#‎ecoreati‬: approvare il ddl in tempi brevi



 
#‎ecoreati‬: approvare il ddl in tempi brevi, senza cambiare ‪#‎neancheunavirgola‬
Questo è quello che faremo qui alla Camera dopo il sì del senato.
Nessuna modifica e approvazione immediata così da diventare subito Legge a tutti gli effetti!
Testo definitivo: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00906443.pdf
  
 

LA PRIMAVERA RIFIUTI ZERO 2015 CON ZERO WASTE ITALY

LA PRIMAVERA RIFIUTI ZERO 2015 CON ZERO WASTE ITALY
14 marzo   
Mattino e pomeriggio Rossano Ercolini presenta “Non bruciamo il futuro” tra Borgo San Lorenzo e Scarperia nel Mugello (FI)
26 marzo, ore 21    
Faccia faccia tra Rossano Ercolini e il gestore “Quadrifoglio” di Firenze.  Organizzano i COBAS
27 marzo  
Rossano Ercolini presenta “Non bruciamo il futuro” a Madone (BG) presso la Biblioteca comunale
2 aprile 
Rossano Ercolini partecipa ad un incontro pubblico con “Vertenza Livorno”
11 aprile, ore 10.30   
Rossano Ercolini incontra amministratori locali e regionali ad Abbadia di Fiastra (MC)
18 aprile    
Rossano Ercolini presenta “Non bruciamo il futuro” a Piacenza presso l’auditorium della Fondazione della Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano
24-25-26 aprile 
Corso di Formazione Nazionale sui 10 Passi Rifiuti Zero promosso dal Centro Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori in collaborazione con Ambiente e Futuro e Zero Waste Italy presso l’Ostello comunale di Capannori “Il Rio di Vorno” (le lezioni invece si terranno al Convento delle Suore Dorotee di Vorno). I formatori sono: Paul Connett, Rossano Ercolini, Patrizia Lo Sciuto, Enzo Favoino, Natale Belosi, Roberto Cavallo, Patrizia Pappalardo, Vanessa Sansone, Marta Ferri, Pier Felice Ferri, Amina Santi, Luca Menesini-Sindaco di Capannori, Matteo Francesconi-assessore, Antonino Esposito ecc.
25 aprile, ore 21        
Serata musicale con i “Gaudats Junk Band” in ricordo di Fabio Lucchesi presso l’auditorium del Comune di Capannori
27 aprile       
Paul Connett ad Arezzo
28 aprile        
Paul Connett a Roma
29-30-1 maggio   
Paul Connett in Campania con Franco Matrone e Pino Apicella, Zero Waste Campania
2 maggio       
Rossano Ercolini sarà ospite a Messina del Festival internazionale “Madre Terra, dalla parte della natura” e presenterà il suo libro “Non bruciamo il futuro”
2 maggio     
Paul Connett a Foggia con Francesco Caravella referente regionale di Zero Waste Italy
4 maggio
Paul Connett a Lamezia Terme con Pasquale Allegro, referente Zero Waste Italy per la Calabria
9 maggio 
Rossano Ercolini presenta “Non bruciamo il futuro” a Reggio Calabria con l’organizzazione di Rifiuti Zero Reggio Calabria
16 maggio        
Rossano Ercolini a Massafra con il Comitato No al Raddoppio dell’inceneritore
23 maggio    
Rossano Ercolini a Ferla (SR) presenta “Non bruciamo il futuro” con l’Associazione RZ Sicilia e RZ Siracusa
24 maggio                         
Rossano Ercolini a Siracusa presenta “Non bruciamo il futuro” con l’Associazione Rifiuti Zero Siracusa
30 maggio   
Rossano Ercolini a Sanremo presenta “Non bruciamo il futuro”
Giugno 5-6-7 (Bulgaria) Rossano Ercolini, Patrizia Lo Sciuto ed Enzo Favoino a Sofia partecipano all’incontro annuale di Zero Waste Europe
12 giugno  
Rossano Ercolini presenta a Parma “Non bruciamo il futuro”; organizza l’associazione Parma Etica
20 giugno  
A Montesegale (Pavia) l’Associazione Borghi Autentici d’Italia (BAI) organizza un incontro su Rifiuti Zero con Rossano Ercolini
Questo programma che verrà specificato nei dettagli di volta in volta è passibile di modifiche ed integrazioni

fonte: http://www.zerowasteitaly.org

Zero Waste Sicilia: Alcamo tra i migliori comuni in Sicilia per la raccoltà differenziata

Veduta Alcamo ALQAMAH
RACCOLTA DIFFERENZIATA: ANCHE IN SICILIA SI PUO’!

Pubblichiamo una lettera inviata alla nostra redazione dalla V/Presidente di Zero Waste Sicilia – Rifiuti Zero, Giusy Cicero, che esorta i comuni siciliani ad adoperarsi allo stesso modo del Comune di Alcamo nell’impegno attivo per la raccolta differenziata. Di seguito riportiamo per intero la missiva che, oltre ad evidenziare i buoni passi in avanti fatti dal Comune di Alcamo, conferma al comune trapanese la migliore percentuale siciliana per la raccolta differenziata rapportata all’estensione del territorio e agli abitanti.
RACCOLTA DIFFERENZIATA: ANCHE IN SICILIA SI PUO’!
La città di Alcamo è quella che può essere considerata una comunità virtuosa per quanto riguarda le percentuali di Raccolta Differenziata che fa salire le medie della provincia di TP con il suo 45% di media e con punte che superano in alcuni mesi anche il 49%, la migliore percentuale della regione se si considera l’estensione territoriale di Alcamo e il numero di abitanti, oltre i 45.000.
Se tutte le amministrazioni adottassero il buon esempio della municipalità di Alcamo, non  saremmo più il fanalino di coda dell’Italia per la gestione rifiuti.  Questi risultati si sono potuti ottenere grazie ai servizi che l’amministrazione offre a tutti i cittadini e ai controlli che sono messi in atto giornalmente. RD Porta a Porta, isole ecologiche interrate funzionanti, CCR (centro comunale di raccolta), campagne informative ed educative nelle scuole e controlli sul territorio, l’importante  lavoro svolto dall’ORZA, (osservatorio rifiuti zero Alcamo) che si avvale della collaborazione di amministratori, associazioni, cittadini e società digestione per monitorare non solo il territorio, ma di mettere in atto strategie per poter migliorare sempre più la gestione dei rifiuti e poter giungere così ad un tariffazione più bassa della TARI, sono tutte azioni adottabili che non richiedono leggi regionali speciali, ma solo il buonsenso e la volontà di collaborazione.
A breve verranno istituite anche le Guardie Ambientali che avranno il compito non solo di segnalare l’abbandono dei rifiuti, ma anche multare i cittadini poco sensibili al bene comune.
Ci sarà una modifica del calendario che premierà quei cittadini virtuosi che hanno messo in pratica la Riduzione dei rifiuti. Si dovrebbe passare al conferimento dell’ RSU da 3 a 2 volte settimanale e da 3 a 2 del conferimento della frazione organica, in considerazione dell’ampliamento dell’attuazione del  compostaggio domestico. Per i compostatori domestici  iscritti all’albo ci sarà una riduzione sulla TARI del 40% della parte variabile, sconto applicabile dal mese in cui ci si iscrive.
Un ulteriore incentivo sullo sconto della TARI  sarà riconosciuto per  chi adotta un cane. Altri incentivi sono previsti per chi conferisce direttamente nel CCR. Pratica del compostaggio domestico, riduzione di conferimento dell’RSU, incentivi per chi conferisce nel CCR, controlli estesi su tutto il territorio fanno parte di un percorso necessario per poter arrivare alla TIA, la tariffa che permette di pagare in base a quanto uno consuma.
Da marzo partiranno anche delle campagne che vedranno apporre alle porte dei cittadini un colore per ogni azione che si metterà in atto. Il mese di marzo sarà associato al colore “Rosso – controllo alla porta”; aprile avrà “Giallo – controllo il tuo rifiuto”; maggio viaggerà con “Verde – cittadino virtuoso”.  Attraverso queste campagne gli addetti al ritiro dei rifiuti avranno modo di monitorare chi conferisce in maniera adeguata o no e ci sarà una premialità per il cittadino virtuoso.
Se ad Alcamo si può perché non a Bagheria o Termini Imerese o Castelvetrano o in qualsiasi altro comune soprattutto di quelli già aderenti alla SRZ? Le buone pratiche vanno diffuse e riproposte per il buonsenso, l’amore e conservazione del nostro territorio.
Giusy Cicero
V/Presidente Zero Waste Sicilia

Ripristiniamo il vuoto a rendere


Riconsegnare al fornitore un contenitore ormai vuoto e ricevere, in cambio, una piccola somma di denaro: ecco, in breve, il significato di "vuoto a rendere", una pratica che fino a non molti anni fa permetteva di evitare la produzione di grandi rifiuti da imballaggio.
Questa buona abitudine è tuttora diffusa in molti Paesi dell'Unione europea, dove i cittadini consumatori, anche nei supermercati, possono restituire gli imballaggi nelle apposite macchinette, ritirando la cauzione versata. Non è così in Italia, dove le lobby dell'imballaggio plastico in primis hanno fatto di tutto perché il vuoto a rendere venisse “abrogato", in nome di un "usa e getta” non più giustificabile né sul piano etico né su quello economico.
Mi chiamo Rossano Ercolini e sono un maestro elementare in un piccolo comune della Toscana, in provincia di Lucca. Quando venni a conoscenza dei piani per la costruzione di un inceneritore a pochi chilometri dalla mia scuola, decisi di intervenire: nel 2007 Capannori, il mio comune, fu il primo in Italia a adottare la strategia Rifiuti Zero, diventando in poco tempo il centro di un movimento straordinariamente vitale che, da Napoli a Milano, portò al coinvolgimento di tanti cittadini e di tanti amministratori. Nell'aprile del 2013, per questo mio impegno, ho vinto il Goldman Environmental Prize e sono stato invitato alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Sono fortemente convinto che è solo con l'impegno di tutti a prendere parte al cambiamento che la democrazia respira e, con essa, prende vita la speranza di un futuro migliore.
La reintroduzione del vuoto a rendere (non solo per le bottiglie e il barattolame in vetro, ma anche per i contenitori in plastica PET e per le lattine ferrose e in alluminio) consentirebbe di sottrarre risorse preziose al costoso ciclo dei rifiuti, con significativi risparmi ecologici ed economici: tutte spese attualmente a carico dei cittadini. Si pensi che il solo recupero delle bottiglie di vetro, attraverso la sterilizzazione, consente un risparmio di energia 60 volte maggiore rispetto alla produzione di nuove bottiglie.
Siamo certi che reintroducendo il vuoto a rendere (alternativo al cosiddetto "vuoto a perdere") si sensibilizzerebbe non solo a favore di una riduzione a monte degli imballaggi in vetro, ma si imboccherebbe anche la giusta direzione per una graduale riduzione degli imballaggi in plastica e in Tetrapak.
Questa proposta trova già un primo varco nelle normative vigenti, che dal settembre 2014, nell'ambito della legge di stabilità, prevedono - seppure in via sperimentale - formule di ripristino del vuoto a rendere, limitatamente però alle sole bottiglie in vetro di acqua minerale e birra. La normativa in oggetto prevede che passati sei mesi dalla citata approvazione dovranno essere messi in atto i primi progetti pilota. Con la presente petizione chiediamo che questi progetti siano interpretati in modo più estensivo, includendo, oltre al vetro, anche le altre tipologie di imballaggio. In questo modo la riduzione dei rifiuti sarebbe drastica, con grande risparmio di materia ed energia.


 

Firma la petizione su Change

Nuovo Accordo-Quadro ANCI-CONAI: "Non va tutto bene, madama la marchesa...




Il sistema CONAI-Consorzi profonde un forte e crescente impegno economico per promuovere e ricevere la raccolta differenziata dei diversi materiali d’imballaggio, impegno che non deriva da “liberalità” ma da preciso obbligo di legge. Il nuovo Accordo-Quadro ANCI-CONAI, che muove in queste settimane i primi faticosi passi, vede un accrescimento complessivo di questo impegno ma, parallelamente, vede aumentare anche i livelli di complessità. Comprensibilmente, più il gioco si fa grande, più i livelli di attenzione crescono….. Il sistema consortile non ha infatti solo il ruolo di “pagatore”, ma giustamente anche quello di garante non solo del raggiungimento degli obiettivi di legge, ma anche della trasparenza e della tracciabilità dei flussi. Sarebbe allora forse il caso di suonare un campanello di allarme. Provo a sintetizzare. 1. La qualità della raccolta differenziata di tutti i materiali, a monte dei diversi processi di selezione e pre-pulizia, checché se ne dica, anziché migliorare tende a peggiorare. A volumi crescenti corrisponde un più che proporzionale aumento di conferimenti impropri, per i quali sarebbe spesso assai problematico rientrare nei limiti stabiliti dai diversi allegati tecnici per accedere ai corrispettivi previsti dagli stessi. 2. Il tendenziale peggioramento qualitativo della raccolta rende sempre più necessari interventi di pre-pulizia su raccolte (mono o multimateriale che siano), che in qualche caso, non isolato purtroppo, arrivano a discostarsi di poco dalla raccolta indifferenziata, con buona pace delle ricorrenti retoriche sulle “percentuali di differenziata” (se faccio due sacchi, o due cassonetti, uno con l’umido e uno di “secco multimateriale”, faccio il 100% di differenziata? Tanto il multimateriale per la legge non esiste…). 3. I Comuni, nell’attuale situazione di ristrettezze di bilancio, non sono in genere in grado di sostenere i costi di selezione/pulizia e del conseguente smaltimento dei sovvalli, per cui, di fatto, finiscono col “vendere” il materiale al miglior offerente (impianti di recupero) in cambio del rilascio di una delega o di una sub-delega. Spesso le virgolette a fianco del termine certamente forte “vendere” si potrebbero anche togliere, perché circolano capitolati di gara che parlano esplicitamente di “cessione del materiale” e non sono infrequenti i casi in cui questi stessi capitolati neppure facciano riferimento alcuno all’accordo ANCI-CONAI, o comunque prevedano clausole e sistemi di gestione e remunerazione del tutto incompatibili con lo stesso. 4. In questo modo si instaura non un “libero mercato” (che per altro la “filosofia” del “Sistema CONAI” prevede debba essere entro certi limiti regolato e, soprattutto, monitorabile e monitorato), ma un “mercato selvaggio” in cui di fatto ognuno, Comuni e società pubbliche comprese, fa quello che gli pare e gli conviene, pratica e al tempo stesso subisce condizioni di autentico strozzinaggio o, al contrario, di sospetto dumping, escogita meccanismi che contribuiscono a restituire un’immagine ampiamente falsata della raccolta differenziata, elude per volontà e/o ignoranza le regole salvo poi rivendicare i corrispettivi previsti da un sistema che, al di là delle convenzioni formali sottoscritte, è stato ampiamente scavalcato dalle dinamiche reali sul territorio. Se questa è la linea di tendenza, cosa succederà? Il sistema dell’Accordo-Quadro pare rispondere con un irrigidimento delle regole, con una ricerca di trasparenza coattiva. Ma soggetti che spesso ignorano l’ABC, come reagiranno di fronte a un apparato di regole sempre più complicato e per loro astruso ed impraticabile? Non sarà questo uno stimolo un più a gestire “in proprio”, spesso fuori da qualsiasi regola e ai limiti della legalità, i materiali più “interessanti” per il mercato lasciando al sistema consortile quelli privi di valore economico? Forse dopo diciotto anni dal “Decreto Ronchi” qualche riflessione su “raccolta lorda e riciclo netto”, sostenibilità economiche, mercato, impatti dei “grandi numeri”, sarebbe il caso di farle, o forse, meglio ancora, avrebbero dovuto essere il doveroso preludio alla trattativa per il rinnovo dell’Accordo-Quadro ANCI-CONAI…..

fonte: www.ecodallecitta.it

L'Olivo al tempo della mosca - Magione - Giovedi 19 Marzo 2015 - ore 19

Vi invito tutti al dibattito sulla coltivazione dell'olivo in relazione ai problemi legati alla mosca olearia, in collaborazione col l'Associazione le Olivastre ed il Servizio Fitosanitario regionale.

Roberto Passerini

Dentro il camino

Gcr in visita all'inceneritore di Parma
Avevamo chiesto di osservare l'inceneritore dal di dentro fin dalla sua apertura e finalmente, in un
ventoso pomeriggio di inizio marzo, ci presentiamo infreddoliti ai cancelli.
Ad accoglierci Mauro Pergetti, l'ingegnere direttore della progettazione impianti di Iren, con Antonio Manente dell'ufficio stampa e Luciano Bussoni, addetto alla sicurezza.
Il primo confronto si svolge nella saletta adiacente l'ingresso dei camion, dove Pergetti ci presenta
la carta di identità di questo inceneritore da 130 mila tonnellate, che la Provincia di Parma ha
coccolato e fatto nascere, stigmatizzato da una recentissima pronuncia dell'Autorità Anticorruzione, proprio un mese fa, che riportava anche il giudizio della Commissione Europea del 2011 dove si ribadiva l'illegittimità dell'affidamento a Iren della costruzione dell'inceneritore.
Ma, si sa, è l'Italia: sempre in ritardo giunge la verità.
L'inceneritore è una grande caldaia in cui vengono bruciati rifiuti di ogni genere.
La complessità dell'operazione, oltre gestire al meglio la combustione stessa, emerge a rogo
ultimato.
Le altissime temperature cercano di distruggere il maggior numero possibile di molecole pericolose
formatesi bruciando materia, ma riducono la dimensione del particolato e lo rendono più pericoloso.
In testa al processo la poltiglia nauseabonda che viene scaricata per tutto il giorno dai mezzi adibiti
alla raccolta.
Sa di putrido e ti prende in gola, ammorba l'aria circostante, invadendo anche la sala controllo ai
piani alti, dove alcuni operatori sovrintendono ai processi, anche se, praticamente, sono del tutto
superflui.
L'inceneritore è un robot che opera in solitudine ed autonomia, si auto controlla.
Secondo la Vas predisposta dalla stessa Enia prima della costruzione, oltre 3 tonnellate di polveri
sottili si liberano in aria ogni anno.
In uno dei luoghi già più inquinati al mondo non è certo cosa da poco.
L'impianto è connesso alla rete di teleriscaldamento cittadina e contribuisce con il calore prodotto
dai rifiuti a scaldare le case allacciate, sostituendo in parte le centrali cittadine di via Lazio e via
Santa Margherita.
Il rovescio della medaglia è che l'inceneritore, scaldando l'acqua tutto l'anno, fa circolare nella rete
acqua surriscaldata anche durante le torride estati: una bevanda bollente al posto di un ghiacciolo.
I piani predisposti sempre dalla stessa Enia prevedevano di spegnere 7 mila caldaie domestiche,
ma questo traguardo non è stato raggiunto nemmeno da lontano.
E non ci sono nuovi allacci all'orizzonte.
Dal nostro punto di vista l'inceneritore è soltanto una macchina che trasforma i rifiuti, non li
distrugge, né li fa sparire come un mago d'antan.
Come le stufe a legna che scaldavano le nostre case, riduce di molto il volume di ciò che viene
incenerito, ma bruciando materiali eterogenei ne incrementa molto la tossicità, delle ceneri e del vapore della combustione.
Nessuno infatti brucia plastica nelle stufe di casa!
L'inceneritore crea a sua volta rifiuti, e li crea particolarmente pericolosi.
Il trattamento dei fumi è la parte più costosa di tutto l'edificio.
Calce e carbone attivo irrorano inizialmente le emissioni in arrivo dalla camera di combustione.
Poi un primo filtro a maniche intercetta i fumi per bloccare le molecole pericolose formatesi durante il processo: gas acidi, diossine, furani, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici.
Entra poi in gioco un secondo miscelatore a secco che apporta bicarbonato di sodio e altro carbone
attivo.
Segue un ulteriore filtro a maniche, per una ulteriore rimozione dei veleni.
A fine processo è attivo un abbattitore degli ossidi di azoto (DeNox Scr) che addiziona i fumi con
ammoniaca (prima che i fumi raggiungano il camino di 70 metri e vengano liberati in atmosfera).
Quattro stadi di trattamento dei fumi, a conferma definitiva della loro pericolosità.
Il volume dell'aria sporca in uscita è enorme: 144 mila metri cubi all'ora, per 24 ore al giorno, per 8 mila ore all'anno.
L'altezza del camino cela il tentativo di disperdere il più possibile l'emissione, in modo da non
concentrare gli inquinanti nei pressi dell'impianto e favorire l'opera dei venti.
Ciò che è trattenuto dei filtri a maniche è ovviamente particolarmente tossico e pericoloso.
Al punto che le scorie (polvere volanti) vengono trasferite in impianti dedicati in Germania (miniere
di salgemma), allontanate per l’eternità.
Avete letto bene, Germania.
E pensare che i sostenitori dell'impianto gridavano allo scandalo perché Parma, senza inceneritore, portava rifiuti fuori provincia: fino a Reggio! Fino a Modena!
Sotto la griglia di combustione invece si accumula altro rifiuto ancora, le scorie pesanti.
Sono circa il 22-25 % del materiale combusto e vengono avviate a recupero nei cementifici.
Anche in provincia di Parma, dove è attivo un impianto a Noceto, dove viene miscelato nella
produzione del clinker.
Entrano rifiuti, escono rifiuti trasformati, più ridotti ma più nocivi. Ridotti poi per modo di dire,
dato che si devono considerare le migliaia di metri cubi di aria emessi in atmosfera, con relativi
inquinanti che si accumulano nel tempo.
Il controllo delle emissioni viene effettuato monitorando una serie di inquinanti.
Ossidi azoto e di zolfo, monossido di carbonio, carbonio organico totale, acido cloridrico,
fluoridrico, Pm 10, polveri totali, ammoniaca.
Nei monitor collocati nei comuni limitrofi, e on-line sulla pagina web dedicata, viene indicato il
dato medio del giorno precedente.
L'Aia (le regole indicate dalla Provincia nel 2008) ha imposto target più stringenti rispetto alle
normative di riferimento.
Periodicamente, ogni quadrimestre, vengono campionati anche altri inquinanti, tra i quali le
diossine, i furani, gli Ipa, i metalli, il mercurio.
Tre immense caldaie a gas metano vengono mantenute sempre accese per intervenire in caso di
black out dell'impianto o picchi di fabbisogno.
Tecnici svizzeri erano al lavoro sulla linea 2, spenta da dieci giorni, per un anomalo dato del
monossido di carbonio, che a seconda dei giorni riporta un dato triplo, quadruplo o anche superiore
rispetto alla linea numero 1.
La cattedrale nel deserto è praticamente vuota.
Nel corso della visita rari incontri umani.
All'impianto bastano a avanzano 3 persone, il resto è manutenzione e trasporto di rifiuti, in arrivo o in partenza.
A noi, quando osteggiavamo l’impianto, ci accusavano di essere contro i posti di lavoro!
Come se l’inceneritore avrebbe portato decine e decine di nuove assunzioni.
Sotto l'impianto spuntano stecchi.
Attraverso i giornali ci avevano mostrato un immenso e rigoglioso bosco, ma di quello restano solo striminziti pezzi di legno senza foglie. Ma chi si ricorda ancora le promesse?
Rimane, nel rosseggiare delle luci intermittenti al camino, la sensazione di un enorme, gigantesco
spreco.
Ci voltiamo a guardare l'enorme opera di ingegneria, ricca di risorse finanziarie ed ingegno e
ci chiediamo ancora una volta perché non si sia invece investito nel riciclo, in nuove tecnologie per provare, almeno una volta, ad arrivare prima degli altri Paesi, e magari creare davvero posi di lavoro, che qui non ci sono, inceneriti insieme ai rifiuti.
La raccolta differenziata crea occupazione, non inquina, non distrugge materia e non ha bisogno di una miniera di salgemma in Germania per nascondere le sue polveri.
fonte: http://ambienteparma.blogspot.it

A Portland, l’idroelettrico è nelle tubature cittadine

Una start-up locale ha ideato un sistema di piccole turbine inserite nelle condutture idriche della città. Un impianto che promette di essere affidabile e ad impatto ambientale praticamente nullo.


Una società americana con sede a Portland, nell’Oregon, ha ideato un dispositivo idraulico che permette di produrre energia rinnovabile grazie allo sfruttamento di flussi delle condutture d’acqua cittadine. Un sistema che potrebbe, secondo i responsabili della start-up che ha messo a punto l’idea, essere replicato ovunque. 
Si chiama LucidPipe Power System e si basa su una serie di piccole turbine idroelettriche inserite all’interno dei tubi che attraversano il centro urbano americano. Per ora ne sono state installate 4, che permettono di produrre ogni anno circa 1.100 MWh di energia elettrica, ovvero l’approvvigionamento di cui necessitano mediamente 150 famiglie (il meccanismo è già stato testato in altre due città statunitensi: Riverside e San Antonio). 
Secondo Gregg Semler, amministratore delegato della società, il LucidPipe costituisce un metodo completamente rinnovabile ed affidabile di produzione di energia. A differenza del solare e dell’eolico, consente di generare elettricità costantemente, 24 ore su 24, e senza alcun impatto negativo sull’ambiente. «Non ci sono pesci né uccelli che vengono disturbati - ha aggiunto - e in questo senso è un dispositivo che piacerà agli ecologisti». 

fonte: http://www.valori.it

Investiamo nella collettività



ca

















Addiopizzo (www.pagochinonpaga.org) nasce dieci anni fa per iniziativa di alcuni amici universitari che avevano tentato di aprire un pub equo e solidale a Palermo. Sdegnati per il clima di diffusa acquiescenza nei confronti delle estorsioni mafiose, una sera affissero sui muri della città degli adesivi anonimi con su scritto: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. L’azione di “guerriglia comunicativa a bassa intensità” (la definizione è di uno di loro, Ugo Forello, allora studente di legge) ebbe un inaspettato successo. Ne parlarono i giornali, nacque il comitato, poi l’associazione che organizza una festa annuale del Consumo critico, infine fu lanciato il Manifesto sottoscritto da 10.000 persone che si impegnavano a fare i propri acquisti in negozi liberi dai ricatti della mafia.
ad
Oggi sono oltre 900 i commercianti e gli imprenditori che espongono l’adesivo “Addiopizzo” (Per saperne di più vedi: Francesca Forno, La spesa a pizzo zero, Altreconomia). Un modo inedito per fare terra bruciata attorno alla mafia attraverso un boicottaggio alla rovescia che crea una rete alternativa di economia solidale tra commercianti e consumatori, un efficace deterrente antiracket apprezzato dall’allora procuratore generale Piero Grasso e ora anche dall’Alto Commissariato del ministero dell’Interno che ha generosamente finanziato un nuovo progetto: Addiopizzocard. Una vera e propria Card utilizzabile in una rete di esercizi commerciali e di servizi convenzionati indicati in una guida denominata “Spendi per bene”. Ci si trova di tutto: dall’informatica, all’abbigliamento, dalla salute alla ristorazione. I negozianti, le imprese, i professionisti che vi aderiscono (per ora sono 150, ma le adesioni crescono ogni settimana – dicono Valentina e Alessandra, giovani attiviste di Addiopizzo) si impegnano a versare una quota dei loro utili (dal 3 al 20 per cento a seconda delle tipologie commerciali) in un fondo per investimenti collettivi denominato Beni comuni vs Cosa nostra. Il compratore possessore della Card non ottiene alcun vantaggio personale diretto. Nessuno sconto sugli acquisti, ma la soddisfazione di partecipare al progetto e il diritto di sceglierlo con un voto. Quest’anno si può scegliere tra la riqualificazione di Piazza Maggiore o il parco urbano della Favorita. A giugno si conteranno i denari raccolti e le preferenze dei palermitani.

fonte: comune-info.net

Impianto di lombricoltura a San Cipriano Picentino

lombricultura
Buone notizie per i cittadini di San Cipriano Picentino. L’amministrazione comunale, infatti,  riuscirà a ridurre i costi sul trattamento dei rifiuti grazie alla costruzione di un nuovo sistema di lombricoltura. Nella giornata di ieri, infatti, è stato aperto un impianto sperimentale per il trattamento dei rifiuti organici con un procedimento che sfrutta l’appetito dei lombrichi e trasformare così gli scarti alimentari, ma non solo anche carta e cartone, in prezioso concime.“

fonte: http://www.ciaccimagazine.org 

RIFIUTI ZERO inizia il cammino parlamentare


















Dal Coordinamento nazionale LipRZ (Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero) arriva l'annuncio che: Giovedì 19 marzo salvo, imprevisti, inizia il lungo cammino della LiP (Legge di iniziativa Popolare) Rifiuti Zero al Parlamento della Repubblica. I cinque delegati dal Movimento saranno auditi così come concordato dal Coordinamento dei referenti regionali. Inizia un percorso virtuoso che porta a compimento una prima parte, importante, per dare concretezza al lavoro di quanti, sui territori, hanno raccolto le firme a sostegno della legge di iniziativa popolare. Al relatore On. de Menech (PD) il compito di sintetizzare le procedure alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e presentare il calendario di audizioni che comincia Giovedì 19 marzo con il Comitato promotore ufficialmente costituito c/o la Cassazione che ha presentato la LiP per la raccolta firme. Materialmente gli inviti partiranno venerdì p.v. dopo l’Ufficio di Presidenza che ratificherà la proposta del Presidente On. Realacci di iniziare le audizioni nel merito della(e) proposta(e) presentata(e) in Commissione Ambiente in sede propedeutica.

fonte: http://www.livegubbio.it

Let’s Clean Up Europe, istruzioni per l’uso

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Ogni anno, milioni di tonnellate di rifiuti abbandonati finiscono negli oceani, sulle spiagge, nelle foreste o da qualche parte semplicemente nella natura. La causa principale di tutto ciò sono i modelli insostenibili di produzione e di consumo delle nostre società, cattive politiche di gestione dei rifiuti e mancanza di sensibilità nella popolazione.
Per ridurre l’abbandono dei rifiuti in natura e dare visibilità al tema, la SERR (Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti) coordina una giornata di pulizia europea (European Clean-Up Day) annuale chiamata Let’s Clean Up Europe.
Un movimento europeo
Durante gli ultimi anni, si sono svolte in tutta Europa moltissime campagne di pulizia (clean-up) per afforntare il problema dell’abbandono. Lo European Clean-Up Day, con la campagna “Let’s Clean Up Europe!”, intende racchiudere tutte queste iniziative assieme per avere un evento di clean-up a livello europeo che si svolge un solo giorno (o pochi giorni consecutivi) in tutta Europa, coinvolgendo quanti più cittadini possibile. Lo European Clean-Up Day si svolgerà dall’8 al 15 Maggio 2015.
Prendendo parte a “Let’s Clean Up Europe!” e aiutando a tenere pulito l’ambiente, i partecipanti possono rendersi conto di quanti rifiuti sono abbandonati vicino a loro. Questa azione dà un’opportunità unica per sensibilizzare i cittadini sui problemi dell’abbandono dei rifiuti e per aiutare a cambiare i loro comportamenti.
Organizzare la tua azione di Clean-up
I principali passi per organizzare l’azione di clean-up sono descritti sotto. Scopri di più su Let’s Clean Up Europe sul sito europeo dell’iniziativa .
Prima dell‘azione:
• Identifica un luogo da pulire
• Coinvolgi i tuoi contatti
• Registra la tua azione con il coordinator responsabile per la tua area
• Costruisci la tua squadra e cerca qualche sponsor / finanziamento
• Promuovi la tua azione di clean-up
Durante il giorno dell’attività di Clean-Up:
• Incontra il tuo gruppo sul luogo scelto
• Raccogli i rifiuti, differenziando il più possibile
• Prevedi un momento di formazione sulle 3R: Riduci, Riusa e Ricicla
Dopo l’azione di Clean-up sarebbe perfetto se potessi inviarci foto e video e il report di valutazione dell’attività al tuo coordinatore nazionale.
Unisciti a noi!
Se vuoi registrare un’azione al’interno di Let’s Clean Up Europe, per favore compila online la scheda di registrazione presente a questo indirizzo

fonte: http://www.serr2014.it

Sgl Carbon Narni, dati acque di falda: diffusa contaminazione da Ipa e metalli

Sgl Carbon Narni, dati acque di falda: diffusa contaminazione da Ipa e metalli
Da Andrea Liberati  NARNI – SGL Carbon: divulghiamo oggi i risultati preliminari delle indagini di caratterizzazione concluse nel 2014 sul sito industriale di Narni Scalo. Numerosi enti pubblici, tra cui la Regione Umbria, hanno ricevuto tale report già da diverse settimane, ma non lo hanno affatto comunicato alla popolazione, come sarebbe stato doveroso. Lo rendiamo noto noi, avendolo ottenuto dalla Provincia di Terni ai sensi del D. Lgs. 195/2005. Come mostrano incontrovertibilmente i documenti acclusi, le acque di falda sottostanti l’area, pur non legate alla rete idropotabile, sono pesantemente contaminate da metalli, idrocarburi (IPA) e trielina, con maggiore concentrazione degli inquinanti sul sito denominato ‘Narni 1’. Osserviamo la situazione più da vicino: 10 campioni su 13 mostrano eccedenze per quanto riguarda gli IPA; un campione di acqua di falda registra valori di trielina 12.800 volte superiori alla soglia massima prevista, un numero da fantascienza; 18 campioni su 39 presentano tenori eccedenti per il ferro –anche fino a 30 volte sopra il tasso di allarme- e manganese –nove volte oltre il livello massimo ammesso. La trielina è considerata un cancerogeno fortemente sospetto, classe 2A IARC per cancerogenicità su fegato e vie biliari, con possibili relazioni con linfomi non Hodgkin. Studi condotti in questi anni hanno evidenziato che gli esseri umani a lungo esposti alla trielina hanno una probabilità sei volte maggiore di sviluppare il Parkinson. La società privata, incaricata della caratterizzazione, ritiene “necessario eseguire ulteriori indagini nell’area”, stimando per ora i costi di tali approfondimenti e degli interventi di bonifica in circa € 7.000.000. I costi socio-sanitari –magari sostenuti sinora in assoluta inconsapevolezza- restano invece sconosciuti: alla luce di tale diffusa contaminazione, forse andrebbero individuati con maggiore puntualità da parte degli organi competenti che, spesso solerti in parate pre-elettorali, essendo subalterni alle multinazionali, non sono per nulla rapidi nel segnalare alle comunità interessate situazioni quali queste, gravissime e probabilmente di lunga data Andrea Liberati

fonte: http://www.concaternanaoggi.it

Inquinamento elettromagnetico: rischi ignorati in Italia



Il 28 Febbraio 2015 si è svolta ad Arezzo la 5^ Conferenza Internazionale "Update su salute ambientale globale", un importante convegno sugli effetti dell'inquinamento sulla salute organizzato da International Society Doctors for Environment – Isde e Regione Toscana in collaborazione con l'Oms. Hanno partecipato personalità del mondo scientifico, dell'Oms, di Società delle varie specializzazioni mediche e veterinarie e associazioni di cittadini.
In questo consesso di altissimo livello è stato ribadito che l'inquinamento atmosferico insieme ai cambiamenti climatici rappresenta oggi la maggiore preoccupazione per la sanità pubblica.

L'Oms parla di 7 milioni di morti premature in tutto il mondo, senza considerare gli effetti a lungo termine o sulle future generazioni.
Nell'ambito del convegno si è sottolineata la necessità di ridurre drasticamente l'esposizione a tutte le forme di inquinamento chimico e fisico, per preservare la salute e tutelare in maniera particolare i bambini, che sono particolarmente sensibili, e le fasi più importanti della vita come la gravidanza e i primissimi anni di vita.

Una relazione è stata dedicata anche all'inquinamento ambientale da farmaci. Purtroppo alla situazione già difficile, causata dalla difficoltà di intervenire sulle fonti di inquinamento più note come il traffico, le aree inquinate, il modello di sviluppo urbano, l'uso eccessivo di pesticidi e molte altre, si aggiunge una nuova di forma di contaminazione ambientale: l'inquinamento elettromagnetico.

Esiste una letteratura scientifica che mostra i rischi per la salute delle radiazioni elettromagnetiche, soprattutto in relazione all'uso prolungato dei telefoni cellulari. Queste radiazioni sono classificate come "Possibili cancerogeni " dalla Iarc-Oms. Nonostante queste ricerche scientifiche, c'è il rischio concreto che in Italia si possano varare provvedimenti tesi addirittura ad innalzare gli attuali limiti previsti dalla normativa.

Le conseguenze possono essere molto negative per la salute. Le persone esposte sono rapidamente aumentate negli ultimi anni: oggi siamo quasi tutti esposti anche se in diverso modo. Anche i livelli di esposizione sono cresciuti e possono crescere ancora se si innalzano gli attuali limiti.
È scientificamente acquisito che, anche se il rischio è molto basso, quando agisce sulla quasi totalità della popolazione può provocare molti casi di malattia o morti che sarebbero evitabili.

ISDE - Associazione Medici per l'Ambiente

C’è troppa cacca sull’Everest



Una spedizione di sherpa con la spazzatura raccolta, fotografata al campo base dell'Everest, nel maggio del 2010.

Uno sherpa nepalese raccoglie spazzatura lasciata dagli scalatori sull'Everest, a circa 8.000 metri di altezza, nel maggio del 2010.
 
Parte delle otto tonnellate di rifiuti e delle 423 bombole d'ossigeno abbandonate e raccolte sull'Everest da una spedizione guidata dal giapponese Ken Noguchi, in mostra a Tokyo, nel 2003. La spazzatura è stata recuperata nel giro di quattro anni, dal 1999 al 2003.
 
Sacchi di spazzatura raccolta durante la spedizione di Dawa Steven per ripulire l'Everest dopo il passaggio degli alpinisti, Kathmandu, Nepal, 24 giugno 2008.
  
Appa Sherpa, che ha scalato l'Everest 11 volte, con bombole di ossigeno abbandonate e raccolte sulla montagna. La foto è stata scattata a Kathmandu nel maggio del 2001.

fonte: http://www.ilpost.it/  

Funghi Espresso in una scuola di Scampia per un progetto di educazione ambientale


Come far nascere cibo dalle pose di caffé: la start-up cofondata dal torrese Sangiovanni sale in cattedra
Un’idea tanto semplice quanto geniale. Che riecheggia i versi di una celebre canzone di Fabrizio De André: «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior». È l’idea di sostenibilità, riduzione dei rifiuti e riuso circolare alla base della start-up agricola «Funghi Espresso», che stamattina a Napoli ha avviato un progetto pilota di educazione ambientale e bio-agricoltura in un istituto comprensivo di Scampia, dove 45 bambini dai 7 ai 10 anni hanno ascoltato incantati una vera e propria lezione su come coltivare funghi commestibili...dalle pose del caffé esausto.

Già, avete capito bene. Funghi freschi, del genere Pleurotus, volgarmente noto come ”orecchioni“, nati utilizzando solo ed esclusivamente i residui della lavorazione del caffé. Può sembrare una magia, è invece realtà: a sperimentarla, un brillante giovane di Torre del Greco, Vincenzo Sangiovanni, architetto 32enne laureato anche in Lingue e - naturalmente - disoccupato, che smanettando su Internet ha scoperto e studiato questo singolare procedimento agricolo sperimentato la prima volta 30 anni fa e poi, nel 2005, negli Stati Uniti da due ragazzi. Incuriosito, l’intraprendente architetto torrese ha così (primo in Italia) sperimentato a sua volta in garage una coltivazione in proprio, durante il lavoro per la tesi, che nel 2013 lo aveva impegnato proprio sui temi delle serre e delle bonifiche di terreni vicini a discariche. Poi, ha assaggiato il primo raccolto apprezzandone la particolare fragranza, quindi ha immaginato di avviare una produzione su commissione attivandosi allo scopo.

E, continuando a documentarsi, Sangiovanni si è imbattuto in un altro giovane, l’agronomo abruzzese 29enne Antonio Di Giovanni, residente in Toscana (a Capannori, in provincia di Lucca), che a sua volta si stava occupando di un progetto analogo, «Dalle proteine al caffé», in collaborazione con il Centro Rifiuti Zero. Detto, fatto. Sempre via web i due si sono contattati, conosciuti, messi in società. Antonio è sceso a Torre del Greco, ha coinvolto un imprenditore giapponese, Tomohiro Sato, interessato a investire in sostenibilità e innovazione in Italia. È nata così a marzo scorso la start-up autofinanziata «Funghi Espresso», la cui produzione è iniziata a ottobre. Un’avventura, ma anche una sfida dell’intelligenza contro le difficoltà del mercato del lavoro per i giovani. E funziona: la neonata azienda produce apprezzati funghi freschi utilizzando solo ed esclusivamente i residui della lavorazione del caffè. Le pose, per capirci.

La voce si sta spargendo, la gente guarda sempre più incuriosita Vincenzo Sangiovanni, bruno barbuto e scattante che, in bicicletta, gira tra i bar per raccogliere i fondi di caffé. E il suo progetto condiviso con la Toscana, che ha prodotto anche un kit per famiglie per coltivare funghi a casa propria, dopo essere stato premiato a Firenze come migliore buona pratica agricola verso Expo 2015 e a Capannori come startup innovativa a Rifiuti Zero, ha iniziato a espandersi anche nelle scuole.
A partire dall’Ic Pertini- 87esimo Circolo Don Guanella di Scampia: «L’idea - spiega Sangiovanni - è quella di avvicinare i più giovani ai concetti di sostenibilità, riduzione dei rifiuti ed economia circolare spiegando come da un apparente rifiuto, in questo caso le pose del caffè esausto, possa nascere nuova vita. Anche in vista dell’introduzione, dall’anno prossimo, dell’ora di educazione ambientale obbligatoria per gli istituti scolastici statali, ho pensato di fare un test che è stato molto bene accolto dai bambini e dalla preside, Filomena Sciubba, per ripeterlo in modo più organico a partire dal prossimo anno scolastico».

Nel frattempo, i due giovani stanno infatti lavorando al marchio dell’azienda, al cosiddetto ”brand“, con il sostegno fra gli altri di un appassionato ecologista come Rossano Ercolini, maestro elementare vincitore del Goldman Environmental Prize. «La scelta di iniziare l’opera di educazione ambientale da Scampia - spiega ancora Sangiovanni - non è casuale: nelle zone di confine, nei luoghi più difficili è più facile trovare le energie più predisposte al cambiamento e all’innovazione sociale. La sfida di Funghi Espresso è vedere in ogni scuola della Campania, nell’ora di educazione ambientale, studenti impegnati nello studio del rispetto dell’ambiente, nella coltivazione del proprio cibo e nella discussione delle tematiche legate ai rifiuti, perché il nostro territorio non è solo negatività».
Anche per questo, stamattina, i bambini di Scampia hanno ascoltato incantati e partecipi la storia del ciclo della vita e dell’acqua: «Uno studente informato - sorride Sangiovanni - sarà un cittadino consapevole da grande e farà parte di una collettività rispettosa della natura e delle regole del convivere civilmente. I ragazzini si appassionano, quando da un gioco scoprono che possono cambiare punto di vista, ad esempio sui rifiuti, e assumersi delle responsabilità di cura che danno origine al miracolo della vita».

Il modello sul quale è fondata la start-up che unisce nord e sud nell’avventura di una sana competitività è quello dell’economia circolare, «unico sistema davvero sostenibile di fare impresa», spiega l'architetto torrese. «Funghi Espresso - conclude Sangiovanni - vuole portare questa semplice idea, riassunta dal concetto “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” nelle scuole dimostrando come attraverso un’educazione ambientale seria e mirata si possono abituare gli studenti non solo al rispetto della natura, ma anche al consumo critico e al rispetto delle leggi». 

fonte: http://www.ilmattino.it

Canapa contro diossina: continua la sperimentazione pugliese

vincenzo-fornaro
Mentre continua la mattanza di animali contaminati dalla diossina nei terreni vicini all’Ilva di Taranto, cittadini ed associazioni cercano di trovare delle soluzioni concrete a partire dal quel nobile vegetale chiamato canapa.
La canapa infatti, così come altre vegetali presenti in natura, ha delle spiccate doti di fitorimediazione, e cioè la capacità di estrarre dal terreno agenti inquinanti come la diossina e i metalli pesanti, affiancando a questa proprietà l’estrazione di Co2 in media 4 volte superiore a piante come i pioppi, quantificabile in 2 tonnellate di Co2 sequestrata dall’atmosfera per ogni ettaro di canapa coltivato. Mentre l’uomo contribuisce a devastare l’ambiente che lo ospita in nome del profitto e a scapito della salute di tutti, c’è una pianta, che l’uomo ha umiliato e perseguitato e che era quasi scomparsa dai nostri campi nonostante ne fossimo il secondo produttore mondiale non più tardi di 70/80 anni fa, che può aiutare a depurare l’ambiente proprio da quelle sostanze inquinanti che produciamo noi.
La canapa può dunque aiutare i terreni vicini all’Ilva di Taranto nella depurazione dalla diossina dalla quale sono contaminati? E in quale percentuale? Sono queste alcune delle domande alle quali l’Abap (Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi) sta cercando di rispondere in un lavoro partito in sinergia con l’associazione CanaPuglia e il Cra (Centro di Ricerca per l’Agricoltura). Intanto in Sardegna sono stati appena stanziati 450mila euro in 3 anni per bonificare terreni a rischio con la canapa e rilanciare in generale la coltura nell’isola. In Puglia, invece, dopo la prima coltivazione e relativa raccolta presso la masseria di Vincenzo Fornaro, si è in attesa degli esami scientifici per quantificare l’azione depurativa della pianta. Per saperne di più abbiamo fatto qualche domanda a Marcello Colao, ingegnere ambientale di Abap per capire come stia proseguendo l’iniziativa.
Quando saranno effettuate le analisi?
Le analisi della canapa cresciuta alla masseria di Vincenzo Fornaro saranno effettuate a breve dal CRA. Il problema è che si tratta di esami molto costosi e stiamo cercando di raccogliere i fondi per farli eseguire da un laboratorio certificato. C’è da sottolineare che nonostante la valenza scientifica e ambientale il progetto non ha avuto nessun sostegno regionale, motivo per cui ci stiamo sobbarcando tutte le spese. Nonostante la molta disinformazione in generale che persiste ancora su questa pianta, vogliamo portare avanti la nostra lotta con umiltà e serietà nel tentativo di ridare alla canapa la dignità che merita.
Qual è intanto la situazione dei terreni intorno all’Ilva?
La situazione è che continua la mattanza di bestiame: 54 bovini saranno abbattuti a breve nel territorio del comune di Massafra perché l’inquinamento continua ad imperversare. Ammesso e concesso che la canapa possa prelevare la diossina dai terreni, la bonifica ha senso se viene bloccata la fonte dell’inquinamento, non se, come in questo caso, si continua ad inquinare. Si rischia di combattere contro i mulini a vento di Don Chisciotte. Ad ogni modo noi stiamo provando a proporre delle soluzioni fattive.
Il progetto presso la masseria Fornaro intanto continua?
La semina presso la masseria Fornaro è stato un progetto sperimentale e un atto di protesta contro l’industria ad alto impatto ambientale e a breve si procederà a breve con una nuova semina. Ma la nostra idea è quella di circondare i terreni inquinati intorno all’Ilva con una “cintura verde” costituita da campi di canapa, coinvolgendo le aziende agricole vicine.
Quali possono essere i prossimi passi?
I prossimi passi sono quelli di continuare ad investire energie e risorse in questo settore. Ancora oggi i campi di grano che crescono intorno all’Ilva viene mangiato dagli animali. In questi giorni ci troveremo alla masseria per fare il punto della situazione. Il nostro rimane un progetto open source che vuole dare un esempio e far capire che la pianta non appartiene a nessuno: il messaggio che vogliamo far passare è quello di un rinnovamento vero, concreto, che parta dal basso con etica e trasparenza.

fonte: http://www.canapaindustriale.it/

Il giorno che Ugo ci verrà a salvare

La nostra idea è semplice e molto chiara: abbiamo un bisogno impellente, concreto e condiviso di Ugo. Ma come chi è Ugo? E’ l’Unica Grande Opera necessaria, anzi indispensabile a questo nostro martoriato Paese: la messa in sicurezza del suo fragile territorio. La delibera che serve a realizzare Ugo è molto semplice. Se poi riuscissimo a rinunciare definitivamente all’autolesionismo dell’alta velocità, potremmo perfino disporre delle risorse necessarie ad avere scuole sicure, a bonificare la terra avvelenata, a curarci di più e meglio e naturalmente a far viaggiare in modo dignitoso il 90 per cento delle persone comuni che utilizzano i treni: i pendolari. Ah, se la maggior parte dei Comuni d’Italia decidesse di fare un’altra Italia…
Manifestazione No Tav Torino 5 
Se vi capita di partecipare ad un’assemblea di uno qualsiasi delle migliaia di comitati in difesa del territorio che esistono ad ogni latitudine del nostro paese, ad un certo punto dell’incontro sentirete sicuramente qualcuno degli attivisti pronunciare la frase: “Dobbiamo fare come in Val di Susa!”
Chi si oppone alla cementificazione, chi resiste a una grade opera, chi protesta per difendere il paesaggio, negli ultimi anni ha quasi sempre fatto riferimento, in piccola o in grande parte, al movimento che in Val di Susa ha lottato e lotta contro il TAV.
Dall’altra parte della barricata, il partito dei politici, degli immobiliaristi e dei lobbisti delle grandi opere, ha sempre accusato i movimenti ambientalisti di essere soltanto “quelli del no”, di non avanzare proposte, di saper fare solo proteste. Sabato 21 febbraio 2015, si è svolta a Torino l’ennesima manifestazione Notav. Questa volta però non è stata la solita manifestazione. Il serpentone non ha solo manifestato solidarietà ai 48 militanti Notav che sono stati condannati ad oltre 140 anni di carcere (ben 130 anni in più degli autori della strage del Vajont) e al risarcimento di 131.140 euro. Non c’erano solo i cartelli “Je suis Erri!”.
Accanto all’indignazione per l’aggressione al territorio della Valle lunga e stretta già abbondantemente sventrata c’era un pezzo in più. C’era la risposta a chi dice che chi si oppone non è propositivo. C’erano tante belle delibere di Consiglio Comunale. Delibere piene zeppe di proposte concrete. Proposte per uscire dalla crisi. Proposte per curare il paese e per creare veri e duraturi posti di lavoro. Delibere che invitano il Governo ad azioni responsabili. Non è la prima volta che gli amministratori della Val di Susa invitano gli altri comuni d’Italia a sfilare al loro fianco. Ma oggi la valle che resiste chiede agli extravalligiani di andare oltre la semplice condivisione di uno striscione in un corteo. Chiede atti veri, chiede UGO!
no-grandi-opere-manifestazione-a-venezia
Chi è UGO? Non è il nome del figlio immaginario del caro Massimo Troisi. UGO è l’Unica Grande Opera di cui il paese ha una necessaria e improcrastinabile esigenza: la messa in sicurezza del suo fragile territorio. La delibera che chiede UGO è molto semplice. Prende le mosse dalla situazione di difficoltà e di precarietà finanziaria che tutti i comuni vivono quotidianamente da almeno vent’anni. Difficoltà che spesso si traducono nell’impossibilità per gli Enti Locali di effettuare interventi a difesa del territorio sempre più fragile. Ma la proposta va anche oltre UGO.
Perché con i soldi risparmiati se si rinunciasse definitivamente al TAV si potrebbero anche mettere in sicurezza tutte le scuole, si troverebbero le risorse per la sanità, per le bonifiche delle terre dei fuochi, per la giustizia, per i tanto reclamizzati processi rapidi e sicuri che dovrebbero incentivare maggiori investimenti dall’estero, per l’Università, per la ricerca e per la formazione, per la lotta all’evasione fiscale, per la manutenzione e il potenziamento dei 5000 km di ferrovie per i pendolari che rappresentano il 90% degli utilizzatori dei treni.  Se lo chiedesse la maggioranza dei comuni d’Italia? Se questa delibera l’adottassero tutte le grandi città? Se UGO nascesse davvero? Sarebbe davvero un altro paese. Sarebbe un’altra Italia.

Domenico Finiguerra 

fonte: http://comune-info.net
 

La spesa senza soldi



La spesa che si paga lavorando, una bella idea da Altopascio.

Ad Altopascio, in provincia di Lucca, proprio nel centro del paese, di fronte al Comune, aprirà nei giorni di Pasqua un negozio di alimentari di prodotti genuini locali, insomma a km zero. Un negozio speciale, un po' perché, come recita l'insegna ("Dai contadini"), a gestirlo sarà un consorzio di contadini e di allevatori; un po' perché i prezzi non saranno alti (anzi, l'obiettivo è quello di avvicinarsi ai prezzi della grande distribuzione organizzata). Ma soprattutto perché sarà possibile fare la spesa in cambio di lavoro.
Il punto vendita toscano va così ad aggiungersi all'ormai nutrita lista dei cosiddetti "non negozi", quegli esercizi commerciali "money-free", in cui gli acquisti non si pagano in moneta. In questo caso, ognuno "paga" con il lavoro che sa fare, offrendo le proprie competenze, e poi acquista per quanto ha lavorato. Per partecipare a questo tipo di scambio è necessario iscriversi ad un circuito che si chiama Affari Senza Soldi e che, per il momento, è attivo in Toscana.
Per capire come funziona Affari Senza Soldi, basta fare l'esempio di un idraulico, che sia iscritto al circuito: lui ripara la perdita d'acqua nella casa di un altro iscritto, per esempio per un valore di 200 euro, e invece di riscuotere denaro, matura un credito pari allo stesso importo spendibile al negozio “Dai contadini”. Ma si può fare anche il contrario: l'idraulico fa un acquisto da 200 crediti e poi si sdebita lavorando.
"Ora, poiché non è possibile pagare carburanti, bollette e tasse con questo sistema, la maggior parte degli scambi all'interno di Affari Senza Soldi avverrà in modo misto: un po' di euro e un po' di crediti - spiega all'Adnkronos Alessio Bini, fondatore di Affari Senza Soldi - La forza del circuito toscano è quella di tenere molto bassa la parte in euro. La media è del 30%. Questo vuol dire che ci sono molti scambi senza euro e pochi scambi al 50% in euro. Il 50% è la percentuale massima ammessa".
Le aziende iscritte al circuito ad oggi sono di vari settori. Ci sono aziende edili, manifatturiere, aziende di pubblicità, ma anche aziende sanitarie, commercialisti, avvocati, dentisti e altro ancora. Il circuito è aperto anche ai disoccupati che, grazie a questa formula possono trovare lavoro. Il negozio di alimentari “Dai contadini” ha utilizzato così tanto il circuito Affari Senza Soldi da pagare il canone d'affitto al 50% in crediti e persino gli stipendi delle due commesse part time al 60% in crediti.

fonte: http://www.adnkronos.com/

Studio sulla qualità dell'aria (studio di coorte)


Lungs and Pollution.
Se migliora la qualità dell'aria, migliora lo sviluppo polmonare nei bambini
Le politiche per la riduzione dell'inquinamento atmosferiche adottate in California fin dagli anni '80 hanno prodotto significativi effetti di miglioramento della qualità dell'aria.
Lo studio di coorte (folow-up 13 anni) pubblicato da NEJM documenta che parallelamente alla riduzione della concentrazione di ossidi di azoto, PM10 e PM 2.5, i ragazzi hanno migliore sviluppo della funzionalità polmonare. La percentuale di ragazzi di 15 anni con basso FEV1 si è ridotta da dal 7,9% a 3,6% nel corso del periodo di osservazione.

qui il link
ISDE - Associazione Medici per l'Ambiente

Nella seconda puntata di Scala Mercalli: idrocarburi, Danimarca ed efficienza in edilizia

La seconda puntata della trasmissione Scala Mercalli, andata su Rai3, sabato 7 marzo, ha registrato uno share in leggera crescita: 5,33%, pari a 1,209 milioni di spettatori. Disponibili la bibliografia e i grafici della puntata, da rivedere integralmente online.

La seconda puntata della trasmissione Scala Mercalli, condotta e ideata da  Luca Mercalli, andata su Rai3, sabato 7 marzo ha avuto uno share del 5,33%, pari a 1,209 milioni di spettatori. nella prima puntata era stato del 4,97%.
Per Mario Salomone, Presidente di Fima (Federazione Italiana Media Ambientali), di cui Mercalli è membro del Comitato Scientifico, “si tratta di un risultato che ha finalmente spazzato la convinzione di molti addetti ai lavori che da tempo sostengono l'impossibilità di comunicare in maniera efficace e autorevole le tematiche ambientali in televisione”.
Nella seconda puntata si è parlato in particolare di carbone, gas, petrolio, dei loro costi di estrazione (ospite Luca Pardi di Aspo Italia) e dei loro effetti sui cambiamenti climatici. Per visionare i riferimenti bibliografici e i grafici mostrati in trasmissione cliccare qui.
Ecco uno dei grafici presentati: si vede la concentrazione di CO2 desunta dalle carote di ghiaccio estratte grazie al progetto EPICA in Antartide: i livelli preindustriali non avevano mai superato le 300 ppmv (parti per milione in volume), mentre nel 2013 si è toccata per la prima volta la soglia di 400 ppmv, con un tasso annuo di incremento di 2 ppmv.
Poi un servizio dagli Usa per spiegare il fracking e in Cina per capire gli effetti dell’inquinamento da combustibili fossili e da trasporto. Segue l’esempio virtuoso della Danimarca, il paese che prima degli punterà ad uscire dai combustibili fossili.
I costi per l’energia delle abitazioni ed esempi di edilizia a basso consumo in Italia, come “Rhome”, la casa ecologica vincitrice del Solar Decathlon Europe 2014 di Parigi.
Nella terza puntata, in onda su RAI3 sabato 14 marzo, si parlerà di ritiro dei ghiacciai, aumento livello marino e profughi climatici, acidificazione oceani, sovrappopolazione e resilienza, con una esclusiva intervista a Johan Rockstrom dello Stockholm Resilience Center.
Rivedi la seconda puntata:



fonte: www.qualenergia.it

Monumenti italiani in pericolo, causa smog e clima

I Beni Culturali dell’Italia a rischio, causa smog e cambiamenti climatici

Monumenti a rischio a causa di smog, cambiamenti climatici, frane e alluvioni. In tutta Italia contiamo ben 14.000 Beni Culturali archeologici ed architettonici esposti a rischio da frana, 28.483 i beni esposti ad alluvioni con tempo di ritorno fino a 200 anni e 39.025 quelli esposti ad alluvioni rare ma di estrema intensità con tempo di ritorno fino a 500 anni.  A lanciare l’allarme sono alcuni dei dati diffusi dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dall’Iscr (Istituto superiore per la conservazione ed il restauro).
Scendiamo nel particolare. A Roma, relativamente alle alluvioni, nel comune di Roma i Beni Culturali immobili esposti a rischio idraulico con tempo di ritorno fino a 500 anni sono 2.204 e l’area inondata comprenderebbe anche il centro storico (Piazza Navona, Piazza del Popolo, Pantheon).
Nel comune di Firenze, i beni immobili esposti a rischio idraulico con tempo di ritorno fino a 200 anni risultano 1.145, tra cui la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Per quanto riguarda le frane, numerosi sono i borghi storici interessati da fenomeni di dissesto, quali ad esempio Volterra (PI) con il crollo di una porzione delle mura medievali nel 2014, Civita di Bagnoregio (VT) e Certaldo (FI). Negli ultimi anni diversi borghi sono stati oggetto di interventi di consolidamento e riduzione del rischio idrogeologico.

Negli ultimi decenni, il degrado dei materiali esposti all’aperto ha subito un’accelerazione e in generale è stato registrato un incremento della velocità con cui alcuni processi, coinvolti nel degrado, evolvono nel tempo; l’inquinamento atmosferico è risultato un fattore di pressione determinante per le superfici dei monumenti esposti all’aperto. L’impatto delle sostanze inquinanti emesse in atmosfera sui materiali costitutivi dei monumenti è ingente ed irreversibile a causa della mancanza di sistemi di autorigenerazione, che sono invece presenti negli esseri viventi.

fonte: www.ecoseven.net
Dobbiamo diminuire l'inquinamento atmosferico e la produzione di rifiuti... Ce lo chiede anche l'Unione Europea.











Movimento per la Decrescita Felice

The Repairman - Regista e cast al PostModernissimo - Lunedì alle 21.30 il regista di The Repairman, Paolo Mitton e alcuni protagonisti del film incontreranno il pubblico




Lunedì alle 21.30 il regista di The Repairman, Paolo Mitton e alcuni protagonisti del film incontreranno il pubblico del PostModernissimo.

#TheRepairman racconta la storia di Scanio Libertetti, un mancato ingegnere che si guadagna da vivere riparando macchine da caffè, segue un corso di recupero punti in un’autoscuola di provincia.
Chiamato a spiegare come abbia perso la patente, travolge insegnante e compagni di corso con il racconto del suo ultimo anno di vita.
Tra amici ormai realizzati che non perdono occasione per criticarlo, lo squillo insistente di un vecchio telefono e lo zio panettiere che lo incoraggia sempre a valorizzare le sue doti, Scanio si muove in equilibrio precario fra le contraddizioni del mondo moderno.
Solo Helena, giovane inglese trasferitasi in Italia per lavorare come esperta di risorse umane, pare essere la presenza in grado di capirlo e di rassicurarlo.
Almeno per un pò.

Perché cambiare vita, se puoi aggiustare la tua!


Qui maggiori info su evento FB 

Una semplice ricerca su Google da più risposte di un Ministro del Governo Renzi

compost
Oggi abbiamo ricevuto la risposta del Ministro alla nostra interrogazione sui centri di compostaggio in Campania questa è la risposta che ci è stata fornita.
Queste le nostre precise richieste :
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, ciascuno secondo la propria area di competenza, siano a conoscenza della grave criticità descritta che, a fronte dell’apparente tranquillità sul piano della gestione dei rifiuti in Campania, rappresenta un forte elemento di debolezza capace di far riesplodere da un momento all’altro la crisi;
se intendano, nei limiti delle proprie attribuzioni, attivare una collaborazione con gli enti locali preposti volta a definire un quadro chiaro ed esaustivo delle infrastrutture attualmente presenti in Campania per il trattamento dei rifiuti organici, ma anche di altre categorie merceologiche al fine di chiarire quale sia l’attuale rapporto tra infrastrutture esistenti e fabbisogno impiantistico “sostenibile” per coprire ildeficit;
quale sia l’attuale stato di funzionamento di tutti gli impianti di trattamento della frazione umida dei rifiuti urbani indicati ed inseriti nelle linee di Piano 2010-2013 per la gestione dei rifiuti urbani della Regione Campania, incluse le loro capacità lavorative in termini di tonnellate al giorno;
se risulti a quanto ammonti il costo di realizzazione e di funzionamento dalla progettazione alla messa in opera ed i costi relativi di mantenimento per ogni impianto di trattamento della frazione umida in Campania, operante e non, considerando anche gli impianti non ancora partiti e le relative date di previsione di messa in funzione degli stessi;
se intendano adoperarsi, nei limiti delle proprie prerogative, per accelerare la messa in funzione di impianti non ancora partiti, ma previsti e se intendano favorirne la costruzione di nuovi;
quale risulti essere, in via definitiva, il totale degli impianti attivi e se questi siano giudicati sufficienti per la gestione rifiuti in Campania, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria;
se intendano, nell’ambito delle proprie competenze, attivarsi affinché le strategie del Governo Renzi e degli enti locali preposti risultino aderenti al cosiddetto Principio dell’azione ambientale, secondo il quale la tutela ambientale e degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale deve essere garantita da tutti gli enti pubblici e privati e dalle persone fisiche e giuridiche pubbliche o private, mediante un’adeguata azione che sia informata ai principi della precauzione, dell’azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché al principio “chi inquina paga” che, ai sensi dell’articolo 174, comma 2, del Trattato istitutivo dell’Unione europea, regola la politica della Comunità in materia ambientale.
questa la mia replica che vi invito ad ascoltare considerando anche che l’assessore all’ambiente Romano ha recentemente dichiarato che c’è un impianto realizzato a cui i Comuni non conferiscono e che la Regione si è espressa contro l’impianto di compostaggio a Scampia ma il Governo queste cose evidentemente il Governo non le sa.



fonte: http://www.vilmamoronese.it

CAPANNORI - 24-25-26 APRILE 2015 – TERZO CORSO DI FORMAZIONE NAZIONALE SUI 10 PASSI VERSO RIFIUTI ZERO


IL CENTRO DI RICERCA RIFIUTI ZERO DEL COMUNE DI CAPANNORI in collaborazione con ZERO WASTE ITALY E l'ASSOCIAZIONE AMBIENTE E FUTURO, PROMUOVE IL TERZO CORSO DI FORMAZIONE NAZIONALE SUI 10 PASSI VERSO RIFIUTI ZERO. Il corso si svolgerà presso l'OSTELLO DEL COMUNE DI CAPANNORI "IL RIO DI VORNO"




PROGRAMMA DEL CORSO:

Venerdì 24 aprile 2015

ore 15,30 accoglienza presso il Comune di Capannori (LU) in piazza Aldo Moro.
ore 16 In Sala Riunioni verrà descritto brevemente il programma di dettaglio delle giornate e poi verrà organizzato il “tour delle buone pratiche” del comune di Capannori presso il negozio a filiera corta EFFECORTA, l’azienda FUNGHI ESPRESSO, la sede dell’Ufficio del CENTRO DI RICERCA RIFIUTI ZERO e il Centro di Riuso DACCAPO (prenotazione obbligatoria).
Ore 20 Cena conviviale presso l’Ostello IL RIO DI VORNO.
Ore 21,30 presentazione del progetto “Dai fondi del caffè alle proteine” a cura di Rossano Ercolini e di Antonio Di Giovanni iniziato dal “caso studio” sulle capsule del caffè del Centro di Ricerca Rifiuti Zero.

Sabato 25 aprile 2015

ORE 9 Presso il Convento delle Suore Dorotee di Vorno (dopo breve passeggiata dall’Ostello ai piedi dei Monti Pisani) svolgimento del Corso di formazione sui “10 passi Rifiuti Zero”.
Il corso di formazione si protrarrà fino alle ore 13. Il pranzo presso l’Ostello è previsto alle 13,30 e la ripresa del corso alle 15.
ORE 21 Concerto Musicale dei GAUDATS JUNK BAND con strumenti ricavati da oggetti e materiali di riuso-riciclo presso l’Auditorium del Comune di Capannori in piazza Aldo Moro.
Il concerto è dedicato a FABIO LUCCHESI recentemente scomparso e tra i fondatori della Rete Nazionale Rifiuti Zero e di Ambiente e Futuro. Saranno PAUL CONNETT E ROSSANO ERCOLINI a ricordare la sua figura;

Domenica 26 aprile 2015

DALLE ORE 9 ALLE 12 CONCLUSIONI DEL CORSO.
IL team formativo del corso prevede lezioni e contributi di PAUL CONNETT, ROSSANO ERCOLINI, ENZO FAVOINO, ROBERTO CAVALLO, PATRIZIA LO SCIUTO, ANTONIO DI GIOVANNI, VINCENZO SAN GIOVANNI, PIETRO ANGELINI, PATRIZIA PAPPALARDO, ANTONINO ESPOSITO, VANESSA SANSONE, AMINA SANTI, MARTA FERRI, PIER FELICE FERRI, DANIELE GUIDOTTI, IL SINDACO DEL COMUNE DI CAPANNORI LUCA MENESINI E L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE MATTEO FRANCESCONI.
Alla fine del corso verrà rilasciato un attestato a firma di Paul Connett e di Rossano Ercolini.
Saranno affrontati i 10 passi verso Rifiuti Zero con particolar riferimento agli aspetti attuativi dei Centri di Ricerca per l’analisi e la riprogettazione dei “rifiuti residui” e dei “progetti speciali” (EFFECORTA, FUNGHI ESPRESSO, HOTEL E RISTORANTI RIFIUTI ZERO con l’esperienza dell’HOTEL CONCA PARK di SORRENTO ecc. ma anche i tratti salienti dei trend normativi in Europa ed in Italia).

ISCRIVITI AL CORSO

fonte: http://www.zerowasteitaly.org