Il
rifiuto rifiutato
E'
ancora scontro aperto con i nostri rifiuti.
Siamo
noi a produrli ma vorremmo che fossero altri ad occuparsene.
Sostengono
alcuni: “Paghiamo salato il servizio, ci pensino loro”.
Trattiamo
i nostri rifiuti ancora con un vecchio metro di giudizio.
Ciò
che scartiamo diventa seduta stante sporco, puzzolente, intoccabile.
Come
uno di famiglia che ha frequentato casa fino a pochi istanti prima di
essere considerato un paria.
Piace
molto criticare il sistema di gestione dei rifiuti.
Perché
fa audience, raccoglie con certezza adesioni, al di là delle
posizioni politiche.
Criticare
il sistema di gestione dei rifiuti è sparare sulla croce rossa:
centro garantito.
Basta
proporre un unico enorme cassonetto stradale, dove poter gettare
qualunque cosa vogliamo scartare, a qualunque ora del giorno e della
notte.
Applausi
a sacco aperto.
Soffermandosi
sulle notizie da nord a da sud, si lamenta chi non ha la
differenziata e chi ce l'ha, chi ha il porta a porta e chi non ce
l'ha, chi è al 10% di differenziata come chi è all'80%.
Perché,
come detto sopra, siamo ancora in una cultura di rifiuto del rifiuto,
di errata identificazione dell'oggetto.
Il
rifiuto un attimo prima dell'averlo scartato era cibo, profumato e
fragrante sulle nostre tavole.
Il
rifiuto appena scartato era un imballaggio, proteggeva i nostri
acquisti, ne permetteva l'uso e la conservazione.
Il
rifiuto appena scartato era un arredo, un giocattolo, un flacone di
profumo, un cd.
Il
rifiuto non era rifiuto e neanche lo diventa.
Il
rifiuto rimane quello che era: plastica, carta, cartone, materia
organica, vetro, tetrapack.
Può
essere ancora utilizzato, mantenendo il suo valore intrinseco.
Basta
separarlo in mucchi omogenei in modo che raggiunga la piattaforma
corretta di riciclo.
Se
attribuiamo il corretto valore agli scarti smettiamo di considerarli
spazzatura e cambiamo completamente atteggiamento, vedendoli
finalmente per quello che sono.
Perché
il modo di gestire gli scarti incide direttamente sulla bolletta che
la nostra amministrazione locale sarà tenuta a pagare al gestore dei
rifiuti.
Se
gestisco correttamente i miei scarti la bolletta sarà positiva,
altrimenti il mio comune dovrà pagare il conto, che poi farà pagare
a noi contribuenti.
I
cittadini hanno l'opportunità quindi di scegliere se perdere o
guadagnare dalla gestione dei rifiuti.
Una
democrazia diretta senza eguali.
Osserviamo
ogni giorno lo sperpero di denaro pubblico, quindi nostro.
Ai
lati delle strade fioriscono rifiuti di ogni genere, che
automobilisti senza dignità hanno provveduto a lanciare dai
finestrini.
Davanti
alle tabaccherie molti fumatori si liberano con gesto naturale di
plastiche a cartine che imballavano il loro pacchetto di sigarette.
Gli stessi cultori del tabacco riempiono l'ambiente di cicche
inquinanti, ricche di sostanze chimiche, che inquineranno i terreni
per anni.
Guardate
i fossi, le spiagge, i fiumi e i mari, e le loro collezioni di
porcherie.
Camini
di impianti obsoleti bruciano sena tregua materiali riciclabili,
rilasciando in atmosfera migliaia di sostanze inquinanti.
Si
bruciano perfino le munizioni.
E
il pianeta non ringrazia.
fonte: http://aldocaffagnini.blogspot.it