Nella città partenopea ha da poco aperto un
locale arredato completamente con oggetti scartati. Una storia di
riconversione e di rinascita di un quartiere
Aprire un locale in Italia è già di per sé un’impresa. Secondo i dati Confesercenti, nei primi due mesi dell’anno il saldo tra chi ha alzato le serrande e chi le ha chiuse definitivamente segna un “rosso” di quasi 9000 attività. Lo è particolarmente in una città come Napoli, dove la tendenza è marcata. Qui da febbraio ha aperto Spuzzulè, un bistrot che pur appena nato ha già fatto notizia, facendo parlare molto – e bene – di sé. Per un motivo innanzitutto: è arredato quasi interamente con materiali recuperati dalla strada.
volevo invece … riciclarmi in una nuova avventura». Per qualche mese De Crescenzo ha girato nelle strade alla ricerca di oggetti abbandonati, andando anche a casa di diverse persone, avendo saputo che intendevano disfarsi di roba vecchia. «Il mio locale nasce anche come contrasto al modo di fare di molti napoletani: gettare per strada tutto ciò che non serve più». Questo malcostume è all’antitesi del pensiero di tanti altri partenopei che come De Crescenzo credono alla cultura del riciclo e del riuso, a una corretta politica di gestione dei rifiuti. E così due porte vecchie sono diventati il pezzo forte su cui creare un bancone, ma anche le catene arrugginite trovate per strada hanno trovato nuova vita come pendenti dal soffitto, un pezzo di aratro ha dato l’idea per realizzare un lampadario. «E a breve mi verranno regalate da un cliente delle botti non più utilizzate e da un altro una bobina industriale di filo che potrò riutilizzare come tavolini. Così riprendono a rivivere oggetti a fine vita», aggiunge. A curare l’arredamento ed esaltarne l’aspetto creativo l’ha aiutato un amico di vecchia data, l’artista Antonio Lucio Correale.
MEET UP ALLA NAPOLETANA: ma torniamo al locale: cosa significa Spuzzulè? «In napoletano significa spiluzzicare. Infatti, propongo degli assaggi, mettendo in tavola prodotti tipicamente e tradizionalmente campani, che vanno dai salumi e formaggi a piatti preparati con le melanzane fino al casatiello e alla pastiera napoletana». Tutti i piatti
sono abbinati a vini rigorosamente campani. Tutto è preparato con passione genuina e autodidatta del titolare che ha avuto come maestra la tradizione culinaria familiare. Il lato piacevole raccontato sul profilo Facebook del locale è quello dei turisti, italiani e tanti stranieri, che ogni giorno e ogni sera trascorrono momenti piacevoli incontrando e conoscendo nuove persone. E scoprendo un quartiere – e una città – che vuole smarcarsi dai soliti luoghi comuni che parlano solo di delinquenza e malavita e farsi invece conoscere per quello che si può vedere coi propri occhi. Io stesso faccio da guida ai miei clienti, facendo loro scoprire ristoranti e altri locali, un modo per darsi una mano e per far rinascere il quartiere».
fonte: http://wisesociety.it