Nell’articolo di A. L.
Sabelli Fioretti pubblicato sul Corriere dell’Umbria del 30 ottobre us e dal
titolo : “Più tumori al seno ma l’85% guarisce”, viene citata spesso la parola
prevenzione. Leggendo l’articolo in cui
vengono riportate anche le parole della Presidente Marini, temiamo che si sia provocata una certa confusione che può produrre
un GRAVE EQUIVOCO. Quando si parla di prevenzione ne dobbiamo
distinguere tre tipi:
1) PREVENZIONE PRIMARIA: ELIMINARE LE CAUSE CHE PROVOCANO LA MALATTIA.
Questa è la VERA PREVENZIONE. Le vaccinazioni sono
uno degli esempi classici di prevenzione primaria. Eliminare l’amianto (o
asbesto) significa non far accadere né i tumori alla pleura (mesotelioma), né la
malattia polmonare conseguente (asbestosi). Non fumare significa fare
prevenzione primaria sia verso le malattie cardiovascolari che verso le
malattie polmonari, così come non produrre emissioni con inquinanti (Diossine,
Furani, IPA, Metalli pesanti…) Solo in
questo modo si fa prevenzione (primaria): agire in modo tale che la malattia
non insorga (che è poi la base del Principio di Precauzione sancito a Rio de
Janeiro nel 1992).
2) Prevenzione Secondaria: cercare la malattia, che però già c'è, più
precocemente possibile. Di questa fase fanno parte i cosiddetti screening (Striscio
vaginale o Pap test, Ricerca del sangue occulto nelle feci, Mammografia in post
menopausa, Autopalpazione del seno, Esplorazione rettale per la palpazione
della prostata dopo i 45-50 anni).
3) Prevenzione Terziaria: Ricerca più precoce
possibile di eventuali recidive di malattia quello che in termine tecnico si
chiama: follow-up
Quindi l’affermazione: “prevenire è meglio che curare” è
possibile riferirla (e AGIRE DI CONSEGUENZA) solo alla PREVENZIONE PRIMARIA,
perché negli altri casi quasi sempre sono comunque necessarie: cure (cosiddette
adiuvanti) o comunque un controllo o sorveglianza (follow-up) stretta.
Lo screening mammografico da risultati discretamente positivi, riguardo ad una maggiore sopravvivenza, soltanto se fatto nelle donne in post-menopausa. A tale proposito si segnala un articolo pubblicato su Unione NAzionale Medico Scientifica di Informazione (UNAMSI), il 2 maggio 2014 dal titolo: Altolà allo screening mammografico dallo Swiss Medical Board in cui si legge: «Dati alla mano, lo screening mammografico riduce la mortalità solo nella convinzione delle donne, ma non nella realtà delle evidenza scientifiche» “… pubblicato anche sul New England Journal of Medicine (http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMp1401875?query=TOC&) … «Dati alla mano, lo screening mammografico riduce la mortalità solo nella convinzione delle donne, ma non nella realtà delle evidenza scientifiche» (Nikola Biller-Andorno, Instituto of Etica Biomedica, Università di Zurigo e Peter Jüni, Instituto di Medicina Preventiva e Sociale e Unità di Trial Clinici, Diprtimento di Ricerca Clinica, Università di Berna)
Questo nostro intervento sia come medici per l’ambiente (ISDE) che come Coordinamento Regionale Umbria
Rifiuti Zero
(CRURZ), per ribadire che la VERA
PREVENZIONE richiede un’inversione completa dell’attuale politica sia
ambientale (attività antropiche e agricole) sia per il ciclo dei rifiuti, sul
quale noi del CRURZ ci stiamo battendo da anni. Si veda, a conferma del nostro
“allarme” il caso Terni denunciato dallo stesso Istituto Superiore di Sanità,
riguardo alla presenza di Diossina negli
alimenti riportato nel recente convegno organizzato dall’ARPA.
--
Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero
http://rifiutizeroumbria.blogspot.it/