L’Associazione
per il recupero dei RAEE lancia un SOS: “Il crollo dei prezzi delle
materie prime ci manderà sul lastrico senza un Decreto del governo”
Secondo l’analisi di ASSORAEE, «il
valore delle materie prime (ferro, plastica e alluminio) da aprile ad
oggi ha subito un tracollo di circa il 30%-35% e la stessa riduzione
hanno registrato anche i ricavi generati dal settore. Nel mese di
settembre si sono verificate le contrazioni più significative e preoccupanti,
-220 €/tonnellata per l’alluminio, -56 €/tonnellata per il ferro, -59 €
per la plastica. Esiste, inoltre, la possibilità concreta che il
mercato di alcuni materiali, come la plastica, si chiuda completamente, con il risultato di far passare il riciclo da quella che prima era una voce di ricavo, più o meno consistente, a un elemento di puro costo».
Nel 2014 in Italia sono state raccolte
231.717 tonnellate di RAEE, in leggero aumento rispetto al 2013, ma
ancora in calo rispetto al 2011 (260.081 ton) e al 2012 (237.966 ton).
Attualmente il nostro Paese raggiunge i 3,8 kg per abitante l’anno,
molto al di sotto dell’obiettivo europeo (circa 7,5 kg/ab) che scatterà a
partire dal prossimo gennaio. Le prospettive di crescita sono
«fortemente legate – dichiara ASSORAEE – all’ampliamento della raccolta
effettuata dalla distribuzione secondo il ‘sistema dell’uno contro zero’».
I riciclatori si trovano stretti in una
morsa: da un lato le quantità avviate a recupero sono sempre meno,
dall’altra le materie prime seconde che rivendono vanno via per un
piatto di lenticchie, con il risultato che è l’estremità finale della filiera a soffrire di più, perché vende e ricava sempre meno.
«I comuni e gli operatori della
distribuzione effettuano la raccolta – descrive l’associazione – poi i
rifiuti vengono presi in gestione dai sistemi collettivi costituti dai
produttori, che li affidano agli impianti di trattamento per lo
smaltimento o il riciclo, sulla base di contratti che oggi non prevedono variazioni o riallineamenti, pur in presenza di oscillazioni sostanziali dei valori delle materie prime».
Gabriele
Canè, presidente di ASSORAEE, punta il dito contro la politica, poiché
considera «non più rinviabile l’emanazione del Decreto sul trattamento
adeguato che stabilisca regole certe e un sistema di controlli efficace
sugli standard di qualità e sicurezza di gestione dei RAEE». Non solo,
ma il gruppo chiede anche «un maggior coinvolgimento di tutti gli attori
della filiera sulla sostenibilità economica del sistema e sui mercati
di sbocco dei materiali riciclati, secondo i principi ormai condivisi
del ‘chi inquina paga’ e della ‘responsabilità estesa del produttore’».
Senza queste misure, l’Italia diventerà
la cenerentola europea in materia di gestione dei rifiuti elettrici ed
elettronici. Non solo sarà impossibile centrare l’obiettivo dei 7,5 kg
pro capite dal 1 gennaio 2016, ma diverrà una chimera anche il target
2019, che impone una raccolta di 10 kg per abitante.