
Come potevamo portare i libri nelle periferie? Come potevamo impiantare un servizio stabile e duraturo? “Possiamo creare delle biblioteche di quartiere”, ci siamo detti nella nostra piccola associazione. Bene. La soluzione c’era ma con quali soldi realizzarla? E di soldi ce ne sarebbero voluti tanti, tra fitto dei locali, personale, utenze, etc. Ma poi è arrivata un’idea semplice quanto innovativa: quella di coinvolgere cinque esercizi commerciali dislocati nelle periferie della città.
Tre farmacie e due librerie hanno accolto la nostra proposta e sono diventate il “BiblioPoint” del quartiere, negozi speciali che offrono gratuitamente la possibilità di iscriversi al servizio e di portare gratuitamente a casa un volume da leggere e, successivamente, restituire. A ciascuna delle attività aderenti abbiamo fornito una scaffalatura, i libri (circa duecento testi), il software gestionale per le operazioni di carico e scarico dei prestiti e tutta la modulistica necessaria per effettuare il servizio (i moduli cartacei per l’iscrizione e le tessere). Per dare più forza e stabilità all’iniziativa e per permettere al servizio di farsi conoscere sul territorio, il rapporto con i “BiblioPoint” è stato regolamentato da un contratto modale che impegna le attività per un anno, rinnovabile tacitamente alla scadenza.

Interessante anche l’idea di coinvolgere i comitati di quartiere e tutta la cittadinanza nell’attivazione del servizio: per raggiungere questo obiettivo, attraverso Facebook, abbiamo avviato una raccolta straordinaria di libri e, in poco meno di due mesi, abbiamo ricevuto in dono più di duemila libri. I primi dati a nostra disposizione sono davvero confortanti e abbiamo in cuore che la formula dei “BiblioPoint”, semplice, popolare, sociale e a basso costo, possa diventare una buona prassi da estendere e replicare su tutto il territorio nazionale.

Little Free Library installata presso la scuola A. Cezza di Trani
Enzo Covelli, associazione Bee-Bibliocar di Trani