -
avrebbe mentito anche agli investitori, nascondendo i rischi finanziari
legati a un taglio delle emissioni inquinanti resosi sempre più
necessario nel corso degli anni. Ecco perche' adesso i vertici del
gruppo - che per ora negano ogni responsabilità - dovranno non solo
comparire davanti al procuratore newyorchese, ma anche mettere a
disposizione una mole enorme di documenti, dalle carte contabili alle
email dei propri manager. Per un''indagine che si estende fino alla fine
degli anni '70.
Secondo molti esperti sentiti dal New York
Times l'inchiesta e' destinata ad allargarsi a macchia d'olio per
diversi motivi. Non ultimo quello di un vero e propprio "cartello" tra
molti grandi gruppi petroliferi che negli anni ha avuto l'obiettivo di
contrastare gli sforzi nella lotta al 'climate change'. Come negli anni
'90 - ricorda il Nyt - quando furono portate avanti campagne
pubblicitarie contro il coinvogimento degli Usa negli sforzi
internazionali per l'attuazione, ad esempio, del protocollo di Kyoto,
volto a ridurre drasticamente le emissioni di gas nocivi. Molte compagne
petrolifere, poi, secondo le associazioni ambientaliste avrebbero
finanziato per decenni in maniera pesante un'azione di lobby per evitare
politiche che portassero a una stretta sulle emissioni, sostenendo
anche ricerche che sminuivano oppure negavano gli effetti e i rischi
legati ai cambiamenti climatici. Insomma, come nel caso del tabacco ma
anche in quello della Volkswagen, gli Stati Uniti ancora una volta
sembrano pronti a giocare un ruolo di leadership per quella lotta al
'climate change' divenuta per Barack Obama parte fondamentale della sua
eredita
fonte: www.ansa.it