I consumatori sono disposti a pagare di più un prodotto con una garanzia lunga
Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha pubblicato oggi il nuovo studio “Les
effets de l’affichage de la durée d’utilisation des produits sur les
consommateurs”, redatto da un consorzio di ricerca composto da Sircome,
università di Bretagne-Sud e di Boemia del Sud, che stabilisce un
legame tra l’etichettatura sulla durata di vita dei prodotti e il
comportamento dei consumatori. Secondo il Cese, «Questo fenomeno è molto
netto. La progressione delle vendite dei prodotti etichettati come
durevoli è spettacolare: ad esempio, il 128% per le valige e il 70% per
le stampanti. Gli smartphon, con un aumento del 41%, sono meno
interessati. C’è da notare che l’importanza del carattere durevole del
prodotto agli occhi dei consumatorio è proporzionale all’ammontare che
sono pronti a sborsare».
Il rapporto evidenziano che gli europei condannano vivamente
l’obsolescenza programmata e vorrebbero dei prodotti garantiti di
maggiore durata.
Lo studio è stato realizzato in Belgio, Repubblica Ceca, Francia,
Spagna e Olanda ed ha coinvolto circa 3.000 persone, analizzando le
intenzioni di acquisto dei consumatori , l’etichettatura riguardante la
durata di vita dei prodotti e le diverse etichettature contenenti questo
tipo di informazioni.
Il 90% dei partecipanti si è detto pronto a pagare di più per avere
una lavastoviglie con una scadenza superiore ai due anni: in media 102
euro in più per questo tipo di garanzia per lavastoviglie nella fascia
di prezzo tra 300 e 500 euro. I risultati dimostrano anche che
l’ammontare che i consumatori sono disposti a pagare per un prodotto più
durevole aumenta insieme al Pil del Paese di residenza.
A quanto pare i francesi sono i più sensibili alle informazioni sulla
durabilità dei prodotti, visto che le vendite aumentano di ben il 118%
in presenza di etichette che contengono questo tipo di informazioni,
molto più dei campioni belga e olandese (+45%), ceco (+39%) e spagnolo
(+32%).
Lo studio fornisce informazioni anche su quali siano le etichette di
scadenza che funzionano di più: quelle che sono realizzate sul modello
dei label per il consumo energetico degli elettrodomestici fanno
aumentare le vendite di un prodotto dell’84%.
“Les effets de l’affichage de la durée d’utilisation des produits sur les consommateurs“
mette in evidenza anche la dimensione sociale dell’obsolescenza
programmata: le persone a basso reddito sono quelle che la subiscono di
più, perchè acquistano spesso prodotti meno costosi e meno affidabili.
L’80% dei partecipanti allo studio pensano che i produttori abbiano
la più grande responsabilità riguardo alla durata dei prodotti: la
pensa il 95% in Repubblica Ceca, il 91% in Francia, l’81,8% in Belgio e
in Olanda e il 75,1% in Spagna.
Il Cese dice che queste cifre sostengono la posizione che ha preso
nel suo rapporto del 2003, “Pour une consommation plus durable: la durée
de vie des produits de l’industrie et l’information du consommateur au
service d’une confiance retrouvée”: «In effetti, la menzione esplicita
della durata di vita minima garantita di un prodotto contribuisce a
rafforzare la fiducia dei consumatori di fronte alle imprese e, alla
fine, a passare da una società dello spreco ad una società sostenibile».
La Cese propone di imporre ai produttori l’assunzione dei costi del
riciclaggio dei prodotti la cui durata di vita sia inferiore ai 5 anni.
Secondo Thierry Libaert, relatore del rapporto Cese, «Quel che
dimostra in maniera indiscutibile questo primo studio europeo, è che il
problema dell’obsolescenza programmata non risulta tanto da una
programmazione calcolata dell’obsolescenza, ma piuttosto da una mancanza
di informazione del consumatore sulla durata di vita dei prodotti.
Rimettere il consumatore al centro del dispositivo, migliorando
l’informazione sui prodotti che acquista, è un’esigenza economica,
sociale ed ambientale; è anche una grossa leva per una fiducia ritrovata
nelle imprese. Introdurre delle fragilità in un prodotto ed offrire
servizi non affidabili è un atteggiamento che appartiene al passato,
superato e condannabile ma ancora troppo diffuso».
Per l’altro relatore, Jean-Pierre Haber, «E’ l’ora
dell’interoperabilità tra tutte le industrie e gli operatori del
digitale che permetta di ricercare l’ottimizzazione del rapporto tra
produttori, distributori e consumatori. Una strategia economica della
conoscenza, del dialogo e dell’azione permetterà di creare dei posti di
lavoro di prossimità innovativi in Europa».
Mathieu Jahnich, amministratore delegato di Sircome e responsabile
dello studio, conclude: «La visualizzazione delle informazioni sulla
durata di vita dei prodotti influenza notevolmente le intenzioni di
acquisto dei consumatori. Alcune etichette sono più efficaci di altre.
L’opzione ottimale consisterebbe nel menzionare sull’imballaggio del
prodotto delle informazioni dettagliate sulla sua durata di vita in
assoluto e illustrarla, senza dubbio visualmente, in modo che siano
facilmente comprensibili».
La Cese chiede alla Commissione europea di elaborare una legislazione
Ue sull’obsolescenza programmata, propone all’industria di istituire
dispositivi di certificazione volontari e incoraggia i cittadini ad
agire per portare ad un cambiamento di mentalità.
fonte: www.greenreport.it