Secondo l'Agenzia Europea per l'Ambiente l'impatto ambientale
del terreno utilizzato per la costruzione di nuove strade, case e reti
energetiche dovrebbe essere valutato maggiormente nelle politiche
dell'UE
Il rapporto "The direct and indirect impacts of EU policies on land", dell'Agenzia Europea per l'Ambiente, prende in esame alcuni aspetti chiave dell'uso del suolo, tra cui il consumo che avviene, per esempio, con la nuova costruzione o l'ampliamento di infrastrutture come strade o reti ferroviarie. Questo consumo può condurre ad un impatto negativo sulla funzionalità naturale del suolo causando perdita di biodiversità, o al suo degrado che, invece, include fenomeni quali l'erosione e la perdita di materia organica che sono causa di effetti a catena sugli ecosistemi, sulla produzione alimentare e sulla regolazione dell'acqua.
La relazione focalizza l'attenzione sui principali filoni di intervento delle politiche dell'UE - e cioè quelle riguardanti i trasporti, l'energia e l'agricoltura - per capire come queste influenzino l'uso del suolo in Europa.
L'analisi è stata effettuata prendendo in considerazione una serie di criteri di valutazione, tra cui l'evidenza di impatto, la coerenza tra la legislazione e gli obiettivi UE sul suolo, l'efficacia nel limitare il consumo e il degrado del territorio.
Inoltre, sono stati anche valutati gli obiettivi che l'UE si è prefissata nell'ambito del Settimo Programma di Azione Ambientale fra i quali vi sono quelli della cessazione di consumo di suolo entro il 2050, la riduzione dell'erosione, l'aumento di materia organica, il risanamento dei siti contaminati.
Lo studio evidenzia che le politiche sarebbero più efficaci se solo si volesse migliorare l'equilibrio fra l'attenzione all'ambiente e le altre priorità, e ciò potrebbe essere fatto semplicemente adottando dei targets in grado di regolamentare la domanda e l'offerta di terreni disponibili.
Sette sono i capitoli che compongono il report: nel primo vengono presentati i trend correnti per quanto riguarda il consumo e il degrado del suolo in Europa e gli strumenti in grado di apportare dei miglioramenti; nel secondo viene illustrata la metodologia per la valutazione delle politiche europee relativamente al loro impatto sul territorio; il terzo, quarto e quinto forniscono una breve rassegna degli impatti diretti e indiretti delle principali politiche comunitarie in materia di terreni in Europa.
Il sesto presenta la sintesi di due casi studi in Spagna e Polonia.
Il caso studio spagnolo mirava a ottenere una migliore comprensione del ruolo svolto dalle politiche dell'UE nel consumo e degrado del suolo in Andalusia, in una nazione in cui il sistema di governo è molto decentrato e le regioni hanno molta autonomia.
L'analisi si è concentrata soprattutto sullo sviluppo urbano e territoriale, nonché sui mezzi di trasporto, mentre il caso studio della Polonia si è appuntato in particolare sulla forte politica di finanziamento europeo nel settore delle infrastrutture viarie.
In Polonia, questa ha condotto alla costruzione di nuove strade che hanno portato all’impermeabilizzazione del suolo e contribuito alla suburbanizzazione e all'espansione urbana, ma anche ad una più approfondita pianificazione, valutazione e monitoraggio dei progetti rispetto a quelli che erano stati intrapresi conformemente alle leggi nazionali.
Infine, il settimo e ultimo capitolo riassume i risultati chiave:
La relazione focalizza l'attenzione sui principali filoni di intervento delle politiche dell'UE - e cioè quelle riguardanti i trasporti, l'energia e l'agricoltura - per capire come queste influenzino l'uso del suolo in Europa.
L'analisi è stata effettuata prendendo in considerazione una serie di criteri di valutazione, tra cui l'evidenza di impatto, la coerenza tra la legislazione e gli obiettivi UE sul suolo, l'efficacia nel limitare il consumo e il degrado del territorio.
Inoltre, sono stati anche valutati gli obiettivi che l'UE si è prefissata nell'ambito del Settimo Programma di Azione Ambientale fra i quali vi sono quelli della cessazione di consumo di suolo entro il 2050, la riduzione dell'erosione, l'aumento di materia organica, il risanamento dei siti contaminati.
Lo studio evidenzia che le politiche sarebbero più efficaci se solo si volesse migliorare l'equilibrio fra l'attenzione all'ambiente e le altre priorità, e ciò potrebbe essere fatto semplicemente adottando dei targets in grado di regolamentare la domanda e l'offerta di terreni disponibili.
Sette sono i capitoli che compongono il report: nel primo vengono presentati i trend correnti per quanto riguarda il consumo e il degrado del suolo in Europa e gli strumenti in grado di apportare dei miglioramenti; nel secondo viene illustrata la metodologia per la valutazione delle politiche europee relativamente al loro impatto sul territorio; il terzo, quarto e quinto forniscono una breve rassegna degli impatti diretti e indiretti delle principali politiche comunitarie in materia di terreni in Europa.
Il sesto presenta la sintesi di due casi studi in Spagna e Polonia.
Il caso studio spagnolo mirava a ottenere una migliore comprensione del ruolo svolto dalle politiche dell'UE nel consumo e degrado del suolo in Andalusia, in una nazione in cui il sistema di governo è molto decentrato e le regioni hanno molta autonomia.
L'analisi si è concentrata soprattutto sullo sviluppo urbano e territoriale, nonché sui mezzi di trasporto, mentre il caso studio della Polonia si è appuntato in particolare sulla forte politica di finanziamento europeo nel settore delle infrastrutture viarie.
In Polonia, questa ha condotto alla costruzione di nuove strade che hanno portato all’impermeabilizzazione del suolo e contribuito alla suburbanizzazione e all'espansione urbana, ma anche ad una più approfondita pianificazione, valutazione e monitoraggio dei progetti rispetto a quelli che erano stati intrapresi conformemente alle leggi nazionali.
Infine, il settimo e ultimo capitolo riassume i risultati chiave:
- la necessità di una maggiore integrazione degli obiettivi riguardati il territorio nei quattro settori di intervento delle politiche UE. Le sfide per il prossimo futuro saranno il rallentamento di fenomeni quali l'impermeabilizzazione del suolo, la frammentazione del paesaggio a causa di reti di trasporto, e il degrado del territorio causato da agricoltura intensiva e da produzione di biocarburanti;
- l'inserimento di obiettivi che riguardino il buon uso del territorio e la valutazione di impatto ambientale nelle future politiche europee;
- la monetizzazione della perdita di servizi ecosistemici a causa del consumo e del degrado del suolo che dovrebbe essere considerata durante il processo legislativo, nonché come parte integrante dei processi di valutazione di impatto ambientale.