A Parma andrà l’80 per cento dei rifiuti “reggiani”

A breve l’approvazione in Regione: a Gavassa nascerà un centro per la selezione della plastica e della carta

REGGIO EMILIA. Doveva essere approvato a fine 2015. Ma è slittato a gennaio, quando la giunta di viale Aldo Moro tornerà a riunirsi per l’approvazione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, che comporterà una rivoluzione anche per la nostra provincia, dando di fatto il via alla realizzazione del piano d’ambito approvato lo scorso 17 dicembre dall’assemblea dei sindaci.
In fase di discussione, prima della sua approvazione, nel piano regionale restano infatti da limare le posizioni delle province di Parma, Piacenza e Ravenna in relazione al ruolo, alle funzioni e ai tempi di un’eventuale chiusura dei rispettivi inceneritori.
Nel Polo ambientale integrato di Parma, secondo quanto prevede attualmente il piano, verrebbe smaltito e trattato nel 2016 e 2017 infatti l’80% dei rifiuti indifferenziati provenienti da Reggio, confluendo nell’inceneritore di Uguzzolo dopo un primo trattamento meccanico che si svolgerà direttamente sempre a Parma.
Il restante 20%, invece, sarebbe destinato a Novellara. Una situazione che non va del tutto giù ai parmigiani, nell’ambito di un percorso che, di fatto, comporterebbe l’uscita di scena definitiva del Tm di Gavassa dal circuito della gestione pubblica dei rifiuti, restando un progetto a trazione esclusivamente privata.
Da ipotetica sede di un termovalorizzatore alla fine degli anni 90 quando già si ipotizzava il “pensionamento” del vecchio forno inceneritore di Cavazzoli, l’area di Gavassa era stata poi prescelta per ospitare un impianto per il trattamento meccanico-biologico (Tmb) poi diventato di semplice trattamento meccanico.
Ora si cambia ancora. Nella programmazione provinciale del 2011, l’impianto (allora Tmb) era stato considerato necessario per ridurre al minimo i rifiuti reggiani non differenziati da smaltire e avviarne una componente a recupero, anche nell’ottica di un’autosufficienza territoriale: un’attività di cui ora il futuro Tm non dovrà più occuparsi, trasformando radicalmente la sua funzione.
L’area di Gavassa - costata sin qui a Iren qualcosa come 7 milioni di euro - diventerà infatti un polo per la selezione e l’avvio a recupero dei materiali da riciclare, lavorando fuori dalla programmazione provinciale a supporto dell’attività di raccolta differenziata. Carta e plastica di qualità, in particolare, da avviare nel mercato del riciclo da parte del gestore che vincerà la prossima gara. Proprio la raccolta differenziata è l’altra grande sfida del 2016, già annunciata in passato anche dall’amministrazione comunale.
In questi cinque anni, in tutto il territorio reggiano si è passati dal 58 al 65% di raccolta differenziata, con un’estensione del porta a porta di indifferenziato ed umido arrivato fino a 250 mila persone, chiudendo così un inceneritore e una discarica. Il nuovo piano d'ambito, approvato lo scorso 17 dicembre, ha però fissato un nuovo obiettivo per il 2020: il 73% di differenziata e la riduzione del 40% del residuo a smaltimento.
Un obiettivo che si intende conseguire principalmente estendendo il porta a porta a tutta la città di Reggio (dove l’obiettivo è passare dagli attuali 65 mila cittadini che ne usufruiscono a tutti i 170 mila residenti serviti
dalla raccolta domiciliare) e ai Comuni della collina (che contano oltre 100 mila abitanti). Numeri che consentiranno di arrivare anche alla graduale chiusura della discarica di Novellara, gestendo in tal modo i flussi del rifiuto residuo su scala regionale.

fonte: http://gazzettadireggio.gelocal.it