Con
una percentuale dell’8% il Belpaese è in cima alla lista della quota
elettrica coperta dall’energia solare, ma la crescita di nuova capacità
ristagna
Se si tratta del contributo del fotovoltaico
sulla domanda elettrica, l’Italia non è seconda a nessuno. Nella
classifica delle 22 Nazioni nel mondo in cui l’energia solare copre
oltre l’1% dei consumi di elettricità, il Bel paese occupa il primo
posto con un ottimo 8%. A riconfermare lo straordinario primato nostrano, notificato per la prima volta la scorsa primavera, sono i dati dello Snapshot of Global PV Markets 2016,
elaborato dal Photovoltaic Power System Programme dell’Agenzia
Internazionale dell’Energia (IEA PVPS). Il nuovo rapporto,che confluirà
nel PVPS Trends pubblicato nel mese di settembre 2016, rende conto di
movimenti e numeri del mercato solare mondiale.
Mercato che oggi continua a crescere: lo scorso anno si è chiuso con un più 50 GW di nuova potenza installata che ha così portato la capacità fotovoltaica globale a quota 227 GW.
Il merito va a quelli che fino a ieri erano considerati i nuovi mercati (ma che oggi già non sono più tali). Cina e Giappone,
da soli si sono resi responsabili di oltre la metà della nuova capacità
aggiunta (rispettivamente con più 15,3 GW e più 11 GW), regalando alla
regione Asia Pacifico – ma anche i 2 GW dell’India
hanno contribuito – la fetta maggiore del mercato fotovoltaico. In altre
parole qui si investe molto, qui si istalla molto, e con buona pace
dell’industria mondiale, qui si fabbrica molto: tre delle cinque società
che si spartiscono la top five 2015 dei maggiori produttori di moduli e celle sono cinesi (Trina Solar, JinkoSolar, JA Solar).
All’Occidente tocca in parte accontentarsi. L’Unione Europea e gli Stati Uniti
rimangono ben distanti dalle perfomance sino-giapponesi, con 7 GW di
crescita ciascuno, ma mentre per gli Usa si tratta di un dato in
aumento, per l’UE rappresenta un valore in negativo in termini crescita
assoluta, ovvero meno 18% da un anno all’altro.
Nonostante ciò, nel vecchio Continente
il passato di generosi feed-in-tariff ha lasciato un segno positivo. Il
report rivela che dei 22 Paesi il contributo del fotovoltaico al
fabbisogno elettrico ha superato l’1%, il podio è tutto europeo: al
primo posto, per l’appunto, l’Italia con un contributo dell’8%, seguita dalla Grecia a quota 7,4% e dalla Germania al 7,1%.
Difficile predire per quanto ancora il nostro Paese possa mantenere il primato: i vari rimaneggiamenti normativi introdotti dal Governo hanno frenato bruscamente la crescita solare. E così, tra gennaio e novembre 2015, il fotovoltaico italiano ha registrato una diminuzione del 32% della potenza
degli impianti entrati in esercizio rispetto a quella del medesimo
periodo del 2014, con un totale di 270 MW installati. Di buono c’è che
oggi il maggior contributo alla crescita arriva non più dalle mega
centrali, ma dagli impianti con potenza di picco sino a 20 kW tipiche del residenziale e dei fabbricati
(rappresentano il 64% del totale installato del 2015) grazie al
supporto di alcuni meccanismi previsti tra cui quello dei TEE e quello
sull’autoconsumo. Di negativo invece, le revisioni apportate ad entrambi
gli strumenti (primi fra tutti i SEU) e che inevitabilmente
penalizzeranno il comparto.
L’INFOGRAFICA IEA SUL FOTOVOLTAICO
fonte: www.rinnovabili.it