Le ragioni per chiedere il ritorno al nucleare



MILANO - Vogliamo salvare il pianeta dal global warming sostituendo i combustibili fossili con le energie rinnovabili, ma intanto la Cina in appena dieci anni ha costruito più centrali a carbone dell’intera capacità elettrica carbonifera degli Stati Uniti. E continuerà così fino al 2030. Altrettanto faranno l’India e altri.
L’unico modo per incidere davvero sul clima, a oggi, è il nucleare. Investiamo pure in ricerca sulle rinnovabili, ma intanto puntiamo su ciò che è già disponibile: le centrali atomiche di nuova generazione, più sicure e meno costose. I timori sono comprensibili, servono regole, ma non dimentichiamo che i fumi delle centrali a carbone uccidono 13 mila persone l’anno nei soli Stati Uniti mentre la più grande catastrofe nucleare della storia, Chernobyl, ha fatto cinquanta morti.Sembra il ragionamento di un lobbista dell’industria nucleare, ma non lo è, anche perché quel settore è in disarmo: a parlare in questo modo è Peter Thiel, cofondatore di PayPal e primo investitore in Facebook, grande imprenditore e ascoltato guru della Silicon Valley.
L’editoriale che ha pubblicato sul New York Times durante la conferenza Onu sull’ambiente ha fatto molto discutere, anche perché a Parigi si sono sentiti grandi discorsi sulla futura rinuncia ai combustibili fossili (carbone, gas, petrolio) che «bruciano» l’atmosfera, ma alla fine, impegni politici di principio a parte, il risultato principale è stato il lancio di un programma di ricerca pubblico-privato per scoprire nuove tecnologie nelle rinnovabili senza le quali le promesse di Parigi resteranno sulla carta. La strada è lunga: oggi il 32% dell’energia prodotta al mondo viene dal carbone, il 20 dal gas, il 29 dal petrolio e il 5,7 dal nucleare. Le fonti rinnovabili valgono il 10,8.
I Paesi avanzati si danno da fare per svilupparle, è vero, ma i giganti affamati di chilowatt, come Cina e India, continuano a puntare sul carbone. Perché trascurare le tecnologie nucleari già disponibili? Thiel sa bene che dopo Fukushima l’atomo è diventato ancor più impopolare. A Parigi, capitale di un Paese che ottiene il 75 per cento della sua energia dal nucleare, l’argomento è rimasto ai margini. Rimane solo la voce del guru di una Silicon Valley che ha cercato invano di rivoluzionare anche l’energia: «Capisco i timori, ma le tecnologie più sicure esistono già: vanno autorizzate e regolate dei governi. Senza dimenticare che a Fukushima terremoto e tsunami hanno ucciso 16 mila persone, mentre di morti da radiazioni non ce n’è stato nemmeno uno».

Risposta…

Il disastro di Fukushima ha commosso il mondo per l’entità della tragedia ed il suo possibile impatto in termini di vite umane. Ha però anche diviso l’opinione pubblica sul collasso della centrale nucleare che ne è conseguito, riaprendo l’annoso dibattito sul nucleare e sul suo utilizzo come fonte di energia.
Molti di noi si saranno domandati, a quasi due anni dal disastro di Fukushima, cosa stia accadendo in Giappone e quale sia stata la reale conseguenza del disastro verificatosi sull’ambiente e sulla popolazione.

Sappiamo che tutte le maggiori autorità scientifiche giapponesi stanno monitorando mensilmente i livelli di radioattività di suolo, aria e acqua, ma quali sono stati i reali effetti dell’esposizione radioattiva sulla salute della popolazione fino ad oggi?
Tutte le statistiche sono state rese disponibili per le ispezioni pubbliche e sono consultabili online, non sono di semplice individuazione e per leggerli è necessario tradurli. In qualche modo si ha la sensazione che non si prema per una facile divulgazione, insomma.
FOCUS: a Fukushima il pesce è sempre contaminato
Dalle rilevazioni pubblicate, emergono dati importanti, come l’incidenza percentuale delle morti nella regione di Fukushima che, negli ultimi 12 mesi è passata da una crescita media del 1,5% degli anni scorsi, al 4,8% del periodo post-disastro.
Entrando nel merito degli indici, si vede come tutte le macro cause di decesso elencate siano aumentate, ad eccezione di omicidio e suicidio: incidenti (il terremoto e lo tsunami sono ricompresi qui dentro) e malattie (cancro, polmonite, ictus, malattie cardiovascolari…).
Si parla di 38.700 decessi in più rispetto al passato, avvenuti dopo il marzo 2011; ma non è possibile stabilire con certezza un legame con il disastro nucleare, in mancanza di dati più dettagliati. Va anche detto che, il giorno che dovessero essere disponibili dati dettagliati, sarà in ogni caso arduo identificare i legami indiretti con l’incidente nucleare.
Ci vorrà tempo per poter rendere pubblici e analizzare tutti i dati raccolti dalle autorità nipponiche, ma il lavoro di misurazione dell’esposizione alle radiazioni per la popolazione e le conseguenze sulla salute pubblica continua.
Le altre conseguenze del disastro: una strana farfalla mutante appare a Fukushima
I timori che la reale entità del disastro possa non emergere mai, come avvenne per Chernobyl, è in agguato. All’epoca del disastro ucraino, il governo sovietico distrusse tutti i dati e le rilevazioni fatti sul suolo e sulla popolazione, non consentendo mai di stabilire con certezza l’entità delle conseguenze dell’esplosione; le uniche vittime del disastro riconosciute ufficialmente furono i 31 operai che lavorarono per spegnere l’incendio del reattore.
Per arrivare a sapere la verità, o una parte di essa, abbiamo dovuto attendere 20 anni, quando nel 2009 la Academy of Sciences di New York, pubblicò una raccolta di articoli e rapporti prodotti da un team di ricercatori russi nel corso degli anni. I dati confermarono che l’incremento di malattie gravi e morti nelle zone limitrofe alla centrale interessò quasi tutta la popolazione che abitava quell’area. La ricerca stima, inoltre, che circa 985.000 persone sono morte in modo prematuro dal 2004 ad oggi per cause generate dall’esposizione alle radiazioni e che, purtroppo, l’incidenza sulla mortalità continua ad esistere e continuerà a causare malattie e decessi.
Saranno necessari anni di studi e rilevazioni per accertare con attendibilità l’impatto del disastro di Fukushima sulla salute della popolazione. Ciò che è certo, però, è che presto o tardi sarà possibile conoscere la verità, o qualcosa che gli somiglia molto.

https://en.wikipedia.org/wiki/Chernobyl:_Consequences_of_the_Catastrophe_for_People_and_the_Environment

fonte: Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero

Il CRU-RZ ha un conto presso Banca Etica (ccbccdne) 
Questo è il suo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897 - Aiutaci e Sostienici!